Secondo l’Onu, l’intelligenza artificiale aumenta i posti di lavoro, non li distrugge

Economia & Finanza

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Uno studio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sottolinea come la maggior parte dei settori industriali sia solo parzialmente esposta all’automazione e molti ruoli verrebbero integrati anziché sostituiti

tempo di lettura: 2 min

© Zumapress/ AGF – Intelligenza artificiale

AGI – L’intelligenza artificiale generativa ha maggiori probabilità di aumentare i posti di lavoro anziché distruggerli, automatizzando alcune mansioni piuttosto che sostituendole completamente. Lo sostiene uno studio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), secondo cui la maggior parte dei posti di lavoro e dei settori industriali sono solo parzialmente esposti all’automazione ed è più probabile che vengano integrati piuttosto che sostituiti dalle ultime novità della IA, come chatGPT. Pertanto, l’impatto di questa tecnologia non sarà probabilmente la distruzione di posti di lavoro, ma piuttosto i potenziali cambiamenti nella qualità dei posti di lavoro, in particolare l’intensità e l’autonomia del lavoro.

Più a rischio le mansioni impiegatizie

Secondo il rapporto, il lavoro impiegatizio è risultato essere la categoria con la maggiore esposizione tecnologica, con quasi un quarto delle mansioni considerate altamente esposte e più della metà delle mansioni con un’esposizione di livello medio.

In altri gruppi occupazionali – tra cui dirigenti, professionisti e tecnici – solo una piccola parte delle mansioni e risultata altamente esposta, mentre circa un quarto ha livelli di esposizione medi.

Lo studio, di portata globale, documenta notevoli differenze negli effetti sui Paesi a diversi livelli di sviluppo, legate alle attuali strutture economiche e ai divari tecnologici esistenti.

L’analisi rileva che il 5,5% dell’occupazione totale nei Paesi ad alto reddito e potenzialmente esposto agli effetti di automazione della tecnologia, mentre nei Paesi a basso reddito il rischio di automazione riguarda solo lo 0,4% dell’occupazione.

D’altra parte, il potenziale di aumento è quasi uguale tra i vari Paesi, il che suggerisce che, con le giuste politiche, questa nuova ondata di trasformazione tecnologica potrebbe offrire importanti benefici ai Paesi in via di sviluppo.

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