Reset:l’ ultimo romanzo di Pasqualino Di Blasi.Intervista

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Intervista a cura del Co-direttore Daniela Piesco 

Pasqualino entriamo subito nel vivo :
parlaci di Reset il tuo ultimo romanzo.

La storia costituisce un momento di riflessione sul progresso tecnologico verso cui è protesa la nostra attuale civiltà, progresso contraddistinto dal ruolo primario che si appresta a rivestire l’intelligenza artificiale, e che minaccia di modificare gli assetti economici e sociali, alterando i caratteri peculiari dell’essenza umana. Il protagonista, Adam, un architetto e archeologo di New York, rinviene un’antica stele sumera con una imperscrutabile profezia sul destino dell’umanità è da quel momento la sua vita sarà contraddistinta da arcani presagi con l’amicizia con un ingegnere informatico e una travolgente relazione amorosa con una ballerina. Una figura misteriosa di uno sciamano messicano lo guiderà verso una nuova consapevolezza sul destino del Mondo quando nell’anno 2048 l’umanità si troverà a vivere nell’era del transumanesimo in cui a fianco alla razza degli antichi umani è stata creata una specie di post umani, degli androidi evoluti con smisurate capacità intellettive che, in un nuovo ordine mondiale distopico di orwelliana memoria, minacciano la sopravvivenza della stessa razza umana. Ma Adam sente di essere chiamato, proprio da quell’antica profezia, ad avere un ruolo prioritario nella salvezza dell’antica umanità. Il racconto si dipana su tre assi temporali; il presente, il futuro ipertecnologico e il ritorno ad un mondo primitivo e le tre dimensioni si alternano nella narrazione con vari riferimenti simbolici in cui riveste un ruolo prioritario l’immagine mitologica della fenice, l’uccello sacro simbolo della rinascita dopo la morte. Così come la Ziggurat di Ur in Mesopotamia, luogo in cui Adam ha rinvenuto l’antica stele, si carica di importanti riferimenti simbolici legandosi col monumento moderno di New York da cui avverrà la traslazione al Nuovo Mondo. I punti cardini della narrazione sono riferiti ai valori assoluti dell’esistenza umana con un’alta valenza sociale e spirituale; la famiglia, l’amicizia e l’amore, valori che si pongono in contrapposizione alla fredda essenza della macchina e dell’intelligenza artificiale, destinata a soppiantare l’uomo in tanti ambiti nella società del prossimo futuro. La nuova vita di Adam in un Mondo rinnovato e primitivo è un’avventura verso il risveglio, un’avventura che si svolge in Arizona, nei pressi di Phoenix, città che porta proprio il nome della fenice, dopo che nel vecchio Pianeta, spietato e dominato dalla tecnologia, l’umanità ha smarrito i connotati che l’hanno caratterizzata dalla notte dei tempi. Il racconto si pone come una sublimazione della natura umana, consolidata nel corso di una evoluzione plurimillenaria, fino ad elevarla ad un livello di sacralità e vuol essere un invito a tutelare tale essenza naturale dinanzi alla crescita esponenziale della tecnologia che, accanto ad alcuni vantaggi pratici, minaccia di estinguere per sempre i connotati originari della nostra specie, basati sulla capacità di provare profonde emozioni e sentimenti empatici verso un altro essere.

Gli scrittori; c’è chi li immagina chini sulla macchina da scrivere, con un bicchiere di whisky, il posacenere pieno di cicche e musica jazz in sottofondo; ci sono autori come Malamud che raccontano la disciplina di chi si sveglia al mattino e “deve scrivere” per ore o di chi batte sui tasti con forza e istinto, sudando sulla macchina da scrivere, fino a impregnarne lo stesso manoscritto; e c’è chi trae ispirazione in un momento particolare e scrive dove capita e con mezzi a volte improbabili. Tu che tipo di scrittore sei? Hai un luogo/stanza dove preferisci scrivere?

Mi ritengo una persona normale che, purtroppo, può dedicare alla scrittura solo una parte molto residuale del proprio tempo, dovendo fare altro. Le idee migliori si presentano quando non ho condizionamenti dall’ambiente esterno. Mi capita spesso di alzarmi di notte dal letto per appuntarmi idee particolari che le distrazioni giornaliere non mi consentono di mettere a fuoco.

Ricordi il primo libro che hai letto? E la prima storia che hai scritto?

Forse, Cappuccetto rosso o I tre porcellini quando ero piccolo, non ricordo. La prima storia che ho scritto si riferisce al mio primo romanzo, pubblicato nel 2014, Insegnami ad amare.

Qual è stato il primo libro che ti ha colpito e perché?

“Il figlio” di Philipp Meyer è stato un romanzo che mi ha intrigato molto per il carattere crudo e spietato del racconto.

Chi è il tuo scrittore preferito?
Dante Alighieri.

Quale personaggio in un libro ti sarebbe piaciuto incontrare o creare?

Lo sciamano messicano del mio ultimo romanzo “Reset”.

Quale scrittore o libro ha influenzato il tuo lavoro di autore?

Dan Brown e Philipp Meyer.

Cosa stai leggendo adesso?

Enigma Raffaello.

Cosa stai scrivendo adesso?

C’è un progetto in cantiere sulla vita e il mistero della morte di Raffaello Sanzio.

Stili una scaletta prima di scrivere un romanzo o un racconto o vai dove ti porta la storia?

A mio avviso non ci si dovrebbe lasciare trasportare dall’evolversi della storia ma bisognerebbe guidare gli eventi ed avere chiaro in mente cosa si vuole dire. Poi accade che nel dipanare gli avvenimenti il tutto può essere condito di dettagli inaspettati e imprevisti, ma il messaggio da trasmettere deve essere ben chiaro dall’inizio.

Come fa un personaggio ad entrare nel cuore dei lettori?

Ritengo che un personaggio può entrare nel cuore dei lettori se costituisce un modello a cui ispirarsi in quanto portatore di determinati valori, se riesce a veicolare i sentimenti che scaturiscono dinanzi agli eventi più estremi della nostra esistenza, come l’amore e la morte.

C’è un consiglio che vorresti dare?

Ai lettori di orientarsi verso libri in grado di emozionarli e di stimolarli ad un pensiero critico rispetto ai tempi che viviamo, prescindendo dal nome dell’autore, e agli scrittori, spesso a corto di idee originali e rapiti dalla smania di seguire interessi commerciali, di non limitarsi a meri esercizi stilistici in cui l’obiettivo primario finisce per essere la sola gradevolezza letteraria, dato che il perseguimento di un raffinato risultato stilistico in un testo non dovrebbe mai penalizzare il valore del messaggio che si vuole veicolare.

Alcuni cenni sull’ autore 

Di Blasi Pasqualino Giuseppe, nasce a Fontanarosa (AV) ed ivi  vi resiede, è laureato, con lode, in Architettura e Docente di Disegno e Storia dell’Arte al Liceo Scientifico.
Nel 2014 ha pubblicato il romanzo “Insegnami ad amare”, con la Casa editrice Graus di Napoli.
Nel 2019 ha pubblicato il testo tecnico “Il Carro, un monumento da tenere in equilibrio, dalla conoscenza alla tutela” con la Casa editrice Delta 3 di Grottaminarda (AV).
Attualmente svolge la libera professione di architetto ed è docente di Disegno e Storia dell’Arte al Liceo scientifico.

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