Cosa succederebbe alla proprietà De Laurentiis in caso di promozione del Bari?

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“Bari ha un popolo straordinario. Del Bari se ne sta interessando non il signor Aurelio de Laurentiis ma il signor Luigi de Laurentiis, mio figlio. Ha fatto un ottimo lavoro. Ma c’è una legge, un regolamento della Federcalcio, sul quale io non sono assolutamente d’accordo (pensi che la UEFA permette a un figlio e ad un padre di avere due club che partecipano alle coppe europee) che se continuerà ad esistere, e noi non dovessimo vincere i vari ricorsi in atto, ce ne faremo una ragione e il club sarà venduto. Ci metteremo tutta la nostra capacità per portarlo in A, dove merita di essere, perché ha un milione e 200mila tifosi: l’ottava squadra italiana, l’ottava per presenze”. Il presidente De Laurentiis aveva le idee chiarissime già dall’inizio della scorsa estate, intervistato prima ancora che il Bari iniziasse la sua cavalcata verso il vertice alto della Serie B.

La norma di riferimento dell’ordinamento sportivo italiano, vista l’assenza di legislazione FIFA, risulta dal combinato disposto tra l’art. 7 dello Statuto Federale e l’art. 16 bis delle NOIR, per cui la FIGC afferma che “Su proposta del presidente federale, il Consiglio ha deliberato di vietare le plurime partecipazioni di controllo da parte di un medesimo soggetto in ambito professionistico, anche nell’ipotesi in cui una società dilettantistica, controllata da un soggetto impegnato come socio di controllo nel professionismo, salga in Serie C”. Il caso meglio noto come multiproprietà.

Sembra così di rivivere l’odissea della Salernitana di Lotito-Mezzaroma nel 2021. I campani rischiarono fino alla fine la mancata iscrizione al campionato di Serie A prima della cessione in extremis a Danilo Iervolino, 44enne imprenditore di Palma Campania e presidente dei granata dal 13 gennaio 2022. Per lui, tra l’altro è stata una vera sorpresa: “Non mi sono mai pentito di aver rilevato il club e di essere entrato in questo mondo, che mi ha fatto scoprire un nuovo modo di fare impresa”.

Lo scenario della possibile promozione dei biancorossi apre quindi nuovi orizzonti sul fronte societario. È lo stesso De Laurentiis che prova di nuovo a fare chiarezza riguardo al possibile salto di categoria dei pugliesi in Serie A: “Cosa succederà alla società? Il Bari è un progetto imprenditoriale. Sapevamo del rischio ma abbiamo continuato e investito per valorizzare questa squadra, il futuro chissà…”. Scenario paradisiaco per la tifoseria, più nebuloso per la famiglia De Laurentiis che non potrebbe gestire contemporaneamente due squadre nella stessa categoria per via delle norme federali. Al termine degli ultimi Italian Sport Award il presidente ha quindi parlato della questione multiproprietà: “Se succederà che il Bari salga in Serie A noi lavoreremo anche nell’ottica di cedere questa squadra, quando dovremo vendere per forza di cose, alla migliore organizzazione possibile, che magari continuerà a portare il Bari in alto dove merita di essere”.

Dove merita di essere allora il club dell’attuale De Laurentiis? I siti di betting che studiano l’andamento del campionato di B dimostrano grande fiducia per la squadra allenata da Mignani, e propongono bonus benvenuto e quote sempre aggiornate, che attribuiscono grandi chance di promozione per i pugliesi: salto di categoria tramite playoff, piuttosto che salita diretta in A, complice l’ottimo ritmo mantenuto finora dai galletti. Attualmente il Bari è decimo in B per valore di mercato (920mila euro) e valore della rosa (23,93 milioni), secondo i dati Transfermarkt. Ovvio che l’eventuale, quanto obbligata, cessione ad un’altra proprietà avverrebbe a cifre che non corrisponderebbero esattamente a queste.  Una squadra, quella pugliese, con 26 atleti in rosa e una media di 28 anni: cifra piuttosto alta per la categoria (primi in B), ma questo dimostra quanto possa contare, in certe dinamiche, l’esperienza degli atleti in gioco.

La Bari, come la chiamano tutti in città, e l’intera tifoseria si trovano a vivere adesso momenti diametralmente opposti sul piano emozionale. Da un lato la consapevolezza di poter tornare davvero nel calcio che conta dopo anni di disaffezione della piazza stessa, dall’altro il timore di tribolare per la cessione del club, un processo che sarebbe indubbiamente lungo e logorante.  Nella testa dei baresi riecheggiano i gol del gioiellino Cheddira e le parole di Aurelio secondo cui: “Se il Bari sarà promosso in A, la sua cessione è la soluzione più ovvia”. Emozioni contrastanti, pensieri confusi, scenari imprevedibili. Forse la cosa migliore per adesso è continuare a vivere la cavalcata straordinaria dei biancorossi e godersi il presente.

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