Confronto nel centrodestra sulla manovra. Priorità cuneo fiscale e pensioni

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Nel dibattito ‘scendono in campo’ anche i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, che sottolineano come sia fondamentale che il governo metta in campo strumenti volti a sostenere i cittadini, soprattutto le famiglie numerose

 

AGI – Dopo gli ‘avvertimenti’ dei ministri Giorgetti (“sarà una legge di bilancio complicata. Siamo chiamati a decidere delle priorità, non si potrà fare tutto”) e Fitto (“Se non si trova un accordo sul nuovo modello di Patto di Stabilità il rischio è che subentrino le vecchie regole”), il centrodestra di governo si confronta sulle misure da inserire in manovra, e ‘scendono in campo’ i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani.

Consapevoli che la ‘coperta’ sarà stretta, i leader dei due partiti di maggioranza fissano le priorità. E, per entrambi, tra i primi interventi da blindare c’e’ la conferma, rendendolo strutturale, del taglio del cuneo fiscale. Poi il sostegno alle famiglie e ai pensionati. Insomma, il ‘carnet’ è ben sostanzioso, ma per i due vicepremier è fondamentale che il governo metta in campo strumenti volti a sostenere i cittadini, soprattutto le famiglie numerose, che faticano ad arrivare a fine mese, tanto più di fronte a un’inflazione che non accenna a diminuire.

Accantonate per il momento, se ne riparlerà durante l’esame in Parlamento, le divergenze sulla norma sugli extraprofitti delle banche, la maggioranza di centrodestra si concentra sulla prossima legge di bilancio. Anche perché i tempi non sono lunghissimi: entro il 27 settembre, infatti, il governo deve presentare la Nadef, ovvero l’aggiornamento delle stime economiche indicate in primavera nel Def.

Poi, entro il 15 ottobre, l’esecutivo dovrà inviare a Bruxelles il Documento programmatico di Bilancio (la griglia con la sintesi degli interventi che saranno poi inseriti nella legge di bilancio). Infine, entro il 20 ottobre (anche se non è un termine perentorio, visto che in passato è stato spesso ‘sforato’) il governo deve licenziare in Cdm e poi trasmettere alle Camere il disegno di legge di Bilancio vero e proprio.

Entrambi ospiti del meeting di Rimini, Salvini e Tajani delineano gli interventi che dovranno costituire il ‘cuore’ della manovra. “Noi puntiamo sulla crescita, perché senza crescita non c’è possibilità di uscire da un momento complicato indipendente dalla volontà dell’Italia”, premette il titolare della farnesina.

“È ovvio che non si può fare tutto, dobbiamo dare priorità alle famiglie, alle imprese, difendere il potere d’acquisto degli stipendi”. Dunque, per Tajani tra le priorità c’è quella di “difendere il potere d’acquisto delle pensioni“. Poi, la “conferma del taglio del cuneo fiscale, abbattimento delle tasse sugli stipendi dei dipendenti, detassando tredicesime, straordinari e premi di produzione”.

Anche per il titolare delle Infrastrutture la priorità è “aumentare stipendi e pensioni. Mettere quello che riusciremo a ricavare, ad esempio risparmiando sul reddito di cittadinanza per chi non ne ha diritto, e confermando il prelievo sui guadagni milionari delle banche, in aumento di stipendi e pensioni. Taglio delle tasse per aumentare stipendi e pensioni, il che significa aiutare le famiglie”, scandisce Salvini.

Gli scenari, secondo Meloni

La premier, pur non intervenendo direttamente nel dibattito, in un’intervista al settimanale Chi ribadisce che “l’orizzonte che ho davanti è quello di legislatura ed è l’unico che mi interessi”. Quindi assicura: “Gli italiani si aspettano molto da me e non intendo deluderli”.

Meloni sottolinea il “quadro macroeconomico positivo che, però, ci impone di fare ancora di più e meglio, per consolidare e rafforzare la tendenza”. Infine, Meloni rivendica: “La realtà si è imposta sulle menzogne e sull’ideologia” della sinistra. Ma senza cullarsi sugli allori.

Meloni infatti osserva: “Quello che stiamo vivendo è un tempo estremamente complesso e si deve essere pronti ad affrontare ogni difficoltà, anche la più remota e la meno prevedibile”.

La polemica con Schlein

C’è poi spazio per una polemica a distanza con la segretaria del Pd. Elly Schlein attacca il governo su migranti e Ong: “Ricevere una multa e un fermo amministrativo per aver salvato più vite umane di quelle ‘autorizzate’: il decreto del governo Meloni costituisce il reato di solidarietà'”, afferma la leader dem dopo la multa alla nave di Open Arms e alla Sea-Eye.

Meloni controbatte: “Reato di solidarietà”? Facciamo applicare leggi e principi che esistono da sempre in ogni Stato: non e’ consentito agevolare l’immigrazione illegale e favorire, direttamente o indirettamente, la tratta di esseri umani”. Per la presidente del Consiglio, “solidarieta’ e’ fermare i viaggi della speranza e le morti in mare”.

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