La grande fuga da New York

Economia & Finanza

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Un residente su tre pianifica di lasciare la città entro cinque anni a causa degli alti costi e della criminalità crescente. Per il Post la liberalizzazione della vendita della marijuana sta trasformando la Grande Mela nella metropoli degli zombie

di Massimo Basile

AGI – La città che non dorme mai è diventata quella degli “zombie”? Se lo chiede il ‘New York Post’. In una lunga analisi, il tabloid evidenzia gli effetti negativi della liberalizzazione della vendita della marijuana e sostiene che “la Grande Mela sia diventata la grande Blunt (canna, ndr.)”, denunciando lo stato di ‘intorpidimento’ generale rilavato dall’autore dell’articolo, Steve Cuozzo, scrittore e editorialista del Post. Cuozzo racconta le sue esperienze alla casse di Starbucks dove deve spesso ripetere l’ordine a commessi confusi. Molti lavoratori negli store, nei ristoranti e persino nelle lavanderie, scrive l’editorialista, si sono trasformati in “stunad”, stonati, per usare un termine diffuso tra gli italoamericani.

I ragazzi addetti alle consegne vengono accusati di portare cibi non richiesti, come se chi era addetto alla prenotazione fosse in confusione. L’autore racconta di aver dato al commesso della catena ‘Pret a Manger’ una banconota da 20 dollari per una zuppa da otto e di aver chiesto una busta. “Lui – scrive – ha preso i venti dollari e si è dimenticato la zuppa, il resto e la busta. Si è allontanato sventolando la mia banconota, fino a che non ho richiamato l’attenzione dei suoi colleghi”.

Nell’analisi spietata sulla confusione dei commessi non si salva neanche uno degli empori storici dell’Upper East Side, una specie di boutique italiana dei prodotti alimentari di alta qualità, tra i più amati dalla classe alta del quartiere.

“La cassiera – si legge nel Post – era così di fuori, con lo sguardo perso nel vuoto mentre la gente aspettava in coda. Si è dimenticata di darmi il resto e ha chiuso la cassa. Ho dovuto aspettare che arrivasse un altro per riaprire e darmi il resto. Ho aspettato dieci minuti e trenta secondi per completare la transazione, e la cassiera neanche si è scusata”.

Uno su tre vuole lasciare la città

Secondo una ricerca condotta dal Siena College Research Institute sulla qualità della vita, un newyorkese su tre è tentato da lasciare la città entro cinque anni a causa dell’alto costo della vita e della criminalità. Il 27 per cento dei residenti nello Stato ha dichiarato di voler andarsene via nei prossimi cinque anni.

Le cause

Il trentuno per cento di coloro che vogliono andarsene ritiene che New York non sia sicura per i figli. Per il 40 per cento “non è un buon posto” e di questi il 61 per cento è rappresentato da appartenenti alla comunità afroamericana. Nell’ultimo anno tre quartieri su cinque di New York – Queens, Brooklyn e Bronx – hanno visto la popolazione di residenti diminuire in modo drammatico. Il 67 per cento degli intervistati ha confessato di non farcela a sostenere l’alto costo della vita, il 49 per cento ritiene New York scadente dal punto di vista della sicurezza, il 60 lo sconsiglia come posto dove ritirarsi una volta andati in pensione, un terzo considera in modo negativo la qualità di vita.

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