Arco e arcieri nelle sacre scritture

Arte, Cultura & Società

Di

di Franco Faggiano

Le scritture Ebraico-Aramaiche offrono spunti interessanti e considerevoli su come l’utilizzo dell’arco fosse pratica diffusa nell’antichità. La definizione data alla parola arciere in un dizionario biblico cita testualmente: “Tiratore d’arco. Dopo il diluvio l’uso dell’arco e delle frecce permise all’uomo di uccidere (per nutrirsi, vestirsi e coprirsi) animali troppo veloci per essere catturati altrimenti. Con l’ascesa di Nimrod, arcieri furono probabilmente arruolati al suo servizio. Nel XX secolo a.C.,  Ismaele figlio primogenito di Abraamo ‘divenne arciere’ per sopravvivere nel deserto (Ge 21,20). Anche Esaù, nipote di Abraamo, era abile nel maneggiare l’arco (Ge 27,3).

I monumenti attestano che dai tempi più antichi gli arcieri costituivano il grosso delle truppe di assalto egiziane, e si vedono arcieri anche in sculture babilonesi. Ai giorni di Giosuè (Gsè 24,12) e di Davide (1Cr 12,1-2) e anche dopo, gli arcieri ebbero un ruolo importante nell’esercito di Israele (2Cr 14,8; 26,14). Arcieri Filistei, siri ed egiziani colpirono rispettivamente i Re Saul, Acab e Giosia (1Sa 31,1-3; 1Re 22,34-35; 2Cr 35,20-23). Bassorilievi di Ninive raffigurano arcieri assiri su carri da guerra, con due archi, uno lungo e uno corto. Quando lanciavano una freccia ne tenevano altre in mano, aumentando così la rapidità di tiro. Il piano d’attacco assiro era di sopraffare il nemico con una pioggia di frecce, e poi usare la spada o la lancia per l’inseguimento.

I persiani erano considerati gli arcieri più esperti del mondo. Bassorilievi di Persepoli e Susa mostrano soldati medi e persiani armati di arco e faretra. Dai 5 ai 20 anni i ragazzi persiani imparavano a maneggiare l’arco e a cavalcare; i cavalieri persiani erano esperti anche nel tirare all’indietro. La mobilità e la libertà di movimento degli arcieri erano fondamentali nella strategia persiana di tempestare di frecce l’avversario. Le potenze occidentali greca e romana non facevano così grande uso di arco e frecce come le nazioni orientali, anche se a volte gli arcieri ebbero una parte importante nelle loro vittorie. Questo poteva dipendere dal meno efficace metodo greco di tendere l’arco all’altezza del busto, invece di tenderlo all’altezza della guancia o dell’occhio (tecnica di tiro utilizzata successivamente anche nel Medioevo) come facevano egiziani e persiani. Mercenari cretesi e asiatici sembra fornissero esperti arcieri, mentre i greci e romani preferivano usare spada e lancia.”.

Alla voce Armi, armatura,  sempre nel dizionario sopra citato troviamo: “Arco e frecce. Fin dall’antichità l’arco (ebr. Qe’sheth; gr. To’xon) era usato per la caccia e la guerra (Ge 21,20; 27,3; 48,22; Ap 6,2). Era un’arma comune presso gli israeliti (2Cr 26,14-15), presso quelli che combattevano per l’Egitto (Ger 46,8-9), gli Assiri (Isa 37,33) e i medo-persiani (Ger 50,14; 51,11). L’’arco di rame’ menzionato in 2 Samuele 22,35 era probabilmente un arco rivestito di rame. L’espressione ‘tendere l’arco’ (lett.’calcare l’arco’) si riferisce all’azione di fornire l’arco di corda (Sl 7,12; 37,14; Ger 50,14 e 29). Si poteva far questo appoggiando con forza il piede a meta dell’arco; oppure un’estremità veniva piegata per attaccarci l’altro capo della corda. Le frecce (ebr. Chitstim) erano generalmente di canna o di legno leggero, con un’impennatura in coda. La punta dapprima era di selce o di osso e in seguito di metallo. Qualche volta le frecce erano uncinate, intinte nel veleno (Gb 6,4) o rivestite di materiale combustibile (Sl 7,13). Nel caso di frecce incendiarie, uno stoppino imbevuto di olio era infilato in fori all’estremità della punta metallica, per essere acceso quando veniva usata la freccia. Di solito un astuccio di cuoio o faretra poteva contenere 30 frecce. Rilievi assiri indicano che le faretre montate sui carri da guerra contenevano 50 frecce (Isa 22,6)”.

