Meloni e la sfida delle riforme: il Pnrr va cambiato

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Il nuovo codice degli appalti, l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’emergenza migranti e il nuovo decreto bollette tra i temi affrontati durante l’incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio, che ha annullato la trasferta a Udine per la chiusura della campagna elettorale

Giorgia Meloni

 

AGI – Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un colloquio al Quirinale – definito “lungo e cordiale” da fonti di governo – con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “È stata una lunga conversazione, svoltasi in un clima di cordialità e collaborazione”, hanno sottolineato fonti del Quirinale.

La colazione, a quanto si apprende, ha avuto come oggetto i provvedimenti sul tappeto, in particolar modo il nuovo codice degli appalti e il tema dell’attuazione del Pnrr. Secondo quanto si apprende, il capo dello Stato e il premier hanno affrontato anche i temi dell’emergenza migranti e il nuovo decreto bollette.

Annullata la trasferta di Udine

Doveva essere la foto di famiglia del centrodestra prima della terza sfida elettorale da quando la coalizione è al governo. Ma il pranzo con Sergio Mattarella al Quirinale – “programmato”, stando a quanto riferito dal Colle e da Palazzo Chigi – si è prolungato oltre le previsioni e il presidente del Consiglio non è riuscito a raggiungere Udine per ‘tirare la volata’ a Massimiliano Fedriga, insieme agli alleati Matteo Salvini e Antonio Tajani.

“Non ce l’ho fatta ad arrivare a Udine. Stavolta ho fallito sono mortificata, non sono riuscita a prendere l’ultimo volo utile per venire da voi. Ma penso che mi perdonerete“, ha spiegato il premier, in collegamento video con la manifestazione del centrodestra. Dopo aver tessuto le lodi del governatore leghista uscente in corsa per la riconferma – “un amico, un amministratore capace, un alleato leale” – nel lungo collegamento, Meloni si è soffermata su risultati raggiunti e obiettivi del governo che guida da cinque mesi.

In terra di autonomia ha rivendicato la “centralità” del progetto governativo di autonomia differenziata. “L’autonomia non è ‘tolgo a qualcuno per dare a qualcun altro’ ma è ‘se sei bravo in un lavoro, io Stato te ne do’ dell’altro”, ha spiegato. “L’autonomia può rappresentare una sfida per far crescere dei territori: più autonomia più coesione”.

“Nelle prossime settimane arriveranno in Consiglio dei ministri, in Parlamento le altre riforme fondamentali per i prossimi decenni”, ha poi annunciato, confermando che la riforma dello Stato in senso presidenziale è “obiettivo di legislatura”. Meloni ha poi rivendicato la scelta di abolire il reddito per chi non accetta di lavorare (“sta dando i suoi frutti”) e la compattezza della coalizione di governo che guida.

“Noi come sempre ci presentiamo compatti e uniti” a questa tornata elettorale “come a livello nazionale con buona pace per quelli che ogni giorno raccontano di liti”, ha detto. “Ma questa è una buona notizia: quando si ha bisogno di mentire per attaccarti significa che di motivi veri per farlo ce ne sono pochi. Mi pare siano altri ad a essere un po’ nervosetti. Dov’e’ il disastro che il governo di centrodestra avrebbe portato, l’isolamento internazionale, dov’e’ il nervosismo dei mercati?”, ha chiesto.

Ma tra i passaggi più importanti su cui si è soffermata, c’è quello riguardante il tema dell’attuazione del Pnrr, argomento di confronto, tra gli altri, anche con il presidente della Repubblica. “Abbiamo deciso di tagliare il cuneo fiscale promuovendo un lavoro capillare e certosino per rimodulare un Pnrr, che non abbiamo scritto noi ma sul quale noi non stiamo facendo altro che cercare di renderlo compatibile con quello che è stato scritto ma anche con priorità nuove per la nostra nazione a partire dal tema della sicurezza energetica. È un programma ambizioso e gli ostacoli per portarlo avanti non mancheranno pero’ se c’e’ una cosa che non ci manca è il coraggio, la visione e il rispetto per i cittadini”, ha garantito Meloni.

Sul tema del Pnrr particolarmente critico con Bruxelles il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Non c’è” preoccupazione per l’attuazione del Pnrr, “stiamo lavorando perche’ i progetti si possano attuare. La commissione aveva approvato una serie di progetti, ora prova a ridire su progetti di Venezia e Firenze, la commissione prima deve mettersi d’accordo con se stessa perché se aveva approvato qualche mese fa e ora dice che non va bene piu'”, ha detto il forzista, parlando coi giornalisti.

“Noi eravamo al governo con Draghi quando sono stati approvati, ora siamo pronti a discuterne ma anche la commissione deve essere piu’ coerente“, ha aggiunto. Tajani è stato critico anche rispetto al richiamo del Parlamento ue allo stop delle registrazioni all’anagrafe delle famiglie arcobaleno. “Non si può’ sfruttare la donna: non è una macchinetta delle sigarette. L’utero di una donna non deve essere utilizzato per sfornare figli come se fosse un forno dove si sfornano le patate arrosto. Le donne non è che possono decidere sull’utero in affitto non si può mercificare il proprio corpo – ha detto -. Al Parlamento Ue rispondo che le regole si scrivono in Italia: non è una questione di competenze europee”.

Sul tema della maternità surrogata, durissimo il segretario leghista Matteo Salvini. “Pare che ora si possa scegliere il colore dei capelli, degli occhi, pare ci sia Oltreoceano una nuova start-up. L’utero in affitto e i bimbi comprati con un click online sono una schifezza, un crimine contro l’umanità, sono morte”, ha sostenuto dal palco. Il comizio, che chiudeva anche la campagna elettorale del candidato sindaco di Udine, Pietro Forlanini, si è concluso con l’esecuzione dell’inno di Mameli. Tutti in piedi sul palco per la foto di famiglia, gli esponenti di FdI e di FI, tra cui Tajani e il ministro Luca Ciriani, hanno intonato le strofe dell’inno. A maggior ragione in una terra autonomista come il Friuli, silenti Fedriga a Salvini.

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