Gli immigrati non bastano, nel 2022 persa una città come Modena

Economia & Finanza

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L’anno passato la popolazione residente italiana è scesa di quasi 180 mila abitanti, fa sapere l’Istat, nonostante il numero di cittadini stranieri sia cresciuto del 13,3% a causa del “forte impulso” legato alla guerra in Ucraina

© Alessandra Rossi / AGI

– I profughi ucraini arrivati in Italia

 

AGI – Nonostante il forte incremento dell’immigrazione legato alla guerra in Ucraina, al 31 dicembre 2022 la popolazione residente italiana è scesa di circa 179 mila unità – una cifra di poco inferiore alla popolazione di una città come Modena – flettendo dello 0,3% a 58.850.717 abitanti.

Gli strascichi della pandemia

Al termine dello stato di emergenza sanitaria a fine marzo 2022 “la dinamica demografica restituisce l’immagine di un bilancio di popolazione ancora perturbato dagli strascichi della pandemia”. La perdita di popolazione registrata nel primo trimestre risulta, infatti, pari a 83 mila unità, ben il 46,4% del calo conseguito nell’intero anno. L’ulteriore successivo calo di nascite e l’eccesso di mortalità dei mesi estivi, legato alle persistenti ondate di calore, hanno ulteriormente aggravato la dinamica naturale. Allo stesso tempo, la ripresa dei movimenti migratori internazionali – in parte dovuta agli effetti della crisi in Ucraina – produce effetti positivi, contribuendo al rallentamento del deficit di popolazione.

La perdita di popolazione si manifesta in tutte le ripartizioni, anche se con diversa intensità. Al Nord il decremento è di -0,1%, rispetto a -0,4% del 2021 ed anche al Centro il calo è più contenuto (-0,3 contro -0,5% del 2021). Il Mezzogiorno, invece, subisce effetti più pronunciati passando dal -0,2% del 2021 al -0,6% nel 2022. La perdita complessiva di popolazione conseguita nel 2022 su base nazionale non si discosta da quella del 2019 (-0,3%).

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L’anno passato nel nostro Paese sono venuti al mondo 392.598 bambini, in calo dell’1,9% rispetto al 2021. La crisi sanitaria e le conseguenti incertezze economiche – sottolinea l’Istat – potrebbero avere incoraggiato le coppie a rimandare ancora una volta i loro piani di genitorialità. A livello territoriale c’è un lieve recupero al Sud

Chi muore non viene rimpiazzato a sufficienza

Il nuovo record minimo di nascite (393 mila) e l’elevato numero di decessi (713 mila) continuano a produrre un forte impatto sulla dinamica naturale. Dal 2008, anno in cui si è registrato il valore massimo relativo di nascite degli ultimi 20 anni, “l’Italia ha perso la capacità di crescita per effetto del bilancio naturale, non rimpiazzando a sufficienza chi muore con chi nasce”.

Il deficit del saldo naturale è aumentato in modo progressivo, raggiungendo i picchi più elevati nel biennio 2020-2021, quando si è registrata una perdita di oltre di 300 mila persone in media annua. Al deficit della componente naturale negli anni di pandemia, nel 2022 si somma un ulteriore decremento di 320mila unità, determinando in soli tre anni la perdita di 957 mila persone, all’incirca la popolazione di una città come Napoli.

Il persistere degli effetti dell’epidemia fino alla primavera ha contribuito a determinare solamente nei primi tre mesi del 2022 una perdita di 105 mila unità, pari al 32,7% del saldo naturale dell’intero anno. Inoltre, per il periodo estivo, l’eccesso di mortalità registrata nel mese di luglio provoca un aumento del 58,3% del deficit naturale rispetto allo stesso mese del 2021.

Il tasso di crescita naturale, pari al -5,4 per mille a livello nazionale, varia dal -0,6 per mille di Bolzano al -10,2 per mille in Liguria. Nel complesso, quasi tutte le regioni conseguono nel 2022 un peggioramento del tasso di crescita naturale rispetto all’anno precedente, con le sole eccezioni del Friuli Venezia-Giulia (-7,2 per mille contro -7,8 per mille) e della Puglia (-4,7 per mille contro -5,1 per mille).

Le cifre dell’immigrazione

La dinamica positiva delle iscrizioni dall’estero, già rilevata nel 2021 a seguito dell’allentamento dei vincoli agli spostamenti del periodo di pandemia, prosegue nel 2022 con un incremento del 13,3% (360.685) rispetto all’anno precedente, riportando le immigrazioni ai livelli pre-Covid (+8,4% sul 2019), segnala ancora l’Istat, sottolineando che “forte impulso all’aumento di iscrizioni dall’estero è dato dalle conseguenze dello scoppio del conflitto in Ucraina con la Russia”.

La presenza stabile della comunità ucraina in Italia (225.307 censiti a fine 2021) spiega l’effetto di attrazione esercitato dall’Italia sui profughi in fuga dalla guerra. Al 31 dicembre si contano in Italia 146 mila persone provenienti dall’Ucraina con un permesso per protezione temporanea, con un picco di emissioni tra aprile e giugno 2022 (il 56% del totale) e un consistente aumento di iscrizioni in anagrafe dall’estero di cittadini ucraini (da circa 9 mila nel 2021 a 30 mila nel 2022).

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