La pallavolista conduce la terza serata del Festival e il monologo annunciato già scatena le polemiche. Ma lei tira dritto e non chiude le porte a un possibile rientro in Italia
di Manuela D’Alessandro
AGI – Salirà sul palco per raccontarsi e raccontare e il suo monologo non mancherà di toccare i temi del razzismo, dell’inclusione. Paola Enogu, ha lasciato la nazionale italiana di pallavolo, dopo una serie di successi, perché gli insulti durante le gare erano diventati insostenibili.
Arriva sul palco dell’Ariston, per condurre il Festival assieme ad Amadeus e Gianni Morandi, dopo Chiara Ferragni e Francesca Fagnani, e la sua partecipazione scatena già la polemica politica. Di più, dopo la conferenza stampa che precede la serata. È bastato che anticipasse le sue intenzioni – “l’Italia è un Paese razzista ma sta migliorando. Non voglio fare la parte della vittima ma dire semplicemente come stanno le cose” – che le reazioni sono piovute, in un senso e nell’altro.
Il deputato di Azione Luigi Marattin ribalta la richiesta di rispetto che Enogu avanzerà dal palco. “In Italia ci sono, purtroppo, tante persone razziste. Ma l’Italia non è un Paese razzista (sono due cose diverse). E penso ci voglia più rispetto anche da parte di chi, in modo sacrosanto, chiede più rispetto”.Matteo Salvini aveva già auspicato che la pallavolista non facesse una “tirata” sul razzismo.
Ma Paola Enogu non ne fa una questione politica, anzi respinge le sollecitazioni. “Avevo detto che non avrei vissuto in Italia col governo Meloni?. Non ricordo di averlo detto”. E rivendica invece il contenuto del monologo che pronuncerà questa sera. “L’ho scritto io facendomi aiutare dagli agenti – sottolinea la campionessa -. Ho voluto potermi raccontare a 360 gradi”. Per ora il suo impegno agonistico è in Turchia e alla Nazionale italiana non ha chiuso le porte. “Sto metabolizzando, ma se ci dovesse essere la possibilità, sì”.