Kiev ammette per la prima volta l’attacco al ponte di Crimea

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Il primo riconoscimento ufficiale del governo della responsabilità dell’attacco con un’autobomba all’infrastruttura voluta dallo stesso presidente Vladimir Putin è arrivato dalla viceministra della Difesa, Hanna Malyar

AGI – Ad attaccare il ponte di Kerch, che collega la Russia alla Crimea, lo scorso 8 ottobre e’ stata Kiev. La prima ammissione ufficiale del governo ucraino della responsabilità dell’attacco con un’autobomba all’infrastruttura voluta dallo stesso presidente Vladimir Putin è arrivata dalla viceministra della Difesa, Hanna Malyar.

Ieri sera, in occasione del 500mo giorno dall’inizio della guerra ha pubblicato su Telegram un elenco cronologico dei successi delle forze armate di Kiev: “273 giorni da quando è stato effettuato il primo attacco sul ponte di Crimea per interrompere la logistica dei russi“, si legge nel post. In precedenza, l’intelligence ucraina aveva negato la responsabilità dei servizi speciali di Kiev nell’attacco al ponte di Kerch.

Mosca ammonisce sul rischio di un incidente a Zaporizhzhia

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova è tornata ad ammonire l’Occidente sul rischio di un incidente nucleare alla centrale di Zaporizhzhia, in Ucraina, invitando gli Alleati a discuterne nel summit Nato, in programma martedì e mercoledì a Vilnius.

Zakharova ritiene che “il vertice della Nato avrebbe dovuto dedicare la massima attenzione proprio a questo argomento”, poiché “la stragrande maggioranza dei membri dell’Alleanza si troverà nella zona della distruzione diretta” in caso di incidente. In un post su Telegram ha poi accusato Kiev di infliggere “danni sistematici” all’impianto come strategia “per la propria salvezza” in quanto la controffensiva non starebbe andando come previsto.

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