Bomba o missile? Le ipotesi sull’incidente costato la vita a Prigozhin

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I canali Telegram vicini al gruppo Wagner sostengono che la contraerea russa abbia abbattuto l’aereo sul quale volava il capo della compagnia. Dai pochi elementi a disposizione, spiega all’Agi una fonte industriale, non è l’unica dinamica possibile

AGI – Grey Zone e gli altri canali Telegram vicini al gruppo Wagner non sembrano avere dubbi: il jet privato sul quale volava Evgnenhy Prigozhin è stato abbattuto dalla contraerea russa. Molte testate internazionali parlano di una bomba a bordo. L’esame dei detriti chiarirà molte incognite ma, se si è trattato dell’annunciata vendetta di Vladimir Putin per la tentata marcia su Mosca, non si può escludere che il verdetto dell’ente competente, la Commissione Interstatale dell’Aviazione (Iac), possa venire manipolato.

Le informazioni disponibili al momento sono scarse ma, in attesa del rapporto ufficiale dell’Iac, è comunque possibile effettuare alcune congetture, che restano appunto tali. Su alcuni elementi c’è però una ragionevole certezza.

  1. Parte della coda è stata ritrovata ad almeno due chilometri dal resto della carcassa del velivolo, sostiene Ria Novosti, agenzia stampa ufficiale del Cremlino, secondo la quale, poi, un altro frammento sarebbe caduto a un chilometro dal luogo dell’impatto.
  2. Secondo FlightRadar24, l’aereo ha volato in modo sinusoidale – alzandosi e abbassandosi più volte – prima di cadere, uno scenario compatibile con la perdita degli stabilizzatori, cioè con un distacco della coda.
  3. Dalla perdita delle comunicazioni radio, avvenuta intorno alle 18:00 sopra Tver, all’impatto al suolo, nelle campagne di Kuzenkhino, l’aereo ha volato per quasi 150 chilometri, ovvero per altri 10 o 15 minuti.
  4. I video mostrano l’aereo cadere “a vite”, ovvero girando su se stesso. Fatta salva la cattiva qualità delle immagini, sembra che, prima di schiantarsi, l’aereo avesse perso un’ala. Il distacco dell’ala non sarebbe però necessariamente la causa dell’incidente ma una conseguenza delle eccessive sollecitazioni durante la caduta, della quale, nei video, vediamo solo la fase conclusiva.

Tutto sembra quindi suggerire un “cedimento strutturale catastrofico in fase di crociera”. Rimangono gli interrogativi sulle cause. L’Agi ha consultato una fonte dell’industria aerospaziale per valutare la plausibilità dei diversi scenari.

Ipotesi 1: l’aereo è stato colpito da un missile

Non sono solo i commilitoni di Wagner ma anche la Cnn a ritenere possibile che un missile sia stato scagliato contro l’Embraer 600 con a bordo Prigozhin e alcuni dei suoi più stretti collaboratori. La fusoliera appare integra prima dello schianto ma, spiega la fonte, “la maggior parte delle volte le cariche aria-aria e alcune contraeree esplodono a qualche metro di distanza dall’aereo e creano una rosa di impatto molto più ampia e potrebbero quindi causare il distacco di un pezzo di un ala”. “Nel video non vediamo però pezzi che cadono, quindi è probabile che l’evento si sia prodotto altrove e ne vediamo solo le ultime conseguenze”, prosegue l’esperto, “qua vediamo solo gli ultimi 10 mila piedi della caduta”.

Va però considerato che, in pieno giorno, il lancio di un missile terra-aria potrebbe non passare inosservato in un’area agricola, non disabitata, soprattutto in un Paese che impone agli autoveicoli di dotarsi di telecamere. L’ipotesi del missile sarebbe più robusta nel caso di un proiettile aria-aria, cioè scagliato da un altro velivolo. Va qua ricordato che questo specifico modello di Embraer 600 ha i motori montati sulla coda, che diventerebbe quindi l’obiettivo naturale di un missile a guida termica.

Ipotesi 2: c’era una bomba sull’aereo

Le immagini dei resti della coda dell’aereo diffuse su Telegram appaiono compatibili con l’esplosione di una carica a tempo, dalla potenza appena sufficiente per far saltare stabilizzatori e motori. “Nella fotografia si nota che il distacco è avvenuto all’altezza del punto di contatto con la fusoliera”, spiega la fonte, “l’aereo, al momento del cedimento, non ha quindi perso solo gli equilibratori o gli stabilizzatori ma tutta la coda. Ha ceduto il pilone centrale, che è una parte strutturale”.

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Provando a ingrandire l’immagine con un programma di Intelligenza Artificiale, parrebbe, dai margini dei fori, che “sia esploso qualcosa all’interno”. L’Embraer è partito da un aeroporto di Mosca e la collaborazione di un tecnico sarebbe stata sufficiente a piazzare la carica. Se di sabotaggio si è trattato, una bomba non è però l’unica ipotesi possibile.

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Ipotesi 3: esplosione decompressiva

“Non è da escludere, conclude la fonte, che il cedimento strutturale sia avvenuto a causa di una perdita di pressione all’interno della cabina che avrebbe causato la morte istantanea di tutti i passeggeri e, “l’esplosione decompressiva della bulkhead posteriore”. “In questo caso, si tratterebbe di un lavoro certosino, dalla precisione incredibile, ma non impossibile”, prosegue la fonte, “occorrerebbe manomettere rivetti e saldature quel tanto sufficiente a consentire il decollo e a causare un cedimento poco dopo, un sabotaggio di grande raffinatezza”.

Va tuttavia sottolineato che un’esplosione decompressiva potrebbe essere anche dovuta a semplice usura o difetto dei materiali. Non sarebbe quindi corretto scartare a priori che sia stata davvero una fatalità, per quanto la coincidenza possa apparire bizzarra.

Da un’altra foto dei resti della coda, scattata da un’altra prospettiva, “si constata inoltre la presenza di una prima  parte dell’equilibratore ancora attaccato allo stabilizzatore mentre una seconda parte si trova nelle immediate prossimitá, indicando che si sia staccata nell’impatto col suolo”, dice ancora l’esperto.

La coda, quindi, potrebbe essersi staccata per intero in fase di crociera per poi rompersi al momento dell’impatto. Dalle immagini non appare però chiaro se si tratti dello stesso frammento osservato da prospettive diverse o di due frammenti differenti. E, soprattutto, non sappiamo a che distanza dal resto del velivolo siano state scattate queste foto.

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L’ipotesi del doppio incidente

Si può quindi supporre che un frammento della coda si sia staccato quando l’aereo era in volo sopra Tver e che il velivolo – privo degli stabilizzatori – abbia volato in modo sinusoidale (“a zig zag”, hanno riferito alcuni testimoni) per almeno altri 10 minuti prima di schiantarsi nelle campagne di Kuzhenkino e che il resto della coda abbia ceduto poco prima dell’impatto.

In un’altra foto, pubblicata dal ‘Mirror’, sembrerebbero mancare per intero lo stabilizzatore e equilibratore destri ma, in assenza di ulteriori immagini della zona circostante, é difficile stabilire dove e quando si sarebbero staccati.

Un altro grande interrogativo qua riguarda il lasso di tempo trascorso dalla perdita di comunicazioni allo schianto. Il distacco della coda di per sé non dovrebbe essere sufficiente a far saltare all’istante la trasmissione dei dati come, ad esempio, nel caso di una deflagrazione della fusoliera. Anche se l’alimentazione principale è connessa ai motori, l’aereo disponeva di un sistema elettrico di triplice ridondanza e la batteria o la RAT (turbina estraibile in grado di generare elettricità dall’attrito con l’aria) dovrebbe consentire un non trascurabile margine di autonomia.

Sarebbe molto suggestivo immaginare un massiccio “jamming” che, prima del distacco della coda, abbia interrotto le comunicazioni tra il transponder a bordo e i satelliti e le antenne che ne raccolgono i segnali. Anche questa un’operazione fin troppo raffinata, e forse non alla portata di un ente non statale. Ma si tratta, appunto, solo di congetture basate su un numero scarsissimo di elementi.

Non sappiamo inoltre a che distanza siano caduti i frammenti della coda rappresentati nelle immagini, non geolicalizzate, né siamo sicuri che i frammenti di cui parla Ria Novosti siano effettivamente i resti della coda mostrati nelle immagini. “È possibile che sopra Tver si sia staccato un piccolo pezzo della coda e il resto sia caduto più tardi”, conclude la fonte, ricordando che, in caso di incidenti aerei, “qualsiasi considerazione è molto prematura in attesa dei rapporti ufficiali”.

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