Nespoli: “Il timore di Quasimodo che l’uomo emuli Dio è superato”

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L’ex astronauta, ingegnere e militare italiano commenta all’AGI una delle tracce della maturità, “Alla nuova luna”, scritta da Quasimodo dopo il lancio del primo satellite artificiale

AGI – Una delle prove dell’esame di maturità nel 2023 quest’anno e la poesia “Alla nuova luna” di Salvatore Quasimodo scritta nel 1957 dopo il lancio del primo satellite artificiale lo Sputnik”, ha spiegato all’AGI, Paolo Nespoli, ex astronauta, ingegnere e militare italiano, a commento di una delle tracce uscite oggi, durante la prima prova di maturità. “Questo era sicuramente un momento importante e catalizzante che faceva vedere come l’uomo o l’essere umano era in grado, in un certo senso, sfidare la potenza e la capacità di Dio”, ha detto Nespoli.

“Oggi, sessantacinque anni dopo, abbiamo visto che non solo siamo riusciti a mettere dei satelliti nello spazio ma anche a lanciare delle persone, degli esseri umani, che sono addirittura andati sulla luna e oggi lavorano sulla stazione spaziale internazionale” ha detto Nespoli. “Oramai da più di vent’anni i viaggi nello Spazio sono diventati una cosa comune – ha proseguito Nespoli – come sfidare Dio, dimostrare che come esseri umani possiamo fare delle cose impossibili e che siamo in grado di guardarci attorno per imparare come gestire meglio la vita sulla terra; difatti buona parte dei satelliti che circolano la terra servono per monitorare il nostro pianeta e fornire informazioni sullo stato della Terra e sull’impatto dell’attività umana sul pianeta”. La preoccupazione, che forse sa che Salvatore Quasimodo aveva nel 1957 – ha concluso Nespoli – è, adesso, superata dagli eventi successivi alla sua poesia”.

 

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