L’autogol dell’ad di Tik Tok

Economia & Finanza

Di

L’audizione davanti al Congresso Usa di Shou Zi Chew,  ceo del social network cinese, è stata giudicata un disastro da più di un osservatore. Era chiamato a rassicurare gli americani riguardo il rischio sicurezza che Tik Tok rappresenta ma è apparso incerto e non ha convinto i deputati
© JONATHAN RAA / NURPHOTO / NURPHOTO VIA AFP – Byte Dance logo

 

AGI –  Qualche osservatore l’ha definito un “disastro“, un autogol che non aiuterà TikTok a fermare la campagna lanciata negli Stati Uniti contro il social cinese di ByteDance. Prima ancora che l’audizione davanti al Congresso del ceo Shou Zi Chew finisca, più di un analista del settore digitale ha parlato alla Cnn di “disaster moment”.

Il Ceo era chiamato a rassicurare gli americani riguardo il rischio sicurezza che TikTok rappresenta, considerato come uno strumento per raccogliere dati sensibili di milioni di persone e da consegnare al governo di Pechino. In poche settimane la situazione è precipitata e TikTok è diventata la “app spia” d’America.

Prima hanno cominciato i singoli Stati a vietare ai loro dipendenti di scaricare la app sui dispositivi amministrativi, poi è toccato al Congresso e alla Casa Bianca. Questa ondata di diffidenza nei confronti di TikTok si sarebbe dovuta fermare davanti alla testimonianza dal vivo dal giovane Ceo, un rampante e colto manager di Singapore, temprato da corsi di sopravvivenza al tempo in cui doveva servire nell’esercito del suo Paese.

L’incertezza di Shou Zi Chew

Ma alla fine, messo sotto torchio dai rappresentanti della commissione Energia e Commercio della Camera, Chew è parso incerto. Ha definito il rischio sicurezza “ipotetico e teorico”, sollevando qualche sopracciglio tra i deputati, mai cosi’ uniti.

“Come possono essersi sbagliati – ha chiesto la Repubblicana dell’Arizona Debbie Lesko – tutti i Paesi che hanno vietato TikTok? E lo stesso direttore dell’Fbi?”. “Io penso – ha risposto il Ceo – che molti di quei rischi messi in evidenza siano ipotetici e teorici”. “Non ho visto nessuna prova – ha aggiunto – sto aspettando di vederle per poter rispondere realmente alle preoccupazioni che sono state sollevate”.

Nessuna promessa sui dati

Quando gli è stato chiesto della disinformazione sul social, Chew ha ribattuto: “Siamo l’unica piattaforma che non accetta pubblicità elettorali. Non accettiamo soldi. Non penso che altre piattaforme possano dire altrettanto”. “Noi – ha continuato – prendiamo molto sul serio la disinformazione, in particolare quella riguardo un’elezione”. Il ceo ha poi detto che TikTok non ha venduto i dati degli utenti, ma non ha promesso che non lo farà mai.

“Alcuni membri della nostra industria – ha ammesso – lo fanno. Io penso che serva una legge più ampia per aiutare noi, e l’intero settore, ad affrontare questo problema”. Della struttura di ByteDance si sa poco, delle sue interazioni con il social ancora meno. La app di TikTok è stata scaricata, nel 2021 e nel 2022, da 150 milioni di utenti americani. Alcune organizzazioni hanno chiesto apertamente al Congresso di non mettere al bando la piattaforma cinese per non “comprimere il diritto d’espressione già sotto attacco in tutto il mondo”.

Ma la testimonianza di Chew, secondo alcuni media, non ha aiutato la causa. Alla fine, a sorridere potrebbe essere il maggiore antagonista di TikTok, Mark Zuckerberg, fondatore di Meta, che solo poco più di tre anni fa, davanti alla Congresso, si vide messo sul banco degli imputati. Ora tocca a quello che è stato considerato la causa della crisi dei conti di Facebook e di Instagram. Se il primo round non è andato ancora a Zuckerberg, di sicuro Chew non appare il vincitore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube