Georgia: i timori sulla legge per agenti stranieri

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Si tratta di due distinti ddl, presentati alla fine di febbraio al Parlamento: uno ‘Sulla trasparenza dell’influenza straniera’ e l’altro ‘Sulla registrazione degli agenti stranieri’

AGI –  Il partito al governo in Georgia ha annunciato il ritiro del controverso disegno di legge sugli “agenti stranieri” dopo due giorni di massicce manifestazioni contro l’iniziativa, vista come una “legge scritta dal Cremlino” per via della somiglianza con un testo simile, usato in Russia per silenziare il dissenso.

Mentre l’opposizione chiede di continuare le proteste per avere chiarimenti sulla tempistica e la modalità del ritiro del ddl – giudicato dalla Ue “incompatibile” col processo di adesione intrapreso da Tbilisi – cresce la preoccupazione che la nazione ex-sovietica abbia intrapreso una svolta autoritaria e continui a mantenere una posizione cauta rispetto alla guerra in Ucraina e ai legami del Paese con Mosca.

Il partito al governo, ‘Sogno georgiano ha affermato in una dichiarazione che il disegno di legge è stato “presentato in cattiva luce e in modo fuorviante” e ha assicurato di voler “spiegare meglio” lo scopo della legge, dopo averne annunciato il ritiro. Ma cosa prevede il testo?

Il testo prevede due distinti ddl

Si tratta di due distinti ddl, presentati alla fine di febbraio al Parlamento: uno ‘Sulla trasparenza dell’influenza stranierà e l’altro ‘Sulla registrazione degli agenti stranieri.

Il primo, sostenuta da ‘Sogno georgiano e già approvato in prima lettura, richiede a qualsiasi organizzazione che riceva più del 20% dei propri finanziamenti dall’estero di registrarsi come “agente straniero” e sottoporsi a rigidi controlli finanziari, autorizzando lo Stato ad accedere alle informazioni personali dei membri delle organizzazioni e dei terzi coinvolti nelle loro attività.

La mancata registrazione prevede multe del valore di 9.600 dollari; inoltre, Ong e media – su cui si concentrano le preoccupazioni per un giro di vite – dovranno presentare rendiconti finanziari regolari e potrebbero essere sanzionati o banditi dalle autorità in caso di irregolarità.

La seconda bozza di legge, che non è mai stata votata dal Parlamento, prevede sanzioni sia amministrative che penali, nel caso in cui persone giuridiche o organizzazioni finanziate dall’estero e che si occupano, tra le altre cose, di attività politiche o giornalistiche, evitino di registrarsi come “agenti stranieri”.

Un concetto come “attività politiche”, però, non è chiaramente definito nella legge e potrebbe limitare il diritto alla libertà di associazione o di espressione, secondo i detrattori del documento tra cui le principali Ong, gli Usa, l’Onu e la Ue. In questo secondo ddl, sono previste anche pene detentive fino a cinque anni.

I critici di entrambe le proposte le ritengono fotocopie della legge, approvata nel 2012, dalla Russia e usata per chiudere Ong e media bollandoli come “agenti stranieri”, un termine di memoria sovietica, di fatto, sinonimo di “traditori”.

Il partito di governo, in Georgia, si è difeso spiegando che la nuova legislazione si ispira al Foreign Agents Registration Act (Fara), in vigore negli Stati Uniti; ma secondo molto analisti, il paragone è improprio: rispetto al Fara, o al registro europeo delle lobby, i testi georgiani prevedono misure punitive sproporzionate, in caso di mancata registrazione, come anche il potere di acquisizioni di dati conferito al ministero della Giustizia che li rende più simili alla legislazione adottata dalla Russia.

 

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