Bruno Astorre, una vita per il Lazio e la politica

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La carriera del senatore del Pd scomparso è stata caratterizzata dall’inscindibile legame con il suo territorio: Roma e il Lazio. La scalata dal consiglio comunale di Colonna, ai Castelli Romani, fino alla Camera Alta del Parlamento

di Paolo Molinari

© Francesco Fotia / AGF
– Gli uffici del Senato a Palazzo Cenci

AGI – Il Partito Democratico e con esso tutta la politica italiana piange il senatore Bruno Astorre, segretario del Pd Lazio, il cui corpo è stato trovato senza vita a Palazzo Cenci, a Roma, dove aveva il suo ufficio.

Una vita caratterizzata dall’inscindibile legame con il territorio dal quale veniva, Roma e il Lazio. Lo stesso territorio che ha permesso ad Astorre di scalare tutte le istituzioni, dal consiglio comunale di Colonna, ai Castelli Romani, fino alla Camera Alta del Parlamento.

Nato a Roma, l’11 marzo del 1963, Astorre compie i primi passi nella politica con la Democrazia Cristiana per essere eletto consigliere comunale a Colonna, a pochi chilometri dalla capitale, nel 1995 con il Partito Popolare Italiano. Nel 1998 approda in consiglio comunali, primo degli eletti per preferenze.

Nel 2003 la prima consiliatura alla Regione Lazio, con La Margherita, per poi essere rieletto nel 2005 nelle liste de L’Ulivo, che sostengono il candidato presidente vincente, Pietro Marrazzo. Diventa così assessore ai Lavori Pubblici e alla Casa nella giunta Marrazzo, incarico che mantiene fino a quando, il 16 settembre 2009, diventa Presidente del Consiglio regionale del Lazio, subentrando a Guido Milana nel frattempo eletto eurodeputato al Parlamento europeo.

Alle elezioni regionali del 2010 si candida per la terza volta con il Pd, nella coalizione a sostegno della radicale Emma Bonino, venendo eletto al consiglio regionale del Lazio, risultando primo degli eletti con il Partito Democratico. Quindi, il 12 maggio 2010, viene eletto vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, in quota della minoranza, in quota di minoranza: presidente della Regione per la coalizione di centrodestra è infatti Renata Polverini.

Dopo la turbolenta fine della consiliatura Polverini e alle travagliate dimissioni della presidente della Regione Lazio, Astorre nel dicembre si candida nel 2012 alle ‘parlamentarie’ del Pd per le elezioni politiche dell’anno successivo. Arriva terzo (dietro Marietta Tidei ed Annamaria Parente) con circa 7200 preferenze, e perciò ottiene un posto nella lista regionale per il Senato della Repubblica. Alle elezioni politiche del 2013 viene candidato nelle liste del Pd al Senato della Repubblica, nella circoscrizione Lazio, e successivamente eletto senatore per la XVII Legislatura.

Il 4 dicembre 2013 è eletto al Senato, a scrutinio segreto, membro della commissione di vigilanza della Cassa depositi e prestiti. Eletto all’Assemblea nazionale del Partito Democratico nelle primarie del Partito Democratico dell’8 dicembre 2013, è stato nominato membro della Direzione nazionale del Partito Democratico. Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 viene ricandidato nella medesima circoscrizione per la coalizione di centro-sinistra in quota Pd e rieletto senatore. Successivamente, entra a fa parte della VIII Commissione Lavori Pubblici, comunicazioni, di cui è segretario. Il primo dicembre 2018 viene eletto segretario regionale del Pd per il Lazio.

Alle elezioni politiche anticipate del 25 settembre 2022 viene candidato per il Senato come capolista nel collegio plurinominale Lazio 02 risultando eletto.

 

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