Arturo Michelini: Dal fascismo al conservatorismo italiano

Politica

Di

Una complessa figura politica che ha attraversato epoche di cambiamento nella storia italiana

Arturo Michelini, nato il 17 febbraio 1909 a Firenze da una famiglia borghese, ha lasciato un’impronta significativa nella politica italiana del XX secolo. Nonostante la sua affiliazione storica al fascismo, Michelini era più ispirato al borghesismo del periodo fascista del Ventennio che alla matrice rivoluzionaria di Piazza San Sepolcro e della Repubblica Sociale Italiana (RSI).

Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere a Roma, Michelini seguì le orme paterne nell’ambito delle assicurazioni. Durante la guerra civile spagnola, si arruolò volontario nel contingente italiano che supportava le truppe di Francisco Franco. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fece parte del corpo di spedizione italiano in Russia e ricevette onorificenze per il suo servizio.

Dopo la liberazione, Michelini aderì alla Repubblica Sociale Italiana (RSI), ma successivamente si rese conto della nuova situazione politica e si impegnò per unire le forze che intendevano portare avanti l’eredità del fascismo in un partito che accettasse le regole del regime democratico. Il suo studio a Roma divenne il punto di incontro per gli esponenti del neofascismo che, il 26 dicembre 1946, diedero vita al Movimento Sociale Italiano (MSI).

Il MSI emerse come l’unico punto di riferimento per i “nostalgici” del fascismo, beneficiando sia della crisi irreversibile del movimento dell’Uomo Qualunque sia di una forma di interpretazione meno restrittiva del divieto costituzionale di ricostituire il partito fascista. La tolleranza verso un movimento apertamente legato al regime passato si inseriva nel contesto politico interno ed internazionale, che richiedeva un contrappeso anticomunista rappresentato dalla Democrazia Cristiana (DC).

Michelini vedeva questa prospettiva con favore, ma era contrapposto all’ala del partito più legata all’esperienza della RSI, che promuoveva un’opposizione antisistema. G. Almirante, capofila di questa componente, fu eletto segretario del partito nel 1947, affiancato da G. Tonelli e dallo stesso Michelini.

Nel 1948, il MSI ottenne un risultato lusinghiero alle elezioni comunali di Roma, ma deluse alle elezioni politiche nazionali. Michelini fu eletto alla Camera dei Deputati e sostenne il quinto governo De Gasperi, esprimendo posizioni aperte verso le politiche economiche della cosiddetta linea “Einaudi-Pella”.

Durante il corso della sua lunga leadership nel MSI, Michelini cercò di inserire il partito nell’orbita governativa. Tuttavia, le elezioni del 1963 rivelarono che la reazione moderata al centro-sinistra beneficiava principalmente il Partito Liberale Italiano (PLI), mentre ampi settori del movimento neofascista aderivano a movimenti extraparlamentari.

Michelini morì il 15 giugno 1969, lasciando un’eredità politica controversa. Nonostante le sue ambizioni di far del MSI un’importante forza politica, l’incapacità del partito di mantenere un’immagine unitaria e la mancanza di una linea politica chiara ne limitarono l’influenza. Tuttavia, Michelini è stato un antesignano politico del conservatorismo italiano, aprendo la strada a una destra più ampia e cercando di conciliare diverse forze politiche di destra, laiche e cattoliche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube