Aumentati gli stipendi dei sindaci

Economia & FinanzaPolitica

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595 i comuni in Italia interessati dal voto per le elezioni amministrative della scorsa domenica, 41 quelli chiamati al ballottaggio i prossimi 28 e 29 maggio. Pertanto prosegue il confronto tra i candidati sindaci sui programmi e anche sull’analisi degli aumenti degli stipendi dei nostri amministratori locali in questo triennio.

Le indennità di funzione sono al centro del dibattito nel confronto tra candidati sindaci? Gli obblighi di trasparenza nella pubblica amministrazione impongono che siano resi pubblici i compensi per le cariche pubbliche, tuttavia qui è la legge che definisce le indennità di un sindaco in base alla popolazione del comune.

Ovvie le considerazioni in merito, riguardo alla maggiore gravosità e complessità dei compiti nell’amministrazione e gestione di un comune più popolato, rispetto ad un piccolo comune. Pensiamo ad esempio al compito, tra gli altri, della supervisione e del coordinamento degli uffici comunali e dei dipendenti pubblici, garantendo il corretto funzionamento dei servizi pubblici. Aggiungiamo anche, tra gli altri, il lavoro per la redazione del bilancio comunale.

Con la legge di Bilancio 2022 è stato disposto un aumento della suddetta indennità rivedendo quelle che erano le regole fissate dal Decreto del 2000. Tuttavia per i sindaci, se lavoratori dipendenti non in aspettativa, sono previste riduzioni al 50 per cento dell’indennità. Tale pratica del “doppio lavoro” risulta particolarmente diffusa nei Comuni con pochi abitanti, dove il primo cittadino spesso continua a svolgere il lavoro nel quale era impiegato prima di essere eletto.

Nel dettaglio: la nuova regola stabilisce che per i sindaci delle città metropolitane e per quelli dei comuni nelle regioni a statuto ordinario si terrà conto del trattamento economico complessivo riconosciuto ai presidenti di Regione, pari a 13.800 euro lordi al mese, per 12 mensilità. Tale importo sarà ridotto in misura via via maggiore in relazione alla popolazione del comune amministrato.

Nelle città metropolitane il sindaco percepirà al 100 per cento il trattamento economico riconosciuto ai presidenti di regione, mentre nelle città Capoluogo di Regione e Capoluogo di Provincia (con almeno 100 mila abitanti) la percentuale si riduce all’80 per cento, quindi percepiranno 11.040 euro lordi al mese. Se la popolazione è inferiore a 100 mila abitanti la percentuale si riduce al 70 per cento.

Per i comuni, non capoluoghi, osserviamo che, se con popolazione superiore a 50.000 abitanti, la percentuale arriverà al 45 per cento di tale trattamento economico di riferimento, quindi a 6.210 euro lordi al mese. A tali importi, aggiungiamo, si dovrà pervenire gradualmente con aumenti progressivi entro il 2024.

Con una popolazione da 30.001 a 50.000 abitanti la percentuale si riduce ulteriormente al 35 per cento (4.830 euro lordi mensili), e così via sino ad arrivare ai Comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti per i quali si ha uno stipendio lordo mensile di 2.208 euro (pari al 16 per cento). Inoltre, su tali nuovi importi previsti dalla legge finanziaria del 2022, non sarà più possibile applicare le maggiorazioni previste dal precedente decreto ministeriale del 2000.

L’aumento delle indennità di funzione non riguarda solo i sindaci ma anche gli altri amministratori locali, quali vicesindaci, assessori e presidenti del consiglio comunale dei comuni delle Regioni a statuto ordinario, e, ribadiamo, sarà graduale, prima di arrivare al 2024. È stato previsto infatti un incremento pari al 45 per cento dell’aumento totale, da percepire già nell’anno 2022, pari al 68 per cento nell’anno 2023.

Un intreccio di numeri e di incrementi in cui potrebbe essere difficile districarsi. Per concorrere alla copertura del maggior onere che i comuni devono sostenere, il Ministero dell’Interno ha definito un anno fa, con decreto, incrementi per il Fondo per le indennità pari a 100 milioni di euro da corrispondere ai Comuni per il 2022, 150 milioni di euro per il 2023 e 220 milioni di euro per il 2024. È stato inoltre definito il Piano di riparto dell’incremento del fondo per le indennità, in base alla popolazione residente al 31/12/2020 (aggiornabile) per ogni comune, per gli anni dal 2022 al 2024 e seguenti.

Tuttavia già dal 2022 l’indennità di funzione poteva essere corrisposta in misura integrale, totale, “nel rispetto pluriennale dell’equilibrio di bilancio”, quindi purchè il peso dei maggiori oneri non coperti dal fondo fosse a carico delle casse del comune. Pertanto risultava difficile, ai Comuni in dissesto nel 2022, l’adeguamento precoce al totale delle nuove indennità, potevano giovarsi dell’incremento graduale avvalendosi del citato fondo e delle risorse finanziarie proprie.

 

 

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