Dal Quirinale al Vaticano, la lunga giornata di Zelensky a Roma

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Un tour che porta il presidente ucraino da Mattarella, da Meloni e dal Papa si chiude con una intervista a Porta a Porta e un monito: “Se cadiamo noi sarà solo l’inizio”

AGI – Una giornata lunghissima, sotto un cielo che non ha regalato al presidente ucraino l’emozione di una giornata primaverile e in una Roma blindata dai posti di blocco e sotto il mirino dei cecchini sparsi lungo il percoso che lo ha portato prima al Quirinale, poi a Palazzo Chigi e in Vaticano prima di chiudere con una intervista a Porta a Porta in un luogo d’eccezione: l’Altare della Patria.

I bombardamenti sui civili non hanno fine. Volodymyr Zelensky racconta del suo Paese sotto attacco a Sergio Mattarella gli fa eco: “attaccare i civili e rapire i bambini è una pratica straziante e ignobile”. Il presidente ucraino arriva al Quirinale in tuta mimetica, sotto una pioggia battente, una foto lontana anni luce da quella di tre anni fa, quando fu ricevuto al Colle da presidente di un paese con mille problemi, ma libero.

Sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale

“Per l’Italia è un onore averla qui a Roma, sono lieto di vederla di nuovo dopo l’incontro di oltre tre anni addietro, anche se in questa condizione ben diversa che state affrontando. Benvenuto presidente” lo accoglie il capo dello Stato, che chiarisce fin da subito: “siamo pienamente al vostro fianco“.

Zelensky arriva a Roma in una giornata grigia, ma trova un sostegno inossidabile al suo popolo, mai scalfito in 15 mesi di guerra nonostante il necessario cambio radicale della sua politica energetica, gli effetti economici negativi e il cambio di governo.

La rotta è sempre stata la stessa, condivisa dal Quirinale e da palazzo Chigi: l’Ucraina va sostenuta finché sarà necessario, fino a che non si arriverà a una pace che la stessa Kiev vorrà accettare. Erano decenni che non si assisteva a una invasione tout court di un paese vicino, fanno notare dal Colle, l’ordine internazionale è calpestato.

Dunque Mattarella riconferma “il pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina sul piano degli aiuti militari, finanziario, umanitario e della ricostruzione, sul breve e lungo termine. Sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale”.

Zelensky ringrazia l’Italia: “Vorrei abbracciare gli italiani uno a uno per il sostegno che ci è stato continuamente offerto a tutti i livelli e che non mutato con i governi. Abbiamo con l’Italia valori comuni”. Di armi non si è parlato, il presidente ucraino non ha chiesto al capo dello Stato nuovi aiuti concreti, il tema del resto e’ prettamente governativo. Ma di pace si è parlato, il leader ucraino è atteso dal Papa, mentre il Vaticano si è offerto come mediatore. E lunedì è attesa la missione dell’inviato speciale cinese per la crisi ucraina a Kiev.

Zelensky mette in chiaro: “Noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace. Siamo aperti a tutti i contributi internazionali ma la guerra la stiamo subendo sul nostro territorio e la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio”.

I cedimenti al dialogo, in pubblico, non ci sono. E anche Mattarella, che pure caldeggia la fine del conflitto, non cede al fronte filo-russo: “La pace, per la quale tutti lavoriamo, deve ripristinare la giustizia e il diritto internazionale. Deve essere una pace vera e non una resa”. Nella mezz’ora di colloquio, prima di essere ricevuto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni a palazzo Chigi, Zelensky ragguaglia anche Mattarella sulla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, sui crimini di guerra commessi dai russi. Una carrellata di orrori che toccano il presidente e che il presidente ucraino ripeterà in pubblico per fare presa su un’opinione pubblica, quella italiana, che non sempre ha sostenuto l’Ucraina in modo granitico.

Nel colloquio i due presidenti affrontano anche il tema dell’efficacia delle sanzioni economiche alla Russia, così come la lotta alle fake news con la necessità di azioni piu’ efficaci a livello europeo. Zelensky ha ricordato la richiesta di adesione alla Ue e Mattarella ha garantito: “la decisione dell’Unione Europea di avviare il processo di integrazione dell’Ucraina è stata storica. L’Italia punta ora ad aiutare l’Ucraina per il raggiungimento dei parametri”.

Il colloquio con il Papa

Quaranta minuti: tanto e’ durato il colloquio a porte chiuse tra Papa Francesco e il presidente ucraino Volodymir Zelensky. Un incontro, poco dopo le 16, nel quale il Pontefice, assicurando la “sua preghiera costante” per il popolo martoriato, ha sottolineato “in particolare la necessità urgente di ‘gesti di umanità’ nei confronti delle persone pi fragili, vittime innocenti del conflitto” in corso in Ucraina. E nel quale Zelensky ha proposto al Pontefice di aderire alla Formula di pace, “unico algoritmo efficace per raggiungere una pace giusta”, implorando il suo aiuto per portare a casa le decine di migliaia di bambini deportati.

È il secondo incontro che avviene in Vaticano tra Bergoglio e Zelesky. Il primo avvenne l’8 febbraio 2020, meno di un anno dopo dalle elezioni che avevano decretato la vittoria di Zelensky alla guida dell’Ucraina. Al termine di quel faccia a faccia, Francesco donò al presidente il Medaglione di San Martino di Tours, con l’augurio che proteggesse il popolo ucraino già piagato allora dalla “guerra”, ma quella nell’est del Paese.