Quindi, da come si può evincere da queste righe, spesso le parole arco e arciere sono apparse nella Bibbia. Ma andiamo a vedere nello specifico quando, come e perché. Per esempio in Proverbi 26:10,“Come l’arciere che trafigge ogni cosa è chi assume qualche stupido o chi assume i passanti”, l’uso è palesemente figurativo. Infatti, questo proverbio mette in evidenza il danno che può derivare se chi ha un incarico di responsabilità affida un compito particolare a qualcuno non idoneo. In molti passi biblici, invece, l’uso di questa terminologia ha un significato ermetico, direi  spesso esoterico, come in 1 Samuele 2,4 “I potenti uomini dell’arco sono pieni di terrore. Ma quelli che inciampano si cingono in effetti di energia vitale o come in Giobbe 20:24 “Fuggirà dalle armi di ferro; lo taglierà un arco di rame”. Altre volte ha una funzione descrittiva abbastanza chiara come in 2 Cronache 18,33 “Un soldato, però, tirò a caso con l’arco e colpì proprio Acab, infilandosi tra le piastre della sua corazza. ‘Sono ferito! – gridò Acab al suo cocchiere – gira il carro e portami lontano dal campo di battaglia” oppure come in 1 Cronache 12,1-2 “Ecco quelli che si recarono a Siclag presso Davide, quando egli era costretto a tenersi lontano da Saul, figlio di Kis. Essi facevano parte di quei prodi che gli furono di grande aiuto nella guerra, arcieri, abili pure a lanciare sassi con la fionda, sia con la mano sinistra che con la destra, come a scagliare saette con l’arco; appartenevano alla stirpe di Saul, della tribù di Beniamino.”

Altre volte ancora, assumono significati misti, di complessa interpretazione, come in 2 Re 13,15-19: “Eliseo gli ordinò: ‘Prendi un arco e delle frecce’. Appena egli ebbe portato l’arco e le frecce, Eliseo disse a Gioas: ‘Metti la tua mano sull’arco’. Quando il re vi ebbe messa la mano. Eliseo pose pure le sue mani su quella del re, poi gli disse: ‘Apri la finestra a levante’. Aperta che egli ebbe la finestra, Eliseo continuò: ‘Scocca la freccia’. Gioas la scagliò. Allora Eliseo esclamò: ‘Freccia di vittoria del Signore, freccia vittoriosa contro Aram! Tu percuoterai l’Aram, come ad Afec, fino allo sterminio’. Poi gli ordinò: ‘Prendi le frecce’. E quando le ebbe prese, Eliseo soggiunse: ‘Percuoti la terra!’. Gioas, la percosse tre volte, poi si fermò. Allora l’uomo di Dio, adiratosi contro di lui, gli preannunziò: ‘Se avessi percosso fino a cinque o sei volte, tu avresti colpito Aram fino allo sterminio; ora invece tu lo batterai solo tre volte’.”

In questo excursus nelle Sacre Scritture, si potrebbero citare tantissimi altri passi relativi all’argomento trattato, ma sicuramente uno studio approfondito della Bibbia può sviluppare altre innumerevoli tematiche. Questo perché, indipendentemente dagli aspetti puramente religiosi della cristianità, le Sacre Scritture sono una fonte incomparabile di conoscenza, spesso sono la chiave di lettura fondamentale nella ricerca esoterica e, infine, sono libri di un’attualità disarmante anche se scritti nella notte dei tempi.

Franco Faggiano, arciere dal 1985. Dal 1994 si è dedicato all’archery training e al medieval re-enactment. Nel 1997 ha fondato il sodalizio nazionale Corporazione Arcieri Storici Medievali di cui è l’attuale Presidente. Relatore a conferenze e convegni. Ricercatore storico e saggista, fin dal 1988 ha collaborato giornalisticamente con diverse case editrici.

Inoltre, nel 2006, ha pubblicato con la casa editrice Penne e Papiri un libro di saggistica a carattere storico-religioso dal titolo “Arcieria & Cavalleria“.

Blog: https://corporazione.blogspot.com | https://archerycampus.blogspot.com

Bibliografia:

  • Dizionario “Perspicacia nello studio delle Sacre Scritture” vol.1, Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania;
  • La Sacra Bibbia, Edizioni Paoline;

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