La nobildonna della Roma Antica si depilava?

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Cento domande sulla sessualità: rubrica a cura del Co-Direttore Daniela Piesco e del dottor Umberto Palazzo

 

La nobildonna della Roma Antica si depilava?

La toiletta era per la matrona romana un momento importante della giornata, indispensabile l’intervento della pettinatrice o ornatrix autrice di monumentali acconciature con trecce posticce (crines, galeri, corymbia) ma anche parrucche complete imbiondite con un miscuglio di sego di capra e cenere di faggio, inoltre le ornatrices dovevano depilare le padrone ed imbellettarle in bianco sulla fronte con gesso e biacca ma anche
in rosso con ocra o feccia di vino per le labbra; il nero della fuliggine o della polvere di antimonio per le ciglia e contorno degli occhi. Epigrammi e satire sono pieni di strilli di matrone e gemiti delle loro pettinatrici, nella Roma antica le donne di rango non avevano molto da fare e della vita pubblica, condividevano con gli uomini solo gli svaghi. La notte dormiva nel letto coniugale lectus genialis oppure in camere separate, andando a letto la donna romana conservava tutta la biancheria intima: il perizoma, la fascia al seno o strophium mammillare, la guaina o capetium, la tunica o le tuniche ma a volte con disperazione dello sposo persino un mantello.

Al risveglio dopo un’abluzione essenziale e pulizia dei denti con polvere di corno ci si preparava all’ora del bagno.

Conclusioni:

La depilazione è una pratica molto in voga ancora oggi, specie tra il gentil sesso.

Le prime forme attestate con certezza di depilazione risalgono all’Antico Egitto, e riguardano indistintamente uomini e donne. Anche gli antichi Greci e Romani si depilavano, o meglio si epilavano. A differenza della depilazione, l’epilazione consiste nell’estirpazione del pelo.

Si presume che venisse praticata da uomini e donne, e soprattutto per ragioni igieniche.
Per le donne, inoltre, era prevista una depilazione completa ed integrale, anche pubica.

Questa pratica iniziava sin dalla pubertà, ed i mezzi utilizzati erano usuali: gusci di noce arroventati; una miscela di soda, olio, e pece; ed, ovviamente, le pinzette, volsella .

Le donne romane si depilavano le ascelle e le gambe o con la ceretta o con il psilothrum e il dropax, creme depilatorie a base di pece greca disciolta in olio mescolato con resine, cere e sostanze caustiche, o con pinzette di metallo (volsellae), o di oro o argento, di pochi centimetri di lunghezza (tra i 5 e gli 11).

E dunque ” Che di ispidi peli pungenti non sia mai la vostra gamba» [Ars Amatoria, III, 194]

Cento domande sulla sessualità, rubrica settimanale di divulgazione storico-scientifica

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