Archiviato, tra ripicche e polemiche, il progetto di partito unico, Renzi intende convincere Calenda a costituire almeno una lista unica per le Europee. In serata l’assemblea del gruppo unitario a Palazzo Madama
AGI – In ‘casa Terzo Polò quello di oggi potrebbe essere il giorno dello showdown: cresce infatti il pressing di Matteo Renzi su Carlo Calenda, per strappare un sì alla lista unica Iv-Azione in vista delle Europee del prossimo anno, dopo il naufragio con polemiche del progetto di partito unico, però, la prospettiva appare a dir poco ardua, anche viste le punte polemiche tra i due leader.
A rimediare potrebbe ancora arrivare la realpolitik, e la reciproca convenienza elettorale. Stasera al Senato, infatti, è previsto un appuntamento fondamentale per le sorti dell’area liberaldemocratica, l’assemblea alle 21 del gruppo unitario Iv-Azione. Una riunione alla quale sarà sicuramente presente Renzi e dovrebbe partecipare lo stesso Calenda, che alla vigilia aveva fatto sapere che “Iv la riunione se la farà da sola”.
Azione perde pezzi
Il divorzio anche parlamentare tra i due partiti sembra effettivamente a un passo, anche perchè la settimana scorsa è stata costellata di più di un episodio che ha aumentato la tensione tra Renzi e Calenda, culminata con l’annuncio in conferenza stampa dell’approdo a Italia Viva della deputata Naike Gruppioni, eletta con Azione, oltre che della consigliera regionale dell’Emilia-Romagna Giulia Pigoni, sempre proveniente da Azione.
A questo sono seguite altre defezioni a livello locale di esponenti azionisti, che hanno inevitabilmente innescato la reazione dell’ex-ministro dello Sviluppo economico.
Le nuove frecciate di Renzi
Anche oggi, dalle colonne della Stampa, Renzi ha continuato a incalzare Calenda sulla questione delle Europee, dove i due partiti separati avrebbero ben poche chance di superare lo sbarramento: “Ho l’impressione – ha detto – che Carlo Calenda sia stato un ottimo viceministro e che sarebbe stato un ottimo sindaco ma che forse la leadership di un partito non sia il lavoro più adatto alle sue caratteristiche”.
“Raffaella Paita – ha aggiunto – presenterà un documento dove proponiamo di interrompere le aggressioni personali e di rilanciare la scommessa europea. Vediamo chi ci sta e chi è contrario. Mi auguro ci sia consenso, non possiamo continuare a dare questo spettacolo di litigare sulle mie conferenze. Vogliamo fare una lista alle Europee che sia alternativa alla Meloni e alla Schlein. Guardo a loro due come avversarie, non a Calenda”.
Quale destino per i gruppi parlamentari?
Come arma di persuasione, c’è la questione dei gruppi parlamentari: al Senato gli eletti Iv sono arrivati a 6, e questo significa che potrebbero formare un proprio gruppo, mentre alla Camera la soglia per formare un gruppo, a dispetto del taglio dei parlamentari, è rimasta a 20 ma a ogni legislatura la presidenza di Montecitorio ha accordato deroghe ai partiti che si sono presentati in tutti i collegi, come ad esempio Noi Moderati, che ha avuto il via libera con 10 eletti (gli stessi su cui ora può contare Iv).
Non a caso, anche la capogruppo Iv-Azione al Senato Paita ha dichiarato stamani che “la nostra intenzione non è rompere i gruppi in Parlamento, ma nemmeno farci ridere dietro dall’Italia”. “Se si sta insieme – ha aggiunto – bisogna rispettarci. E noi stiamo subendo attacchi anche in stile grillino. A Calenda chiederemo un impegno esplicito sulla volontà di creare una lista unica per le Europee. Per me la politica prevale su tutto. Se c’è accordo sui nodi politici – ha concluso – il resto lo superiamo”.
Un tema sul quale Calenda aveva controbattuto giusto ieri, ricordando che “i gruppi per noi non si toccano. Primo: perchè sono il risultato di un mandato elettorale preciso. Secondo: perchè i parlamentari stanno lavorando bene insieme. Se i gruppi si rompono – avverte il leader di Azione – crolla ogni rapporto politico, non solo l’idea di un partito unico liberal-democratico”.
Sull’aspetto tecnico-regolamentare, invece, Calenda ha messo in evidenza, sempre intervistato dal Corriere della Sera, “un dettaglio sull’ipotesi di scioglimento: ricordo che, secondo il Regolamento di Palazzo Madama, in caso di rottura d’un gruppo con un simbolo presentato in comune, per formarne uno autonomo servono nove senatori e non, come leggo sui giornali, sei. Il presidente La Russa dovrebbe dare una deroga ad personam”.
Vertice tra Renzi e Calenda finisce con un documento unitario
Si è conclusa dopo un lungo confronto la riunione di Azione e Italia Viva, con un documento unitario e con il proposito di avviare un percorso per provare a costruire una lista unitaria in vista delle prossime elezioni europee.
Alla riunione hanno partecipato i leaderi di entrambi i partiti: Carlo Calenda e Matteo Renzi. È possibile ricreare il rapporto di fiducia con Renzi? “Nella vita tutto è possibile”, ha risposto il leader di Azione. Ci sarà un clima collaborativo? “Spero di sì”, aveva replicato prima dell’inizio dell’incontro, cominciato verso le 22.
La proposta di Italia viva
“I senatori di Azione e Italia Viva preso atto che: Azione e Iv hanno costituito Gruppi unici alla Camera e al Senato; hanno concordato di dare vita a una federazione approvata dalle rispettive assemblee nazionali in data 19 novembre e 4 dicembre; il cammino unitario si è interrotto nelle scorse settimane”, dunque “invitano le forze politiche a collaborare per la creazione di una lista unitaria per le elezioni europee del 2024 allargata a tutte le forze che si riconoscono in Renew Europe”, era scritto nella bozza di documento proposto da Iv ad Azione.
“I senatori di Azione e Italia Viva invitano i singoli senatori del gruppo ad attenersi ai principi di lealtà e correttezza come previsto dall’art.14 del Regolamento del Gruppo”, aggiungeva il testo dei renziani.