La dottrina sociale della Chiesa nel libro di Orazio La Rocca su Ratzinger

Attualità & Cronaca

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“ Ratzinger -La scelta” (Edizioni San Paolo) ,il bel libro di Orazio La Rocca,  rievoca i dieci anni del Papa Emerito. (Edizioni San Paolo, 2023). Il sottotitolo  “Non sono scappato” non è un’autodifesa, ma l’oggettiva  ricostruzione  di un atto di governo

di Giovanni Battafarano

Papa Francesco, in una intervista del 2016 ha riconosciuto.  “Benedetto XVI un rivoluzionario…la sua dedizione impareggiabile; la sua rinunzia ha messo in evidenza tutti i problemi della Chiesa;  non ha avuto niente di personale; è stato…il suo ultimo coraggioso atto di governo” (p.183).

Il libro di La Rocca si segnala per il rigore scientifico, l’accuratezza delle fonti,  la simpatia umana con cui descrive il personaggio Ratzinger, teologo massimo, Papa Benedetto XVI, poi soggetto a velenosi attacchi e a tentativi di strumentalizzazione, che hanno addolorato il decennio dell’Emerito.

Fra le tante questioni che il libro di La Rocca affronta, dal dialogo interreligioso al rapporto tra cristianesimo ed ebraismo, dal tema degli abusi sessuali ai grandi temi etici, dalle questioni teologiche a quelle pastorali, ho scelto di approfondire il tema della dottrina sociale della Chiesa, che ritorna più volte nel corso del decennio e che aveva trovato una approfondita  trattazione nella Caritas in Veritate del 2009.

E’ proprio Papa Francesco nell’udienza del 25 maggio 2013 a ricordare che Papa Benedetto ha sempre avvertito che, prima del profitto, c’è  sempre l’uomo e che ogni attività umana, anche quella economica… deve essere articolata …eticamente”.  (p.83) . La Rocca ricorda come l’elaborazione della Caritas in Veritate abbia tratto spunto anche dalle elaborazioni di Marco  Biagi, il giuslavorista ucciso dalle  Brigate Rosse nel 2002, e che l’Enciclica , prima della sua pubblicazione, sia stata letta e approvata da Mario Draghi, allora Governatore della Banca d’Italia.

 

Vediamo  allora  tre concetti chiave  di quella Enciclica.

   Sulle disuguaglianze

“ Continua lo scandalo di disuguaglianze clamorose. A non rispettare i diritti dei lavoratori sono a volte grandi imprese transnazionali e anche gruppi di produzione locale.” (ar.22). “Desidero ricordare a tutti, soprattutto ai governanti che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo, la persona , nella sua integrità” ( p. 25).  “ La dignità della persona e le esigenze della giustizia richiedono che le scelte economiche non facciano aumentare le differenze e che si continui a perseguire quale priorità  l’accesso al lavoro o il suo mantenimento per tutti” (p. 32).

   Sull’impresa

“la gestione dell’impresa non può tenere conto degli interessi dei soli proprietari della stessa, ma deve farsi carico di tutte le categorie di soggetti che contribuiscono all’impresa, a partire dai lavoratori(p.40): “L’economia ha bisogno dell’etica per il suo funzionamento,  di un’etica amica della persona” (p.45).

    Sul lavoro

“Il lavoro decente è quello che in ogni società sia l’espressione essenziale di ogni uomo e di ogni donna: un lavoro scelto liberamente, che associ efficacemente i lavoratori allo sviluppo della  loro comunità; un lavoro…al di fuori di ogni discriminazione; un lavoro che consenta di soddisfare le necessità delle famiglie e di scolarizzare i figli…un lavoro che permetta ai lavoratori di organizzarsi liberamente e di far sentire la loro voce; un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale; un lavoro che assicuri ai lavoratori giunti alla pensione una condizione dignitosa (p.63).

Siamo nel 2009, ad  oltre un quindicennio dal crollo dei regimi comunisti dell’Est  e papa Ratzinger avverte con lucidità che la globalizzazione, che allora sembrava trionfare, provocava  seri problemi di carattere economico, sociale ed etico.

