Il gatto selvatico scozzese è sull’orlo dell’estinzione

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La popolazione di questa specie iconica è a rischio a causa di malattie, perdita di habitat e soprattutto dell’ibridazione con altre specie

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AGI – La popolazione di gatti selvatici scozzesi è sull’orlo dell’estinzione a causa di malattie, perdita di habitat e soprattutto dell’ibridazione con altre specie. A lanciare l’allarme è l’organismo NatureScot al termine di una ricerca, suggerendo l’avvio di programmi di riproduzione in cattività per salvare il gatto selvatico scozzese. Il problema principale è che al momento la maggior parte dei gatti selvatici in vita sono ibridi, frutto di una riproduzione con gatti selvatici o domestici; pertanto, il gatto selvatico scozzese puro è “funzionalmente estinto” e ci sono troppo pochi esemplari perchè la popolazione sia vitale. Il ministro della Biodiversità, Lorna Slater, ha deplorato che l’esistenza stessa di una specie iconica e molto amata sia minacciata, ribadendo l’impegno del governo a proteggere e ripristinare l’habitat naturale della Scozia. “Invertire le drammatiche perdite in natura che abbiamo visto negli ultimi tempi è una delle sfide fondamentali che il nostro Paese deve affrontare”, ha detto il ministro.

L’ultima ricerca è il culmine del progetto Scottish Wildcat Action, uno sforzo collaborativo guidato dall’agenzia naturalistica scozzese NatureScot, che si è svolto dal 2015 al 2020. Proprio il mese scorso è stata approvata una licenza per il rilascio nel Cairngorms National Park di gatti selvatici scozzesi allevati in cattività dalla Royal Zoological Society of Scotland (Rzss). In una serie di nuovi rapporti, il team del progetto ha formulato raccomandazioni su come cercare di salvare la specie. Gli esperti suggeriscono il rilascio di gatti selvatici allevati in cattività in determinati luoghi, insieme agli sforzi per sterilizzare i gatti ibridi e selvatici e migliorare gli habitat.

“L’obiettivo finale deve essere quello di stabilire una popolazione di gatti selvatici che non abbia bisogno di ulteriori interventi umani per garantire la sua sopravvivenza”, ha dichiarato Roo Campbell, consulente per i mammiferi di NatureScot, affermando che il progetto quinquennale era solo l’inizio di un viaggio per ripristinare la popolazione di gatti selvatici della Scozia. “Speriamo di poter raggiungere questo obiettivo lavorando insieme ora per proteggere e ripristinare questa specie iconica per le generazioni a venire“, ha sottolineato l’esperto. Il progetto ha svolto indagini in aree prioritarie, luoghi in cui il lavoro di conservazione potrebbe essere mirato. Ha anche eseguito test genetici su 529 campioni di gatti, ma nessuno ha ottenuto un punteggio abbastanza alto da essere considerato un gatto selvatico.

Sono stati esaminati anche quasi 118 gatti morti, più della metà dei quali uccisi sulle strade, ma nessuno si è rivelato essere un gatto selvatico. I ricercatori hanno affermato di non aver trovato prove recenti di gatti selvatici da avvistamenti pubblici, sondaggi con trappole fotografiche o gatti uccisi per strada nelle Highlands, a nord di Lairg, a Sutherland. Per giunta ci sono anche scarse prove di gatti selvatici in vita nell’Argyll e nei Trossach. Finanziato dal National Lottery Heritage Fund, il progetto ha affermato che è probabile che gatti selvatici, ibridi di gatti selvatici e gatti domestici si siano accoppiati liberamente tra loro per molte generazioni dagli anni ’60 in poi, creando cosi’ uno sciame ibrido. “Questi rapporti mostrano che i gatti selvatici sono davvero sull’orlo dell’estinzione in Gran Bretagna e che è ancora necessario fare una notevole quantità di lavoro per garantire un futuro alla popolazione di gatti selvatici scozzesi”, ha concluso Helen Senn, capo della conservazione della Rzss.

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