Crimini di guerra di un’America assassina

Attualità & Cronaca

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La guerra da sempre miete vittime innocenti ed inconsapevoli la cui memoria purtroppo col tempo si cancella se a ricordarle non viene posta qualche lapide marmorea, però col tempo pochi distratti passanti la leggono. Così qualche tempo fa passando per il suggestivo centro storico di Amantea, in provincia di Cosenza, ci siamo imbattuti in un’epigrafe posta sotto i resti di quel che rimane delle strutture abbattute in quel tragico pomeriggio di tanti anni fa. L’epigrafe ha incisi i nomi dei civili uccisi e la loro età. Nell’elenco vi sono molti bambini, le vittime furono una trentina e alcuni dispersi. Il bombardamento avvenne di giorno, nel primo pomeriggio del 20 febbraio del 1943, era sabato e diverse persone, libere dal lavoro, erano per le strade insieme ai bambini. Venne colpito il ponte che univa due parti della cittadina, ma anche abitazioni e persone che si trovavano per strada. Il piccolo centro del Tirreno era abitato soprattutto da pescatori e contadini e sorgeva sulla collina prospiciente il mare. Alcune mamme, come raccontano i testimoni oculari, disperate e straziate per ciò che vedevano andavano raccogliendo nel grembiule i brandelli di carne dei loro bambini che erano stati sorpresi a giocare per strada dagli aerei di guerra; un’intera famiglia che si trovava seduta a tavola morì perché la loro casa venne bombardata. Nessuno dei cittadini si aspettava un bombardamento perché la guerra era al fronte! Nel gennaio del 1943 il presidente americano Roosevelt si era incontrato a Casablanca con il primo ministro inglese Churchill per decidere una strategia comune onde mutare le sorti della Seconda Guerra Mondiale. Fu deciso di sottoporre l’Italia e la Germania ad intensi bombardamenti, per poi fare sbarcare le truppe anglo-americane in Sicilia e da lì risalire la penisola e sbaragliare in tal modo le forze nazi-fasciste. Gli alleati volevano colpire e fiaccare moralmente la popolazione civile perciò bombardarono sistematicamente, a partire dal gennaio del 1943, tutta la penisola, per favorire anche l’avanzata degli alleati lungo tutto lo stivale; la guerra era tra le mura domestiche. Sono i bombardamenti strategici il cui scopo è colpire non solo le fonti di approvvigionamento del nemico, ma anche le città nemiche in modo da rendere durissima la vita alla popolazione in modo tale che essa stessa pretenda la resa o la richiesta di pace ai propri governanti. Così Torino e Genova furono bombardate, insieme alle città del triangolo industriale, che furono attaccate pesantemente, dalla flotta reale inglese, vi furono 813 morti a Torino; la flotta francese colpì Trapani e Palermo e i morti furono 45. I bombardamenti più pesanti ci furono il 19 luglio del 1943 su Roma e Napoli e poi ad Agosto su Milano. Fu colpita La Spezia e molte azioni ci furono su Napoli. In Sardegna ci furono azioni presso Cagliari e La Maddalena, i principali porti vennero colpiti con ingenti danni alle navi e gravissime perdite tra i civili. Ma ancora più gravi furono i  24 bombardamenti  sulla città di Reggio Calabria oltre ai centri minori limitrofi. Qui, nonostante le truppe angloamericane avessero distrutto tutti gli obiettivi militari, i bombardamenti si protrassero ancora e quando gli inglesi entrarono il 9 settembre in quella città che fu Reggio Calabria, trovarono solo un mucchio di macerie: i morti furono 3.986, i feriti 12.043 ed il 70% degli edifici era distrutto o danneggiato Grandi città italiane vennero ridotte in macerie, secoli di storia ed arte andarono in fiamme, ma la stessa sorte, a volte senza motivo, toccò a tanti piccoli centri. Famoso tra tutti è la distruzione del complesso monastico di Montecassino. Furono colpite pesantemente durante la guerra anche molte altre città che è giusto ricordare: Ancona, Avezzano, Bari, Frascati, Frosinone, Grosseto, Isernia, Livorno, Palermo, Pisa, Pescara, Porto Santo Stefano, Potenza, Treviso, Zara, Foggia. Eppure oggi si fa tanta retorica sul fatto che non bisogna colpire i civili che le guerre si combattono al fronte, diversamente si parla di crimini contro l’umanità o crimini di guerra; ma sembra che questa morale fosse inesistente quando le vittime civili degli alleati furono vecchi, donne e bambini italiani.  Purtroppo non si parla spesso di queste pagine di morte, distruzione e sofferenza di storia nazionale; la memoria su questi eventi bellici, che colpirono tantissimi civili, sembra essersi persa col tempo, c’è una sorta di timore o vergogna, come se quei bombardamenti i nostri nonni, i bambini e tutta la popolazione civile se li fossero meritati o come se quelle morti fossero di minore importanza rispetto ad altre morti di quella orribile guerra. Sono morti due volte perché non hanno avuto diritto neppure alla memoria; molte verità ancora oggi non si ha il coraggio neppure di sussurrarle. Ogni città e piccolo centro ebbe i suoi morti ed i suoi feriti a causa di questi sistematici bombardamenti anglo-americani. Ma nonostante gli alleati ed in particolare gli americani avessero portato guerra e morte nei territori italiani a partire dal 1943, li acclamammo come liberatori, è vero che si finisce sempre per amare il proprio carnefice! In tutto il mondo l’America ha seminato morte uccidendo indiscriminatamente i civili, fra cui bambini ed anziani trucidati, che non sono stati neanche degni di essere riconosciuti vittime di crimini di guerra. Quei crimini di guerra che gli americani da sempre attribuiscono agli altri!

La guerra è un mostro cieco e sanguinario che una volta liberato non risparmia nessuno, ma purtroppo, come dimostrano i tragici fatti di questo ultimo anno, la storia non è magistra vitae.

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