Con la fine dell’emergenza Covid, gli Usa temono un boom di migranti

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Cadute le restrizioni pandemiche, Washington studia nuove regole ma i trafficanti stanno diffondendo la voce che presto cadrà ogni barriera al confine. Migliaia di richiedenti asilo latinoamericani si stanno avvicinando alla frontiera con il Messico. La Casa Bianca invia 1.500 militari

© Stringer/ AFP – Carovana di migranti diretta verso il confine statunitense

AGI – La situazione migranti al confine tra Messico e Stati Uniti si sta facendo sempre più difficile. Lo ha ammesso il segretario alla Sicurezza interna Alejandro Mayorkas, che ha lanciato l’allarme a pochi giorni dalla scadenza delle restrizioni ai richiedenti asilo, previste dall’emergenza pandemica. L’11 maggio, con la fine ufficiale della pandemia da Covid, anche le restrizioni al confine cadranno. A Washington si aspettano un’impennata nel flusso di clandestini che dal Messico tenteranno di entrare negli Stati Uniti, passando dal Texas.

Migliaia di venezuelani sono segnalati nell’area attorno alla città di confine di Brownsville. Giovedì quattromila dei seimila migranti intercettati dalla polizia di frontiera provenivano dal Venezuela. Mayorkas ha sottolineato come il Messico stia collaborando per respingere i migranti ma ammesso che la situazione resta di emergenza. “È davvero difficile”, ha aggiunto.

Dal marzo 2020, con l’introduzione da parte della precedente amministrazione del Titolo 42, che autorizzava il respingimento immediato dei migranti, a prescindere dal loro status e dalla richiesta di asilo, ci sono state più di 2,8 milioni di espulsioni. Mayorkas ha confermato che dall’11 maggio, in sostituzione del Titolo 42, verrà messo in campo un nuovo regolamento che renderà più difficile l’accesso ai richiedenti asilo, ma l’incertezza resta. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva tentato per mesi di mantenere le restrizioni volute dal suo predecessore, Donald Trump.

Al confine 1.500 soldati

Il dipartimento della Difesa ha intanto inviato al confine un contingente di 1500 soldati. La Casa Bianca si è affrettata a spiegare che il loro compito sarà “solo amministrativo”, ma sono in molti a nutrire dubbi. Lo scenario è quello di una possibile militarizzazione della frontiera. I soldati si aggiungeranno ai 2500 della Guardia Nazionale già dispiegati lungo il confine, vicino a El Paso. Majorkas ha voluto lanciare un altro appello ai migranti, perché desistano dal loro obiettivo e tornino indietro.

“La frontiera non è aperta – ha detto, nel suo secondo giorno di visita nella valle del Rio Grande, crocevia del flusso di clandestini – non è stata aperta e non lo sarà dopo l’11 maggio”. La precisazione è arrivata perché le organizzazioni criminali che si fanno pagare per portare i clandestini oltre confine, starebbero diffondendo la voce che tra pochi giorni cadrà ogni barriera e sarà più facile entrare.

Il segretario agli Affari esteri messicano Marcelo Ebrard ha confermato lo stato d’emergenza e smentito le voci su quella che ha definito una “bufala”. “Stiamo registrando – ha detto – un significativo flusso di migranti negli ultimi giorni, conseguenza di una bufala”. “I contrabbandieri – ha aggiunto – continuano a dire ‘sbrigatevi ad arrivare, perché tra poco terminerà il Titolo 42”. L’11 maggio è giovedì. Cinque giorni al D-Day: Quello sarà il momento chiave per capire se il messaggio lanciato dalle autorità ai clandestini è stato recepito o no.

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