Risolto il problema energetico italiano?

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Esultanza per le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giorgetti, IPOTIZZA che “all’inizio di febbraio le nuove tariffe per le bollette saranno il 40% in meno rispetto alle ultime”.

Nei primi 26 giorni del 2023 la media del prezzo dell’energia è scesa a 176 euro e quello del gas a 68 euro. Importi, comunque superiori del 190 % per l’energia elettrica e del 240 % per il gas se riferiti ai prezzi del 2021.

 Due settimane fa il prezzo del gas naturale era a 66 euro/MWh. Alla fine dello scorso agosto era di 282 euro/MWh.

Le cause di tale forte calo?

Dal lato della domanda: il clima mite la causa principale e poi l’uso massiccio del carbone, l’apporto dell’eolico dovuto a una alta ventosità, scorte ad altissimi livelli infine la minore attività produttiva.

Dal lato della offerta: ampia disponibilità di gas, con forti importazioni di flussi di GNL (gas naturale liquefatto).

Zero il contributo del price cap

Sponsorizzato prima da Draghi e poi Meloni,  e deliberato dalla Unione europea per il prossimo 15 febbraio. Un price cap. fissato a 180 euro per 1000 KWh cioè TRE VOLTE IL PREZZO ATTUALE.

Le importazioni di GNL dagli USA in particolare, sono aumentate in Europa del 42%. Importazioni di GNL anche da Norvegia, Azerbaigian e Quotar

Nel marzo dello scorso anno UE e USA hanno sottoscritto accordo per almeno 50 miliardi di metri cubi di GNL entro il 2030

.La UE nel corrente anno cercherà di importare 147 miliardi di metri cubi di GNL.

I prezzi del gas in Europa hanno svolto la funzione di attrattori del GNL

IL  prezzo  del GNL lo scorso anno era , in media a 41 dollari per milione di unità termiche britanniche (mmbtu) più del doppio del prezzo del GNL in Giappone (18 dollari) e SEI VOLTE cioè 6,5 dollari per mmbtu di GNL pagato negli Stati Uniti.

Comunque lo scorso anno, l’Europa ha continuato a importare GNL dalla Russia per circa il 12%. Belgio, Francia, Paesi Bassi e Spagna sono i paesi che hanno ricevuto i maggiori volumi di GNL russo.

IL governo Meloni ha annunciato maggiori forniture di gas dalla Libia.

Otto miliardi di dollari di investimenti in due giacimenti che inizieranno la produzione di gas nel 2026.

Speriamo!

In Libia esistono due governi: “ufficiale scaduto “retto da Abdul Amid Dbeibah e un governo non riconosciuto in Occidente guidato da Fathi Bashagha, nominato dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk.

L’Algeria a seguito dell’accordo col governo italiano ha riesumato il gasdotto GALSI (Gasdotto Algeria Sardegna Italia) che trasporterà gas, ma anche idrogeno.

Galsi ha 284 Km di tubi in mare a una profondità di 2.880 metri.

Collega il porto algerino di Koudiet Draouche, al Porto Botte, in Sardegna e da qui, una condotta attraversa tutta la Sardegna fino a Olbia.   

Da Olbia un altro metanodotto sottomarino fino a Piombino e collegamento con la rete nazionale italiana. L’Algeria dai 21 miliardi di gas esportati lo scorso anno passerà a 28 miliardi di quest’anno.

Tale contesto non poteva non far registrare un aumento delle emissioni di gas serra la principale causa del riscaldamento globale, e che torneranno ai livelli del 2019.

Diventa impossibile io credo un incremento  di 1,5° C in nove anni.

Notevoli le perdite economiche da siccità, alluvioni e frane.

 I disastri meteorologici hanno causato danni globali per 336 miliardi di dollari.

Le persone colpite sono state 48 milioni (fonte: WMO: Organizzazione meteorologica mondiale. Rapporto presentato alla Cop27 di Sharm el-Sheikh.

Problemi terribili ma anche la incapacità politica globale di dare soluzioni a interessi contrapposti.

La scienza parla di un budget del carbonio

 da intendersi come quantità massima di carbonio che può essere rilasciato nell’atmosfera, mantenendo una ragionevole possibilità di rimanere al di sotto di un determinato aumento di temperatura che secondo gli Accordi di Parigi corrispondono a 2 gradi centigradi medi di aumento di temperatura globale.  rispetto al 1800.

 Quanto ne possiamo emettere ancora?

Dall’inizio della rivoluzione industriale ne abbiamo emesso 2000 miliardi di tonnellate.

Gli oceani, il suolo, le piante ne hanno assorbito il 56% e la restante parte (44%) è finita nell’atmosfera facendo aumentare la concentrazione di CO2 dalle 280 parti per milione (ppm) del 1860 a 412 di oggi.

 IPCC fissa come obiettivo 450 ppm al 2050 per restare nei limiti della gestibilità degli effetti del riscaldamento globale cioè entro i due gradi centigradi.

Restano 1000 miliardi di tonnellate come “spazio o budget del carbonio”. Venti anni  ai ritmi attuali !

Una sfida formidabile quindi progressiva rottamazione delle fonti fossili.

IL problema per il pianeta arriva dal sottosuolo e dalla incapacità e anche dal rifiuto di gestire la transizione energetica.

A livello globale e in Italia in particolare.

Foto di Colin Behrens da Pixabay

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