La sua preoccupazione maggiore è di elaborare una visione della società, del lavoro, delle relazioni sociali diversa da quella prevalente del neo liberismo.

Dopo il collasso dei regimi comunisti, Francis Fukuyama aveva proclamato  il trionfo del libero mercato, della liberal democrazia e la fine della storia.

Ma Ratzinger già negli anni Novanta, dopo aver segnalato l’insostenibilità senza anima dei regimi comunisti, affermava “ Esiste un superficiale liberalismo, non meno settario e unilaterale, in cui la libertà viene identificata con l’assenza di vincoli, e progresso  appare essere ciò che recide ogni legame”.

Questa profonda elaborazione sociale trova nella Caritas in Veritate la sua espressione più alta,  l’ Umanesimo integrale basato sulla “persona cha lavora”.

E’ interessante notare che su questo concetto  della “ persona che lavora” si può individuare una interessante convergenza con un filone della cultura di sinistra che risale all’indomani del secondo dopoguerra.  Già nell’aprile del 1945, Concetto Marchesi, straordinario intellettuale e  padre costituente,  pronunciava un intervento dal titolo “ La persona umana nel comunismo”.

Quando noi ripetiamo la notissima sentenza di Marx che non la coscienza degli uomini determina la loro esistenza sociale, non intendiamo imprigionare in questa frase lo spirito dell’uomo, né violare o negare il mistero dell’individuo, ma intendiamo solo trovare il filo conduttore che possa condurci attraverso il labirinto della storia umana”. Non a caso il concetto di persona umana è alla base del fondamentale art. 3 della Costituzione.

“ E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale  che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”

Il tema del lavoratore come persona ritorna in Bruno Trentin, che in numerosi scritti a cavallo tra i due secoli, affronta i temi della società civile, le diseguaglianze su scala mondiale, i diritti della persona dentro e fuori la fabbrica. Emergono in Trentin fonti di ispirazione nuove, come la rivalutazione  del personalismo cristiano e del pensiero libertario.

E  Mario Tronti” La persona non è l’individuo. La persona è quello che  l’individuo non potrà mai essere. Persona è concetto capace di tenere, dentro di sé, la differenza del maschile e del femminile. Mai persona può essere soggetto neutro, come di fatto è l’individuo”.

La persona che lavora segna una discontinuità rispetto alla tradizione di sinistra della classe operaia o dell’operaio massa. Non a caso, come ricorda Stefano Fassina, la Conferenza per il lavoro del 2011 a Genova è incentrata sul rapporto persona- lavoro- democrazia. Perciò oggi si parla  di Neoumanesimo laburista , come di una traiettoria culturale e politica per realizzare una inedita alleanza di donne e uomini di soggetti e interessi  sia a livello nazionale sia a livello internazionale.

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Un recentissimo libro di Aldo Schiavone “Sinistra! Un manifesto”  si spinge oltre. Il cambiamento ha separato per sempre la lotta di classe dalla sinistra, la quale  potrà recuperare un ruolo trainante in una nuova idea di uguaglianza e su un modello di cittadinanza all’altezza di una  civiltà planetaria in divenire. Non più in nome della classe o della nazione, ma in nome dell’universale umano.

    Tornando all’ Enciclica sociale di Papa Benedetto XVI, essa ,a  quattordici anni di distanza, conserva una forte attualità

Le diseguaglianze sono aumentate, il lavoro rimane spesso precario, povero, insicuro, non dignitoso,  frutto anche delle  varie crisi economiche, delle policrisi come si dice oggi. I lavoratori legati alle piattaforme digitali continuano ad essere senza diritti. Urge costruire una larga alleanza intorno al concetto della persona che lavora, che è compito delle istituzioni democratiche, delle forze sociali e culturali. Il libro di Orazio La Rocca ci  restituisce  il ritratto di un pontefice considerato un conservatore, ma che nel campo della dottrina sociale della Chiesa ha offerto una elaborazione all’avanguardia per il riscatto della “persona che lavora”.

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