La flessibilità cognitiva è la capacità di cambiare prospettiva mentale e di adattarsi ,a situazioni mutevoli.
Forse il flessibile cognitivo , del Governo è il ministro leghista delle finanze Giorgetti. Flessibile al punto di rinnegare il suo consigliere , il tributarista Zanetti.
Prima di spiegare il perché è utile comprendere gli effetti prodotti dal rialzo dei tassi della Bce su famiglie , imprese e banche.
Un primo indicatore oggettivo è il calo di 61 miliardi di euro, in 16 mesi fino a marzo del corrente anno dei conti correnti.Segno che l’inflazione ha colpito non solo la capacità di risparmio delle famiglie ,ma inizia a corrugare anche i risparmi accumulati.
La luciferina combinazione tassi e inflazione rischia di mandare , in fumo quanto accumulato negli anni.
Aumenta tutto !
A ciò si somma la perdita di potere di acquisto e, prestiti bancari sempre più cari. Aumenta inoltre sempre più la differenza tra i tassi pagati , per mutui e prestiti , e i tassi pagati dalla banca su conti e depositi di chi affida alla banca i suoi soldi.
Straordinari i ricavi delle banche, per effetto dell’aumento dei tassi tanto che gli utili al 31 dicembre scorso , sono stati pari a 12,8 miliardi , in aumento del 66% sul 2021. Una ottima notizia per azionisti , che incamerano ottimi dividendi.
Sono calati non solo i depositi sui conti correnti , ma anche la liquidità posseduta dalle imprese da 428 miliardi di dicembre 2021 a a 423 di dicembre scorso.
IL costo del denaro portato , a maggio al 3,75 % ha generato un aumento del tasso applicato dalle banche ai mutui, che è passato al 4,36% mentre i prestiti alle imprese si attesta sul 4,33%.
Stesso aumento dei tassi sui depositi? Macchè ! Sono allo 0,4%.
Diseguaglianze in aumento, a causa della più ingiusta delle tasse , l’inflazione che falcidia i redditi bassi, che relativamente agli stipendi siamo a 25 anni fa.
Sarebbe ora che le banche BENEFICIARIE dell’aumento del costo del denaro, restituiscano alla clientela una parte di quei benefici, alzando i tassi d’interesse sui conti correnti.
E questo è stato il consiglio che Zanetti ha dato , a Giorgetti ponendolo come alternativa alla tassazione sui maggiori ricavi delle banche, considerati veri e extraprofitti.
Incredibili su questo argomento le capriole del leghista Giorgetti : dal si all’ipotesi di tassazione sugli extraprofitti delle banche alla marcia indietro.
Recentemente è intervenuto in videoconferenza su incontro di Bloomberg chiedendo alle banche “più flessibilità” sui rendimenti dei conti correnti e annunciando che “Non abbiamo in cantiere nessuna tassazione sugli extraprofitti”.
Annuncio coerente con il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana che aveva dichiarato
“’Gli extra profitti non esistono in dottrina, altrimenti esisterebbero anche le extraperdite (..) veniamo da un decennio di estrema difficoltà delle banche in cui le banche si sono trovate da sole ad affrontare i problemi. Se lo Stato non poteva aiutare le banche quando erano in difficoltà, non può approfittare ora di un momento di ripresa”.
E ancora “in questi anni ci sono stati 12 salvataggi delle banche, 11 a carico di banche concorrenti e uno a carico dello Stato e , una banca è finita allo Stato. È bene ricordarsi anche questo aspetto”.
Immediati gli applausi a Giorgetti , per il no alla tassazione .
Infine le banche da luglio 2022, oltre ad aumentare i tassi di interesse hanno con modifiche unilaterali dei contratti ridotto o azzerato i tassi di interesse riconosciuti ai clienti sulle giacenze dei conti correnti.