Stato di emergenza , ordinanze in deroga e nomina del generale Figliuolo

Politica

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L’emergenza inutile nasconderlo è diventata una teoria, per giustificare deroghe ed eccezioni. Abusare dell’emergenza equivale a credere ,in una ridotta funzionalità del Parlamento e della Pubblica Amministrazione.

L’emergenza ha prodotto un nuovo procedimento legislativo e,  anche un  nuovo procedimento di tipo amministrativo.

 Decreti legge discussi , in Commissione parlamentare e quando arriva in aula , dopo inizio discussione il governo presenta un maxiemendamento, che integra il decreto con emendamenti presentati in commissione.

Sul maxiemendamento il governo , in genere pone la questione di fiducia.

IL nuovo procedimento amministrativo è costituito da un’ordinanza della protezione civile ,che supera ogni controllo istituzionale .

 Lo stato di emergenza non è previsto dalla Costituzione ed è quindi, regolato esclusivamente da norme di rango inferiore.

La Carta infatti conferisce ai governi la possibilità di intervenire, in caso di necessità attraverso strumenti di emergenza come i decreti legge.

Strumenti che sono comunque sottoposti al controllo democratico del Presidente della Repubblica e del Parlamento.

Al contrario, il potere di ordinanza previsto dal codice di protezione civile, permette di derogare alla legge attraverso semplici atti amministrativi, sottratti quindi a questo doppio controllo.

 Ogni norma di legge può essere derogata dalle ordinanze.

Esse sono adottate dal solo Presidente del Consiglio , e non richiedono alcuna emanazione da parte del Capo dello Stato.

Un Presidente del Consiglio , che attraverso le ordinanze della protezione civile scavalca le competenze dei ministeri, le verifiche del Quirinale ,il controllo della Corte dei Conti e ,per attingere alle finanze pubbliche senza le restrizioni imposte alle altre istituzioni dello Stato.

Sembra quasi che attraverso l’emergenza permanente , si sta affermando una sorta di presidenzialismo di fatto.

Della dottrina politica della emergenza si sono fatti portatori sia i governi di centrosinistra ,che di centrodestra.

L’accoppiata commissario/ordinanze , in deroga è diventato il modello con le quali attuare molte opere infrastrutturali.

 Dal 2013 a oggi ben 127 volte è stato dichiarato lo stato di emergenza.

La condizione di emergenza dota i governi di ampi margini di discrezionalità , che sollecitano la domanda , se in alcuni casi non rappresenti un aggiramento , scientemente consapevole,  di controlli e norme che , in condizioni ordinarie , scatterebbero per tutelare l’interesse pubblico.

L’emergenza dichiarata ,  conferisce ai governi un certo margine di discrezionalità.

Pare legittimo chiedersi se la logica emergenziale non rappresenti, in alcune occasioni, un escamotage   per aggirare norme e controlli che, in condizioni “normali”, interverrebbero a tutela del bene pubblico.

Molte volte il potere di sospensione delle norme ordinarie è stato usato, per casi che di emergenziale avevano ben poco .

La bonifica della laguna di Orbetello, il Forum a Trieste dell’Iniziativa Centrale Europea,il vertice Nato/Russia a Pratica di Mare (2002), il centenario della nascita di San Giuseppe da Copertino, la Coppa America, l’Expo di Milano, il G8 della Maddalena tenuto poi all’Aquila, Raduno Azione Cattolica a Loreto.

Dopo due mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza, in Emilia Romagna è stato nominato commissario dal Governo il generale Figliuolo.

La nomina vera e propria avverrà con la pubblicazione del decreto nel quale saranno assegnati anche i fondi , per la ricostruzione.

 Nomina che ha scatenato critiche non solo dalla opposizione,  ma da molti presidenti di regioni amministrate dal centrodestra.

Di solito viene nominato commissario o il presidente della regione coinvolta o un dirigente pubblico locale. Può essere  nominato un commissario esterno al territorio ma questo avviene quando l’area coinvolta comprende più regioni.

I presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche saranno coinvolti dal commissario Figliuolo attraverso una cabina di regia.

IL Governo annuncia l’iniziativa per  una nuova disciplina chiamata “stato di ricostruzione”.

Forse è giunta l’ora di riportare nei binari costituzionali questa galassia parallela considerato , che l’abuso dello stato di emergenza e di deroga alle norme investono i fondamenti della struttura democratica della Repubblica.

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