Contraddizioni e spinte contrapposte: l’italianità a Reggio Emilia

Arte, Cultura & Società

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Le controversie sulla strada dedicata a Gabriele D’Annunzio a Reggio Emilia mettono in evidenza le contraddizioni riguardo al concetto di italianità, spingendo verso una riflessione sulla prospettiva proposta da intellettuali reggiani come Sergio Bevilacqua. Si tratta di un case study di valenza nazionale?

Reggio Emilia, la città natale del tricolore, dovrebbe essere un baluardo dell’italianità. Tuttavia, negli ultimi tempi si sono verificate controversie che mettono in luce le contraddizioni e le spinte contrapposte intorno al concetto stesso di italianità. Uno dei casi più emblematici è quello della messa al bando della via dedicata a Gabriele D’Annunzio, figura chiave dell’italianità, come riportato da cronache di inizio maggio 2023, vedasi ad esempio.

Con un malcelato spirito di parte, tutta una serie di articoli denuncia questa decisione in quanto espressione di “odio per l’Italia della sinistra”, affermando che la strada intitolata a D’Annunzio è stata eliminata e sostituita con il nome di Srecko Kosovel, definito come uno “sloveno che ha resistito all’italianizzazione forzata”. Questa mossa è stata interpretata come un attacco alla figura di D’Annunzio e come un’offesa nei confronti della città di Pescara e dell’Abruzzo, luogo di nascita del poeta, in tal senso vi sono fonti che menzionano rimostranze da parte di amministratori locali.

Tuttavia, esistono anche voci che propongono una diversa prospettiva sull’italianità, come quella dell’intellettuale reggiano Sergio Bevilacqua. In un articolo su Daily Cases del 6 maggio 2023, Bevilacqua esplora il concetto di resistenza e resilienza nell’era moderna, sottolineando che la resistenza non si limita più ai moschetti e alla montagna, ma si manifesta anche nel vasto sistema di comunicazione che genera un’enorme infosfera.

Secondo Bevilacqua, la narrazione della Resistenza è cambiata dopo la pandemia. La priorità difensiva è mutata, e temi come la lotta contro il nazi-fascismo sono diventati obsoleti. La resilienza, invece, è emersa come un elemento chiave per affrontare i cambiamenti sociali e la crisi sanitaria. Bevilacqua invita a evitare opinionismi e a considerare nuove forme di sociologia, in quanto scienza dei sistemi aperti anziché semplice opinione, foriere di una seria politica capace di addurre più avanzati criteri di valutazione utili a dirimere la questione.

In questo contesto, la controversia sulla strada dedicata a D’Annunzio a Reggio Emilia può essere analizzata attraverso una ottica più ampia, divenendo per certi versi un case study significativo. Questa la premessa: mentre alcuni vedono l’eliminazione dell’intitolazione come un gesto di odio verso l’Italia, altri potrebbero interpretarlo come un tentativo di giustificare una nuova ondata di revisionismo storico, valorizzando altre figure che hanno contribuito alla resistenza.

C’è un dato ineluttabile: le contraddizioni e le spinte contrapposte intorno al concetto di italianità sono evidenti a livello nazionale, e Reggio Emilia ne è un esempio particolarmente rilevante. La controversia sulla strada dedicata a Gabriele D’Annunzio ha sollevato interrogativi sulle diverse visioni dell’italianità e ha suscitato un acceso dibattito tra coloro che difendono la memoria storica e culturale del poeta e coloro che vedono in lui un simbolo problematico. Da qui considerazioni generalizzabili ad una più estesa gamma di casi.

Ecco dunque  entrare in gioco l’approccio di Sergio Bevilacqua, che propone di abbracciare una prospettiva più aperta e resiliente, offre un’opportunità di superare le spinte contrapposte. Il concetto di resistenza si evolve nell’era moderna, e la pandemia ha evidenziato la necessità di adattarsi alle nuove sfide e di promuovere una società più inclusiva e consapevole.

La controversia sulla strada di D’Annunzio a Reggio Emilia può diventare un punto di partenza per una riflessione più ampia sull’italianità e sulle sue molteplici sfaccettature. È importante evitare di cadere nel trappole dell’opinionismo e delle divisioni, e invece promuovere un dialogo costruttivo che tenga conto delle diverse prospettive e punti di vista.

Ulteriormente, Reggio Emilia rappresenta un microcosmo delle sfide e delle contraddizioni che l’italianità affronta oggi. È solo attraverso un approccio aperto, inclusivo e riflessivo che si potranno trovare nuove prospettive innovative per definire l’italianità del futuro e superare le spinte contrapposte che la caratterizzano.

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