Un brutto Bari perde anche col Perugia. Ora bisogna concludere al meglio il mercato

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Foto SSC Bari

La verità è che il Bari va a Palermo, sbaglia tre gol facili, dà l’impressione di poter vincere a mani basse data l’inconsistenza dell’avversario, e poi, come è scritto nella nota legge della vita per cui chi sbaglia paga, subisce il gol e perde, e forse pure meritatamente così impara a sbagliare: il Perugia viene a Bari sbaglia tre gol facili (grazie anche a San Caprile), dà l’idea di vincere a mani basse, tutto lascia supporre che possa essere punito come il Bari a Palermo ed invece cosa fa? Vince. Ecco, tutta qua la differenza. Perché il calcio è strano, non c’è mai nulla di scritto, né di scontato, nemmeno la nota legge del “gol sbagliato, gol subito”. E’ che il Bari, proprio, queste situazioni se le va a cercare da sempre. Purtroppo aggiungiamo. Altro che Legge di Murphy.

Eppure pensavamo che il Bari visto contro l’Ascoli al San Nicola fosse stato il peggiore: ci sbagliavamo. Oggi ha davvero giocato peggio, tanto che abbiamo contato la sola occasione (occasione… diciamo opportunità, via) di Bellomo nel primo tempo il cui tiro, defilato, è stato parato dal portiere umbro, poi il nulla in attacco.

Certo, le assenze importanti si son fatte sentire, Cheddira e Maita sembrano davvero indispensabili a questa squadra e se non si reperiscono due giocatori alter ego al mercato di gennaio, difficilmente si potrà andare lontano.

Un Bari irriconoscibile quello visto oggi sia come squadra, che nelle prestazioni individuali per le quali facciamo fatica a salvare qualcuno oggi, forse Caprile che ha mantenuto il risultato sullo 0-0 fino ad in certo punto, perché poi abbiamo visto solo errori e talvolta anche orrori da parte di tutti, Folorunsho, Maiello, Mazzotta, Antenucci, Botta, a prescindere dalle prestazioni.

Una brutta sconfitta decisamente, si può perdere ma non si può giocare così male. No. Oggi hanno sbagliato passaggi clamorosi, sembravano distratti, le prestazioni individuali son venute meno, Folorunsho ha sbagliato tutto ciò che ha potuto, ma sia chiaro che non ha sbagliato solo lui, abbiamo visto una squadra svuotata. Ci auguriamo che sia stata una brutta giornata – l’ennesima – ma non bisogna nemmeno ridurla a mero episodio, sia chiaro.

Tante volte, dal nostro rostro dell’obiettività, abbiamo applaudito certe prestazioni dei biancorossi, altre volte lo abbiamo fatto con riserva, altre ancora li abbiamo criticati, ma oggi non possiamo fare a meno di farlo nuovamente perché noi leggiamo il presente ed il presente ci induce ad essere molto critici oggi. Anche se, sempre a voler essere obiettivi, criticare questa squadra della quale dobbiamo essere orgogliosi per ciò che ha fatto fino adesso da neopromossa (è bene ricordarlo sempre ai più insoddisfatti), ci sta almeno oggi, ma è bene ricordarsi da dove veniamo e cosa è stato enunciato a Roccaraso dal Presidente che, coerentemente, non ha promesso la promozione la quale, semmai, avverrà entro tre anni: altri presidenti promettevano la serie A con Lipatin, Sergeant, Chwukwu, Candrina, De Gregorio, Desideri e tanti altri simili e, puntualmente il Bari si piazzava dalla metà classifica in giù, salvo, poi, far cassa con le vendite dei giocatori bravi capitati a Bari, ed anzi, quando non venivano fatti proclami, con un po’ di fortuna, e senza grossa programmazione, occasionalmente, il Bari veniva promosso in A. De Laurentiis, almeno, non promette fumo, poi lo si può criticare, ci mancherebbe, anche se è bene ricordare che in quattro anni dalla polvere ci ha portato al quarto posto in B e chi se ne frega se a braccetto con la Filmauro: ringraziamo che ci ha fatto tornare lassù dopo aver toccato il fondo, altro che, altrimenti chissà dove staremmo ancora oggi, chissà se ancora a Troina o da quelle parti. Questo sempre ai più riottosi e a quanti pretendono la luna dal pozzo e soprattutto a quanti trovano ogni espediente pur di criticare la dirigenza: ieri le parole di Ippedico (ma cosa avrà detto di così tanto grave tanto da addirittura offendere certi, pochi, tifosi? Un mistero), due anni fa, dopo la mancata promozione, lo striscione ingrato “De Laurentiis tempo scaduto”, oggi dopo questa sconfitta chissà a cosa si griderà, a quale scandalo. Perché a Bari è così. Quando la volpe non arriva a prendere il grappolo d’uva perché troppo alto per lei, dice che è acerba. E così è qui. La verità è che certa tifoseria non ha mai potuto digerire una presidenza non barese che, al contrario, avrebbe elargito prebende, favori e biglietti, non ne parliamo, poi, con una doppia squadra da gestire, per giunta nemica giurata. Per la verità, è bene dirlo, nemmeno a noi tanto piace la doppia proprietà, sia inteso, ma è bene pur ricordare che grazie alla doppia proprietà siamo tornati in quattro anni in serie B al quinto posto e disconoscerlo è da disonesti e in malafede.

