Perché il Mediterraneo è uno dei testimoni del cambiamento climatico globale

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Le teorie del climatologo Christophe Cassou: “il Mediterraneo è davvero un hot spot, significa che concentra davvero tutti i rischi climatici”

AGI – Temperature record e incendi che bruciano in Grecia, Italia, Portogallo, Tunisia e Algeria sono la riprova che “il Mediterraneo è una regione testimone del cambiamento climatico globale”. È questa la lettura dell’estate 2023, particolarmente rovente che flagella il bacino mediterraneo, del climatologo francese Christophe Cassou, direttore di ricerca al Cnrs e al Centro europeo di ricerca e di formazione avanzata in calcolo scientifico (Cerfacs).

Per Cassou, co-autore del sesto e ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Giec), gli eventi di questi giorni dimostrano che “il Mediterraneo è davvero un hot spot, significa che concentra davvero tutti i rischi climatici“. Ma, avverte il climatologo, a bruciare non sono soltanto foreste, boschi e terreni ma anche “mari e oceani”, colpiti anch’essi da ondate di calore sottomarine sempre più frequenti, che agiscono come “veri e propri incendi” sott’acqua.

Solo che, manifestandosi nelle profondità sottomarine non fanno notizia e non vengono a conoscenza della gente. “Si tratta di veri e propri incendi sottomarini che devastano la biodiversità in un silenzio assordante”, deplora l’esperto in un’intervista a ‘France Info’. Questi eventi meteorologici estremi, sia sulla terra che sottomarini, sono da considerare effetti del riscaldamento climatico che “si stanno intensificando” e che promettono di moltiplicarsi e rafforzarsi “ad ogni frazione di grado di riscaldamento”.

Il climatologo francese insiste sul fatto che questa traiettoria era già stata “proiettata, valutata” e “presentata nei vari rapporti” Onu ma non solo. “Siamo passati dalla negazione dello scetticismo climatico alla negazione della nostra vulnerabilità“, valuta Cassou. Di fronte a questa osservazione, nel suo ultimo rapporto il Giec ha ritenuto insufficienti gli impegni e le azioni intraprese da molti Paesi.

Per Cassou, “c’è solo una soluzione per limitare il riscaldamento globale” ed è la “neutralità carbonio”. Il climatologo invoca “la fortissima riduzione delle nostre emissioni di carbonio” e auspica che si arrivi cosi’ “a non accumulare più molecole di CO2 nell’atmosfera”. Ritiene che la neutralità del carbonio sia “un vincolo geofisico” e non “una scelta politica”.

“Il funzionamento del sistema climatico ci dice che finché il CO2 si accumula nell’atmosfera, la temperatura aumenterà”, insiste l’esperto. Infine Cassou mette in guardia contro l’irreversibilità del cambiamento climatico. “Il cambiamento climatico è un viaggio senza ritorno e in un territorio sconosciuto”, prospetta l’esperto.

Tuttavia l’uomo ha ancora una carta da giocare, poiché è ancora possibile “limitare il riscaldamento e i rischi a esso connessi”. Citando l’ultimo rapporto del Giec, il co-autore assicura che “se smettiamo di emettere oggi emissioni di gas serra, la temperatura globale del pianeta e gli eventi estremi associati si stabilizzeranno. Pertanto abbiamo tutto nelle nostre mani, le soluzioni esistono”.

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