L’ad ha traghettato la società tra prezzi del petrolio sotto zero (aprile 2020) e una corsa a sostituire il gas russo assicurando gli approvvigionamenti italiani ed europei. E chiudendo il 2022 con utili record
AGI – Un triennio sulle montagne russe per il settore energetico e per il mondo intero iniziato, all’inizio del 2020, con la pandemia da Covid e concluso con la guerra tornata in Europa dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Un periodo cominciato con il crollo delle quotazioni di petrolio per il lockdown del pianeta e terminato con il fenomeno opposto, l’impennata dei prezzi a causa dalle tensioni geopolitiche globali.
In questa tempesta perfetta, Claudio Descalzi, ha traghettato l’Eni tra prezzi del petrolio sotto zero (aprile 2020) e una corsa a sostituire il gas russo assicurando gli approvvigionamenti italiani ed europei, chiudendo il 2022 con utili record. Descalzi, nato a Milano nel 1955, laurea in fisica all’Università degli Studi di Milano, viene confermato alla guida del Cane a sei zampe per il suo quarto mandato.
Come detto, le difficoltà non sono mancate in questi nove anni di governo del gruppo: basti pensare che nel 2014, quando il manager, che ha speso tutta la vita lavorativa all’interno di Eni, è stato nominato alla guida dell’azienda, il petrolio valeva 100 dollari al barile. Di li’ a poco le quotazioni crolleranno, fino ai minimi di 27 dollari (gennaio 2016) ma grazie alle misure di efficienza, taglio dei costi (“senza toccare un solo posto di lavoro”, ripete sempre l’ad) e alla scoperta di giacimenti negli ultimi anni Eni è diventata un’azienda più agile e forte.
Durante il momento più drammatico del Covid, con i consumi crollati in tutto il mondo e le quotazioni di petrolio sotto i 20 dollari al barile, Descalzi è intervenuto velocemente, modificando il piano strategico e apportando quelle modifiche alle linee di sviluppo che hanno consentito al gruppo di superare ‘la tempesta perfetta’.
Ma il mondo, non solo quello dell’energia, non si era ancora completamente ripreso dallo shock pandemico che è arrivata, il 24 febbraio dell’anno scorso, l’invasione russa dell’Ucraina che ha stravolto i paradigmi su cui si era basata la sicurezza energetica europea. In poco tempo, il Vecchio Continente, ha dovuto fare i conti con l’improvvisa carenza di forniture di gas russo.
L’ad di Eni, in stretta collaborazione con il governo Draghi prima e con quello Meloni dopo, si è lanciato nella corsa alla ricerca di fonti alternative. A fine febbraio durante la presentazione del piano strategico, l’ad di Eni ha rimarcato come la strategia di esplorazione e produzione sia focalizzata “principalmente sul gas, facendo leva sulle nostre produzioni e diversificando gli investimenti tra diversi Paesi. Questo ci ha permesso di attuare il nostro Piano finalizzato alla sostituzione di 20 miliardi di metri cubi di gas russo entro il 2025”. Ma la strategia di Eni punta forte anche su transizione energetica con l’obiettivo di net zero entro il 2050, rinnovabili e fusione.
Il percorso
La storia professionale di Descalzi è tutta all’interno di Eni (“Questa è casa mia”, ha ripetuto molte volte parlando dell’azienda). Prima di diventare amministratore delegato nel 2014 è stato dal 30 luglio 2008 Chief Operating Officer di Eni – Divisione Exploration & Production, il cuore delle attivitaà dell’azienda.
È stato inoltre presidente di Assomineraria dal 2006 al 2014. Nel 1981, a 26 anni, inizia la sua carriera in Eni come ingegnere di giacimento. Diventa poi Project Manager per lo sviluppo delle attivita’ nel Mare del Nord, in Libia, Nigeria e Congo. Nel 1990 è nominato Responsabile delle attivita’ operative e di giacimento in Italia. Nel 1994 assume il ruolo di Managing Director della consociata Eni in Congo e nel 1998 diventa Vice Chairman & Managing Director di Naoc, la consociata Eni in Nigeria.
Dal 2000 al 2001 ricopre la carica di Direttore dell’area geografica Africa, Medio Oriente e Cina. Dal 2002 al 2005 è nominato Direttore dell’area geografica Italia, Africa e Medio Oriente, ricoprendo inoltre il ruolo di Consigliere di Amministrazione di diverse consociate Eni dell’area. Nel 2005 diventa Vice Direttore Generale di Eni – Divisione Exploration & Production. Dal 2010 al 2014 ha ricoperto la carica di Presidente di Eni UK.
Nel 2012 Descalzi è il primo europeo ad aver ricevuto il prestigioso premio internazionale Spe/Aime “Charles F. Rand Memorial Gold Medal 2012” dalla Society of Petroleum Engineers e dall’American Institute of Mining Engineers (Aime). Descalzi e’ inoltre Visiting Fellow of the University of Oxford. Nel 2014 ha fondato insieme ad altri ceo la Oil and Gas Climate Initiative, per guidare la risposta del settore ai cambiamenti climatici.
Nel dicembre 2015 entra a far parte del “Global Board of Advisors del Council on Foreign Relations”. Nel dicembre 2016 è stato insignito della Laurea Honoris Causa in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio presso la facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata “per aver promosso e sostenuto l’applicazione di criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica nell’individuazione e utilizzo di risorse energetiche, gestione di attività produttive e recupero di aree industriali in un’ottica di salvaguardia della salute umana e del territorio”.
Nel maggio 2022 è stato insignito dall’Atlantic Council del Distinguished Business Leadership Award 2022 per il ruolo straordinario assunto nel settore energetico a livello internazionale, per la trasformazione tecnologica dell’azienda orientata alla completa decarbonizzazione entro il 2050 e per il contributo portato alla sicurezza energetica italiana ed europea.