Kamikaze in moschea, almeno 61 morti a Peshawar

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Il ramo pakistano dei talebani ha rivendicato l’attentato suicida. Nell’edificio sacro erano presenti numerosi poliziotti. Oltre cento i feriti

© Abdul Majeed/ AFP – I soccorsi delle vittime dell’attentato a Peshawar

 

AGI – Un attentatore suicida si è fatto esplodere in una moschea di Peshawar, provocando almeno 61 morti e oltre 140 feriti. L’attacco è stato rivendicato da Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp), il ramo pakistano dei talebani, gruppo distinto dagli ex studenti coranici afghani ma guidato dalla stessa ideologia integralista. Secondo la polizia, il kamikaze era un cittadino afghano, residente in Pakistan con la sua famiglia da diversi anni, che aveva preparato l’attacco in Afghanistan.

Le centinaia di poliziotti che stavano pregando nell’edificio erano il probabile obiettivo dell’attacco, di gran lunga il più grave sferrato dal Ttp contro le forze di sicurezza. Il gruppo, nato nel 2007, ha ucciso in meno di un decennio, decine di migliaia di militari e civili pakistani. Indebolito dal 2014 dalle intense operazioni dell’esercito di Islamabad, il Ttp è in seguito tornato in auge, rinvigorito dal ritorno al potere dei talebani in Afghanistan nell’agosto 2021, con il ritiro delle forze americane dopo due decenni di guerra.

I soccorritori stanno continuando a lavorare freneticamente per cercare sopravvissuti tra le macerie. Secondo il capo della polizia di Peshawar, Muhammad ljaz Khan, solitamente 300-400 poliziotti frequentrano la moschea nell’ora della preghiera.

È il più grave attacco a Peshawar dal marzo dello scorso anno, quando un attentato suicida in una moschea musulmana sciita durante la preghiera del venerdì, poi rivendicato dall’Isis., causò 64 morti e 200 feriti.

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