Nella seconda Dieta di Roncaglia si rivolsero in versi niente di meno che a Federico Barbarossa chiedendo che intervenisse contro l’avidità degli affittacamere bolognesi
AGI – Le proteste clamorose degli studenti contro il caro affitti non sono una novità del 21/mo secolo: esiste un precedente di quasi novecento anni fa, quando per ottenere prezzi più accettabili gli studenti della più antica università d’Europa, quella di Bologna, si rivolsero in versi niente di meno che a Federico Barbarossa.
Avvenne nella seconda Dieta di Roncaglia, quel convegno convocato nel piacentino nel 1158 per rivendicare la supremazia del potere imperiale rispetto a quello crescente dei comuni medioevali. Gli studenti colsero l’occasione per indirizzare a Federico Hohenstaufen I una supplica in esametri latini, chiedendo che intervenisse contro l’avidità degli affittacamere bolognesi, colpevoli di imporre prezzi eccessivi per ospitare gli universitari che arrivavano nella città dell’Alma mater Studiorum fondata pochi decenni prima.
Il lungo poema comprendeva il verso emblematico Unde, Pater, petimus, perversum corrige morem! Inutile precisare che il “costume perverso” riguardava proprio la condizione di disagio in cui studenti e studiosi si trovavano in una città universitaria ostile ed esosa.