Dunque, comprendiamo l’amarezza che è anche la nostra, ma è bene ricordarsi lo splendido campionato fatto fino adesso dove il Bari è andato oltre alle più rosee aspettative, ricordiamo che siamo al quinto posto, che la classifica è corta, che la Reggina sembra aver perduto smalto e che, insomma, son tutte lì a giocarsi la promozione e i posti per i playoff dove il Bari, obiettivamente, ambisce perché pretendere di più sarebbe troppo e pericoloso anche per l’ambiente. Qui nessuno ha promesso la serie A ed in tanti – la maggioranza – lo hanno capito e se ne son fatti una ragione, essa è solo nell’immaginazione collettiva e nella speranza dei tifosi che si illudono presto dopo qualche bella prestazione. Certo, come abbiamo sempre detto e scritto, fa un tantino rabbia non tentarci visto l’equilibrio che regna sovrano quest’anno, forse basterebbe davvero poco per provarci, ma tant’è.

Ora però c’è bisogno di aggiungere qualcosa nell’organico, il Bari ha tirato i buoi con 15-16 giocatori, pochi per arrivare fino in fondo, bisogna incrementare il numero di giocatori di questa squadra se si vuole rimanere aggrappati alle prime otto. Fino adesso non è arrivato nessuno differentemente da altre squadre che hanno già piazzato i propri colpi, e il sentimento di frustrazione da parte dei tifosi è comprensibile. Nessuno si aspetta un mercato stellare, ma qualcosa in più forse si poteva e si può fare soprattutto per aumentare le motivazioni che, dopo la gara di oggi, appaiono in declino.

Forse era il caso di inserire un paio di giocatori che avrebbero potuto alzare l’asticella delle ambizioni e della stima, ma così, fino adesso, non è stato fatto. C’è qualche giorno per recuperare ma che lo si faccia. Il segnale di oggi non è bello perché una sconfitta ci può stare ma non ci è piaciuto l’aspetto motivazionale, e questo non va bene.

Se si continua a rendere tutto “normale” è evidente che i giocatori scendono in campo svuotati da ogni motivazione, se, invece, si parla alzando l’asticella, magari innestando giocatori di valore e parlando di obiettivi più prestigiosi piuttosto di una salvezza, vedete come potrebbero cambiare le cose.

Bisogna essere all’altezza delle ambizioni della piazza che giustamente reclama un grande Bari e questi quattro giorni bisogna sfruttarli al meglio. Abbiamo visto un grande Bari da agosto fino a dicembre, la stessa squadra non può essersi evaporata e forse lancia messaggi di aiuto, messaggi che vogliono intendere che ci vogliono innesti perché da soli non possono più reggere.

Qualche dubbio, però, è legittimo: data la penuria di attaccanti (Ceter, Galano out, Antenucci bravo e generoso ma, ormai, non più affidabile per 90 minuti e Schiedler non al meglio) era necessario non convocare oggi Salcedo? Non sarebbe stato, forse, il caso di fargli giocare l’ultima partita oggi prima di privarsene? Il Bari era quarto in classifica, con una piazza così, non ci si poteva presentare oggi con due soli attaccanti ed una panchina corta, si poteva fare di più.

Prendersi applausi è un merito, prendersi critiche è lecito.

Massimo Longo

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