Sul fronte giustizia, con le proteste contro Delmastro, e sul superbonus Pd e M5s pronti a dare battaglia. La maggioranza discute su come recuperare i 19 miliardi dei crediti incagliati e si attende l’intervento del governo
i Giovanni Lamberti
AGI – Il Pd nell’Aula del Senato andrà all’attacco del presidente di palazzo Madama, La Russa, per il contenuto dell’intervista a ‘Belve’. Ma le forze dell’opposizione sono sulle barricate soprattutto sul fronte giustizia, con le proteste contro Delmastro, e sul superbonus. L’iter del decreto è partito dalla Camera, in Commissione Finanze verrà comunicata la lista di chi verrà audito, poi alle 17 del 6 marzo scade il termine degli emendamenti. Il 23 marzo, si stima, ci sarà il mandato al relatore e il provvedimento dovrebbe andare in Aula il 27 del prossimo mese.
Si sta lavorando su come recuperare i 19 miliardi dei crediti incagliati, nella maggioranza si attende l’intervento del governo che dovrebbe presentare un emendamento. Poi, in una fase successiva, quando saranno terminati i confronti con le associazioni di categoria, ci dovrebbe essere la riunione informativa chiesta dalla maggioranza. Il governo si sta confrontando, riferiscono fonti della maggioranza, con l’Agenzia delle Entrate che sta facendo delle simulazioni per valutare le ricadute finanziarie sulle aperture fatte dall’esecutivo.
“Abi e Ance, in vista della del tavolo tecnico annunciato dal ministro dell’Economia in tema di superbonus – si legge in una nota diramata dall’associazione bancaria e da quella dei costruttori – ritengono che l’utilizzo degli F24 sia indispensabile per ampliare la capacità di compensazione fiscale e risolvere il problema dei crediti incagliati che sta mettendo in grande difficoltà il sistema delle imprese”.
L’ipotesi sul tavolo, inoltre, è di mantenere la possibilità della cessione per i lavori legati al post sisma e per gli incapienti. Sul Superbonus quello che “lascia perplessi e non convince” è che il governo prende “decisioni così affrettate, gettando nel panico imprese e famiglie e poi convoca le parti”, la critica del presidente di Confindustria Bonomi. “Gli oneri della misura per il bilancio pubblico restano comunque ingenti“, e sono cresciuti nel biennio, “riflettendo la forte accelerazione nel ricorso alla misura”: il parere di Bankitalia.
“L’utilizzo degli F24 in compensazione è una proposta che abbiamo avanzato da tempo e che riteniamo valida, anche con il frazionamento, il coinvolgimento di Cdp e delle aziende di Stato, il dialogo con le banche”, dice il capogruppo di FI alla Camera Cattaneo. L’accordo politico nella maggioranza sembra chiuso, ora si tratta di mettere nero su bianco le modifiche. Intanto il presidente del Movimento Cinque Stelle Conte ha incontrato alla Camera una delegazione di imprenditori e sindacati edili.
“Ci sono varie soluzioni. Se il Governo vorrà confrontarsi, coi numeri che ha la maggioranza, in sede di conversione del decreto porteremo varie soluzioni”, ha sottolineato l’ex premier che ha accusato l’esecutivo: “L’unico buco non è, ovviamente, nel bilancio, ma è quello generato da questo decreto preso nottetempo dal governo e che rischia di generare 130mila disoccupati e di far chiudere 40mila aziende”. Dopo le parole del senatore Pd Cottarelli, che ha sostenuto la necessità dell’intervento da parte del Mef, in Fratelli d’Italia c’è il convincimento che i dem siano divisi. Ma resta la fibrillazione tra maggioranza e opposizione anche sulla vicenda Cospito. Le opposizioni hanno minacciato di disertare le riunioni in Commissione e Aula ogni qualvolta per il governo dovesse presentarsi il sottosegretario Delmastro.
“Abbiamo chiesto al Pd di smetterla, altrimenti si fanno male. Si passa alla guerra dei ‘dossier’ e metteremo in evidenza l’incongruenza tra la visita dei dem all’anarchico e le loro dichiarazioni”, osserva un ‘big’ di Fratelli d’Italia. “Non siamo pronti ad accettare diktat sulle presenze o meno dei nostri rappresentanti al Governo”, ha detto la deputata di Fdi, Varchi. Oggici saranno le audizioni dei protagonisti della vicenda (da Serracchiani a Donzelli) davanti al Giuri’ d’Onore di Montecitorio.