Referendum contro la caccia: i motivi della raccolta firme

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Il referendum è un potente e importante strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all’articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana. Con questo istituto giuridico si richiede al corpo elettorale il consenso o dissenso rispetto a una decisione riguardante singole questioni. Proprio per questo motivo si tratta di uno strumento di democrazia diretta, che consente agli elettori di pronunciarsi senza nessun intermediario su un tema specifico oggetto di discussione. Una delle ultime proposte referendarie degne di nota è quella promossa dall’associazione ORA Referendum Contro La Caccia e dal presidente Giancarlo De Salvo.

Referendum – Foto: Pixabay.com

Si tratta di una proposta referendaria di totale abolizione della caccia. Le statistiche riportano che circa il 70% degli italiani chiederebbe una sospensione permanente di qualunque tipo di azione legata ad essa. Come stabilito dalla legge, servono 500mila firme da parte degli elettori.

Il team di ORA si sta adoperando per dar vita ad un pronunciamento popolare in merito alla questione mediante l’allestimento di banchetti nelle piazze di ciascuna provincia che verrà man mano coinvolta, secondo un calendario ben strutturato, e la ricerca di volontari che possano accogliere quanti siano disposti ad appoggiare la causa.

L’obiettivo dei soci è contrastare ad ogni costo la caccia in ogni angolo del Paese e ottenere provvedimenti con valore giuridico-costituzionale sulla base di tre punti fondamentali:

– Tutela della bio-diversità: si calcola che più di 400 milioni di animali vengono uccisi legalmente ogni anno e che molteplici specie autoctone siano a rischio d’estinzione. Inoltre, la mancata salvaguardia della fauna sta arrecando ingenti danni all’agricoltura biologica;

– Tutela dell’ambiente: sono circa 17mila le tonnellate di piombo disperse nell’ambiente, per un totale di circa 500 milioni di cartucce da sparo, che provocano un danno irreparabile al territorio;

– Tutela dei cittadini: sono molti i civili che, non di rado, restano coinvolti in incidenti spiacevoli sul suolo di caccia. Ogni anno se ne verificano circa un centinaio e si contano più di 70 incidenti e una trentina di morti solo nell’ultimo anno.

«Ho deciso di dar vita al primo referendum itinerante sulla caccia costituendo l’associazione ‘ORA Referendum contro la caccia’ nella speranza di riuscire ad abolirla in quante più province o regioni d’Italia – ha dichiarato il Presidente De Salvo –. Si tratta di un’operazione di notevole importanza e rappresenta un’imperdibile opportunità perché è l’unica strada percorribile per poter arrivare ad un reale cambiamento. L’ambiente che ci circonda va protetto e non distrutto, uccidendo gli animali che lo popolano o inquinandolo con piombo e plastica. Sono certo che l’unione di tutti quelli che hanno a cuore questa causa sarà grande e avrà modo di fare rumore nel nostro sistema sociale. Insieme vinceremo il referendum contro la caccia. Ideali tanto onorevoli renderanno senza ombra di dubbio la nostra Nazione migliore da tutti i punti di vista».

 

One Reply to “Referendum contro la caccia: i motivi della raccolta firme”

  1. Federico Marchetti ha detto:

    Sono Federico Marchetti..un vostro volontario a disposizione

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