Vitaliano esposito, Procuratore Generale della Corte di Cassazione

Ora Legale per i Diritti Umani

Di

foto Vitaliano esposito, Procuratore Generale della Corte di Cassazione.

di Donato Milano

Il periodo della mia vita che va dall’infanzia all’adolescenza, é stato caratterizzato dalla costante vicinanza all’arte, soprattutto pittorica, a causa della passione coltivata dai miei genitori, questa é la ragione per cui, da laureando in Giurisprudenza, in occasione della mia prima visita alla Suprema Corte di Cassazione, fra il lungo Tevere e Piazza Cavour a Roma, venni attratto, oltre che dalla enorme quantità di opere antiche, statue e reperti archeologici di ogni genere e di grande valore, soprattutto dalla “galleria” di dipinti che riproducono, ognuno, i tratti dei Primi Presidenti e dei Procuratori Generali  succedutisi negli anni al vertice della  Suprema Corte.

Ricordo con emozione quella visita che ogni persona di legge dovrebbe fare almeno una volta, dedicando un po’ del proprio tempo, fra le alte pareti di travertino, in quello che i suoi progettisti vedevano come il “Tempio” della giustizia.

Nella mia passeggiata nei corridoi austeri e silenziosi del “Palazzaccio”, come lo chiamano i romani, fra gli “ermellini” allineati, restai colpito dal dipinto che raffigura VITALIANO ESPOSITO, Procuratore Generale della Corte di Cassazione dal 2008 al 2012, che a prima vista non presentava alcuna sostanziale differenza rispetto agli altri, finché il mio sguardo si posò sulla sua mano sinistra che tratteneva un libro.

A prima vista pensai trattarsi del testo della Costituzione, ma aguzzando la sguardo, con mia sorpresa scoprii dall’epigrafe, parzialmente oscurata, che si trattava invece della “Convention Européenne des droits de l’homme” e un dubbio mi assalì:

“Si é sbagliato il pittore o il Procuratore?”.

Nessuno dei due, evidentemente mi sbagliavo io!

Però, con mia grande consolazione, venni assolto da quella mia erronea interpretazione proprio dallo stesso Procuratore Generale quando alcuni mesi dopo andai ad ascoltare la lectio magistralis che Vitaliano Esposito tenne nella primavera del 2016 presso la sede della Cassa Forense, a Roma, a due passi da Piazza Cavour, durante il Corso organizzato dalla Unione Forense per la Tutela dei Diritti Umani (UFTDU) fondata dai proff. Giovanni Conso e Mario Lana, attualmente presieduta dal Prof. Avv. Anton Giulio Lana, sul tema: “Genesi della C.E.D.U. e  suo impatto nell’ordinamento interno”.

Nell’occasione l’Alto Magistrato fiondò le sue parole fra gli astanti senza prolusioni di sorta: “In ogni questione della vostra vita professionale voi vi troverete davanti alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (C.E.D.U.) perché non c’é nessuna questione che non debba essere risolta secondo i criteri della Corte di Strasburgo, secondo il rispetto dei diritti fondamentali e il Giudice dovrebbe vegliare acché la propria attività non si risolva nella violazione di quel diritto fondamentale che nel caso di specie può venire in discussione, sia esso di diritto processuale o di diritto sostanziale, che deve essere interpretato alla luce del rispetto dei diritti dell’uomo (…) Devo dire però che tutta questa vicenda  ha segnato per me proprio il fallimento di tutta la mia vita, cioé tutte quelle cose che avevo cominciato a dire nel 1981 e che le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione avevano seguito fino al 2007, improvvisamente é scomparso tutto e dunque ci troviamo in questa situazione (…)”.

Un preludio pesante che valeva da solo un intera lezione di vita più che di diritto internazionale, ma egli,  ci tenne subito a precisare che la genesi della C.E.D.U. non poteva essere compresa senza chiarire il concetto di “preminenza del diritto”, dato che esso era sconosciuto nella maggior parte dei corsi universitari, perchè ricerche approfondite sulla parola rimandano al diverso concetto di “primato del diritto” o di “stato di diritto”, questioni che sfociano nel principio “dura lex sed lex”, espressione di un incontrollato potere sovrano, e non giustappunto nella “preeminence du droit” francese o “rule of law” inglese o “rechtsstaatlichkeit” tedesca, osservate dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, basate  sulla sovranità del diritto contro ogni “arbitrio”.

Infatti lo stesso Procuratore Esposito ammise di essersi imbattuto nella Convenzione, quando giunse a Strasburgo, 50 anni fa, per svolgere i suoi 5 anni di servizio in qualità di coagente del Governo italiano presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e incontrò nei corridoi della Maison d’Europe il giovane greffier  Michele De Salvia il quale gli chiese : “Ma in Italia si sono resi conto delle conseguenze che comporta il fatto di aver accettato sia la clausola del ricorso individuale che quella della giurisdizione obbligatoria della Corte? si sono resi conto delle conseguenze?

Nessuno, però, sapeva nulla della C.E.D.U., che era stata aperta alla firma nel 1950 e ratificata dall’Italia con legge 4 agosto 1955, n. 848, tenuto conto, in particolare, che la C.E.D.U., al suo articolo 1,  non dice: “le Alte parti contraenti si impegnano a riconoscere i seguenti diritti”, ma dice esattamente: “le Alte parti contraenti riconoscono i seguenti diritti” e pertanto come affermato anche dal prof. Giovanni Conso, i diritti convenzionali sono di immediata applicazione per i cittadini delle nazioni costituenti il Consiglio d’Europa dato che la C.E.D.U. promanava dal suo antecedente logico rappresentato dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” solennemente proclamata a Parigi il 10 dicembre del 1948 con il supporto decisivo dei suoi più importanti animatori, Eleonor Roosevelt e Charles Malik, al fine di evitare il ripetersi delle atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale, con l’esigenza di rendere, chi si macchiava di crimini ed ingiustizie universalmente riconosciute, responsabile e punibile per le proprie azioni, indipendentemente dal silenzio e/o dal tenore delle leggi del suo Paese.

Avv. Donato Milano

One Reply to “Vitaliano esposito, Procuratore Generale della Corte di Cassazione”

  1. Paolo Albao ha detto:

    Vitaliano Esposito resta uno dei magistrati italiani dal più elevato spessore professionale.

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