Francesco ha accolto Zelensky sulla porta dell’Auletta accanto all’Aula Paolo VI. Sorridente, in piedi, appoggiandosi al bastone. Zelensky si è portato una mano al cuore e chinando la testa ha detto “È un grande onore” e gli ha stretto la mano. “La ringrazio per questa visita”, ha detto poi Francesco.

Seduti, uno di fronte all’altro, il Papa e Zelesky hanno affrontato temi “riferibili alla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso”. Il Pontefice, si legge nella nota, “ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno”. “Entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione”.

Il sostegno di Giorgia Meloni

“Massimo supporto” dell’Italia nel processo di integrazione di Kiev e pronti a facilitare il rafforzamento del rapporto tra l’Ucraina e la Nato: Giorgia Meloni accoglie il presidente ucraino a palazzo Chigi e ribadisce il sostegno di Roma a Kiev, anche dal punto di vista militare, “fino a quando sarà necessario”.

Zelensky viene accolto con un abbraccio, sorrisi e stretta di mano, segnali chiari del feeling tra i due. Poi il faccia a faccia durato più di un’ora senza interpreti, l’incontro tra le delegazioni e le dichiarazioni alla stampa. Il bilaterale avviene alla vigilia del G7, un appuntamento che il governo ritiene “importante” nella prospettiva del rafforzamento della posizione di Kiev e del raggiungimento della pace. “Alla pace non si può arrivare con nessuna opzione di resa da parte dell’Ucraina, sarebbe terribilmente ingiusto ma sarebbe anche molto pericoloso per la pace in Europa”, rimarca il presidente del Consiglio.

Alla pace non si può arrivare con nessuna opzione di resa da parte dell’Ucraina, sarebbe terribilmente ingiusto ma sarebbe anche molto pericoloso per la pace in Europa

“Non siamo così ipocriti – argomenta il Capo dell’esecutivo – da chiamare pace qualsiasi cosa che possa somigliare a un’invasione”. Dunque “no a una pace ingiusta, imposta all’Ucraina. Qualsiasi accordo dovrà essere condiviso dal popolo ucraino e l’Italia contribuirà a questa direzione”, è il ragionamento. La verità – ribadisce Meloni – è che “l’Ucraina è vittima di una aggressione e che difendendo la propria integrità e identità, allontana la guerra dal resto dell’Europa. Perché “quello che gli ucraini stanno facendo, lo stanno facendo anche per noi”.

Meloni conferma ancora una volta l’appoggio dell’Italia al piano di pace in dieci punti di Kiev. E fa sapere di apprezzare gli sforzi del Papa e della Santa sede per l’obiettivo della cessione dell’ostilita’. “Roma e’ capitale della pace”, il futuro dell’Ucraina “è europeo”, ma “la Russia deve fermare l’aggressione e ritirare le truppe”, l’appello del presidente del Consiglio. Per quanto riguarda la posizione del nostro Paese, a volte “vittima di una propaganda russa che cerca di inserirsi nel dibattito”, Meloni evidenzia come l’Italia si confermi “un alleato solido e affidabile”.

Roma farà la sua parte, ha puntato subito sullo status di candidato di Kiev per l’ingresso nell’Unione europea perché “il sacrificio dell’Ucraina è quello di difendere la liberta'”. “Abbiamo subito ribadito che fosse doveroso sostenere” la candidatura di Kiev nell’Unione europea, ha sottolineato il Capo del governo. La volontà è quella di “accompagnare il governo ucraiano” verso questo processo di integrazione nella Ue, ha spiegato la premier. “Ne ho parlato nei giorni scorsi con la presidente della Commissione von der Leyen. Siamo – osserva – a disposizione per aiutare Kiev in questo paziente lavoro di riforme che viene fatto mentre si combatte”.

Insomma, il sostegno dell’Italia a Kiev “è a 360%”. L’obiettivo comune è “difendere i valori condivisi di libertà e di democrazia”. E per questo motivo Roma è intenzionata a continuare ad aiutare Kiev sul piano militare. “Abbiamo discusso anche della sicurezza, ci sono diverse importanti decisioni sulla difesa dei nostri cieli”, ha osservato il presidente ucraino Zelensky ai giornalisti. “L’Italia scommette sulla vittoria” dell’Ucraina – ha osservato Meloni – già guarda a “un Paese liberato e ricostruito”, Roma sarà in prima linea proprio nel processo di ricostruzione e sosterra’ le iniziative internazionali volte a facilitare l’esportazione di grano e di prodotti agricoli, come il rinnovo dell’Accordo sul grano del Mar Nero da rinnovare oltre il 18 maggio.

Al termine dell’incontro “lungo e proficuo” con la premier, seguito a quello con il Capo dello Stato Mattarella, Zelensky ha lasciato palazzo Chigi ringraziando il governo per l’appoggio. Il rapporto tra Italia e Ucraina “è importante per le nostre nazioni, per la comunità europea, per tutti i popoli che amano la libertà”, il messaggio della premier che ha fatto più volte notare la fermezza del nostro Paese che si è schierato subito con Kiev e contro l’aggressione di Mosca. “Il presidente della Repubblica fin dai primi giorni dell’invasione ha rappresentato in ogni sede il chiarissimo posizionamento dell’Italia a sostegno dei nostri alleati”, la sottolineatura. Il governo si dice soddisfatto per l’esito della visita del presidente ucraiano. “Una giornata importante per questa delegazione, per Zelensky, ma anche per noi. Ribadiamo che l’Italia c’è. Viva l’Ucraina, viva l’Italia”, il bilancio della premier.

 

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