Su un canale Telegram diffusero il numero privato del professore che fu tempestato di telefonate anonime di minacce di insulti. Gli indagati sono accusati di atti persecutori e istigazione a delinquere
di Alessandra Rossi
AGI – La Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio di 14 persone imputate dei reati in atti persecutori in concorso, istigazione a delinquere e minacce aggravate nei confronti dell‘infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino. A comunicarlo, via social, lo stesso Bassetti, dicendo che sabato è stato notificato alla sua legale, Rachele De Stefanis, il decreto di fissazione di udienza preliminare per il prossimo 13 novembre.
Queste 14 persone, negli ultimi mesi del 2021, “mi avevano molestato, minacciato e reso vittima di atti persecutori perpetrati tramite la mia utenza cellulare”. L’indagine aveva preso le mosse dalle numerose denunce del medico a seguito della diffusione del suo numero di cellulare personale sul canale Telegram di matrice no vax “Basta dittatura” nell’agosto di due anni fa.
“Da quel giorno – spiega Bassetti – sono stato letteralmente sommerso da messaggi, chiamate e azioni vessatorie che hanno comportato la contestazione del reato di atti persecutori in concorso oltreché di istigazione a delinquere in quanto, come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, numerosi soggetti appartenenti al citato canale Telegram istigavano pubblicamente i membri del gruppo a contattarmi sul mio numero privato rendendosi, così, autori di reati a mio danno. Il tutto, ‘nell’ambito di un’azione finalizzata a colpire i rappresentanti istituzionali e i sostenitori delle misure governative da covid ed, in particolare, della campagna vaccinale anti covid, attraverso l’individuazione e la persecuzione di figure bersaglio simbolo a livello nazionale della campagna vaccinale anti covid’ tra cui il sottoscritto”.
Come il medico genovese aveva già anticipato, “andrò fino in fondo per ottenere giustizia certo che, al di là delle simpatie e delle ideologie, debba sempre sussistere il limite invalicabile del rispetto della dignità delle persone”.