A Palazzo Chigi in serata tavolo tra governo e sindacati sul provvedimento che sarà approvato lunedì dal Consiglio dei Ministri. La Cgil accusa l’esecutivo di “arroganza” e punta il dito sui tempi stretti per valutare il testo. Critica anche l’opposizione
di Alberto Di Majo
AGI – L’appuntamento è stasera a Palazzo Chigi. Il confronto tra il governo e i sindacati sul decreto Lavoro, che sarà approvato domani dal Consiglio dei ministri, si annuncia in salita. La Cgil di Landini critica i tempi ristretti per valutare il testo e accusa l’esecutivo di “arroganza”. Anche l’opposizione attacca.
Il governo non si scompone e punta ad aumentare il taglio del cuneo fiscale di un altro punto percentuale per i redditi fino a 35 mila euro e a rendere più semplici le assunzioni. Sul tavolo c’è anche la riforma del reddito di cittadinanza: si chiamerà ‘assegno di inclusione’ e sosterrà gli italiani che non possono lavorare, farà partire i corsi di formazione per gli altri e diminuirà il sussidio per gli occupabili, cancellandolo in caso di rifiuto di un’offerta di lavoro.
Nel decreto saranno più leggere le causali per i contratti a termine, da 12 a 24 mesi, collegate a contratti nazionali o ad accordi tra le aziende e i lavoratori. Gli imprenditori potranno contare su incentivi all’assunzione di giovani fino ai 30 anni: saranno in vigore dal primo giugno alla fine del 2023 e dovrebbero coprire il 60% del compenso lordo. Niente oneri contributivi per i contratti nelle regioni del Sud se si assumono disoccupati o under 35. La soglia per utilizzare i voucher salirebbe da 10 a 15 mila euro per i lavoratori di imprese del turismo.
Più larghe le maglie per i contratti di apprendistato. Saranno potenziati anche i contratti di espansione: lo scivolo pensionistico verrà allungato fino a cinque anni per le aziende con più di mille dipendenti.
AGI – Per quanto riguarda il cuneo fiscale, “arriviamo al 6% del taglio sotto i 35.000 euro e al 7% sotto i 25.000 euro, fino alla fine dell’anno“. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo quanto si apprende, in occasione dell’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi sul Dl Lavoro.
“Inoltre – ha aggiunto – procediamo alla riforma del reddito di cittadinanza, per distinguere chi è in grado di lavorare da chi non lo è”.
“Nei provvedimenti di domani ci sono anche norme significative in tema di sicurezza sul lavoro, anche questo è un bel modo di celebrare il Primo Maggio” ha poi aggiunto.
Priorità alleggerire il costo del lavoro
“La priorità del governo è alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro. Abbiamo approvato il Def, che ha liberato risorse che abbiamo dedicato completamente al taglio del cuneo fiscale”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo quanto si apprende, in occasione dell’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi. “Avevamo già dato un segnale con la legge di bilancio, mantenendo i due punti di taglio già decisi dal precedente governo per i salari sotto i 35.000 euro e aggiungendo un ulteriore punto”, ha sottolineato Meloni.
Con i sindacati dialogo costruttivo
“Serve un dialogo serio, costruttivo, sia sul lavoro sia su tutte le materie che affronteremo: Pnrr, RepowerEU, correzioni su come spendere le risorse, politica salariale e conseguente lotta all’inflazione, riforme, che affronteremo nelle prossime settimane”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo quanto si apprende, in occasione dell’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi sul Dl Lavoro.
Incentivi per assunzioni a tempo indeterminato
“Gli incentivi che prevediamo non sono genericamente all’assunzione, ma all’assunzione a tempo indeterminato“. Lo ha detto, a quanto si apprende a incontro ancora in corso, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rispondendo al segretario della Cgil, Maurizio Landini, che osservava, durante il governo-sindacati a Palazzo Chigi, che le imprese che devono assumere lo fanno anche senza incentivi.
“C’è una situazione – ha proseguito Meloni – di grande vulnerabilità delle imprese, ma in alcuni ambiti c’è ancora una visione che divide il mondo tra privilegiati e sfruttati e che non considera che anche le imprese possono trovarsi in balia degli eventi. Quello che possiamo fare per rispondere a questo è dare incentivi per assumere a tempo indeterminato ed è quello che stiamo facendo”
Incentivi fino al 60% per i Neet
Nell’ambito degli incentivi messi a punto per assumere a tempo indeterminato, “abbiamo voluto dare anche un altro segnale, per i giovani, attraverso un incentivo che vale fino al 60% della retribuzione riconosciuto al datore di lavoro che assume giovani che non sono occupati e non sono in un percorso di formazione, i cosiddetti ‘neet'”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rispondendo al segretario della Cgil, Maurizio Landini, che osservava, durante l’incontro a Palazzo Chigi, che le imprese che devono assumere lo fanno anche senza incentivi.