A Washington è stato formalmente incriminato dal procuratore speciale Jack Smith. Quattro i capi d’accusa per reati per cui rischia tra i cinque e i venti anni di reclusione per ciascuno. L’ex presidente resta libero, ma non deve avvicinare i testimoni.”Questa è una giornata molto triste per l’America”. Prossima udienza il 28 agosto
AGI – L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è dichiarato non colpevole, dinanzi a un tribunale di Washington DC, dei quattro capi d’accusa che gli sono state mossi in relazione al suo tentativo di sovvertire i risultati delle elezioni del 2020.
“Questo è una giornata molto triste per l’America” e “una persecuzione di un oppositore politico”. L’ex presidente ha parlato brevemente ai giornalisti, sulla pista dell’aeroporto Ronald Reagan Washington National. Subito dopo è risalito a bordo del suo aereo privato alla volta del golf resort a Bedminster, nel New Jersey.
Trump ha aggiunto che “è stato anche molto triste guidare attraverso Washington DC e vedere la sporcizia e il decadimento e tutti gli edifici e i muri rotti e i graffiti. Questo – ha aggiunto – non è il posto che ho lasciato. È una cosa molto triste da vedere e non è ciò che dovrebbe accadere in America”.
Poco prima, in un’aula di un tribunale federale di Washington D.c. l’ex presidente si era dichiarato non colpevole di aver cercato di ribaltare i risultati della sua sconfitta elettorale nel 2020, rispondendo per la prima volta dinanzi a un giudice all’accuse di aver orchestrato il tentativo (poi fallito) di bloccare il trasferimento pacifico dei poteri, da lui a Joe Biden.
La giudice, Moxila Upadhyaya, ha accettato di liberarlo, dopo aver fissato le condizioni per il suo rilascio, e ha fissato la prossima udienza per il 28 agosto. E sarà un agosto complicato per l’ex presidente che, tre giorni prima, il 25 agosto, è chiamato a presentarsi in Florida, in un altro dei processi a suo carico, quello per il trasferimento dei documenti segreti a Mar-a-Lago.
“Ho bisogno di un’altra accusa per vincere le elezioni”
Trump ha sfidato i pubblici ministeri a presentare un’altra accusa contro di lui che gli garantirebbe – dice – la vittoria alle prossime presidenziali. “Ho bisogno di un’altra accusa per garantire la mia elezione!“, ha scritto su Truth Social.
Trump – che è appena partito, a bordo di un Suv, dalla sua abitazione a Bedminster, in New Jersey, per andare all’aeroporto dove volerà alla volta di Washington D.C.- rischia davvero una quarta incriminazione per aver cercato di ribaltare il risultato elettorale in Georgia. Al suo arrivo nella capitale è atteso in tribunale dove è stato convocato dopo che è stato incriminato per i presunti tentativi di sovvertire l’esito del voto delle elezioni del 2020.
Una mail ai sostenitori
L’ex presidente statunitense Donald Trump ha comunicato ai suoi sostenitori in un’e-mail di raccolta fondi che potrebbe rischiare fino a 561 anni di carcere dopo che il Dipartimento di Giustizia (Doj) lo ha incriminato per gli sforzi compiuti con l’obiettivo di ribaltare le elezioni del 2020.
“Con il corrotto Doj del Disonesto Joe (Biden, ndr.) che ha ancora una volta illegalmente incriminato il sottoscritto, le notizie indicano che ora potrei affrontare un totale di 561 anni di prigione a causa della caccia alle streghe della sinistra”, scrive Trump nell’e-mail pubblicata da The Hill.
Finora sono 1060 gli imputati per l’assalto a Capitol Hill
Trenta mesi dopo l’insurrezione del 6 gennaio 2021 che portò migliaia di sostenitori trumpiani ad assediare il Congresso, restano numeri da record quelli legati all’inchiesta che ha portato all’incriminazione, tra gli altri, dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Secondo i dati forniti dal dipartimento Giustizia, finora sono 1060 le persone incriminate, di cui 350 per aver aggredito la polizia.
Quel giorno furono 140 i rappresentanti delle forze dell’ordine vittime delle violenze. L’assalto durò quasi cinque ore, dalle 12,53 alle 17,40. I morti nel corso dell’insurrezione furono cinque: la veterana dell’esercito Ashli Babbitt venne uccisa dalla security di Capitol Hill mentre stava tentando di sfondare una porta per raggiungere i senatori. Degli altri quattro, uno è morto per overdose e tre per cause naturali.
Quattro i poliziotti che erano di servizio quel giorno e si sono suicidati nei sette mesi successivi all’assalto. I danni alla sede del Congresso sono stati pari a 2,9 milioni di dollari. Ognuno dei condannati ha dovuto pagare anche duemila dollari per risarcire i danni provocati all’edificio.
Più di trecento persone sono state incriminate per aver ostacolato il processo democratico di certificazione del voto, uno dei reati più gravi assieme a quello di cospirazione sediziosa, capo d’accusa contestato a quelli considerati i leader dell’insurrezione, tra cui i capi dei gruppi suprematisti bianchi e neonazi, dai Proud Boys agli Oath Keepers. Finora sono più di 700 le persone condannate, e di queste 560 hanno ricevuto l’ammontare della sentenza.
Circa 350 sono stati rinchiusi in carcere. Secondo il database del Washington Post, la media delle condanne è di più di tre anni di carcere: chi ha ammesso le proprie responsabilità ha ricevuto, in media, una sentenza di due anni e quattro mesi di carcere. Chi non lo ha fatto, quattro anni e otto mesi.