Schlein e il rebus degli alleati

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In una politica italiana sempre più sconquassata dalle alleanze e dalle spinte degli opportunismi personali, il Partito Democratico sembra trovarsi di fronte a una tempesta perfetta. Il nome di Elly Schlein, ormai sulle labbra di tutti, si staglia come un enigma indecifrabile nella geometria delle coalizioni. La sua ricerca disperata di un “campo largo” insieme a Carlo Calenda e Giuseppe Conte è diventata una specie di rebus politico, e il Pd si trova a rischiare di diventare il malcapitato in questa partita.

Schlein sembra voler giocare d’anticipo, cercando di sganciarsi dal peso di Matteo Renzi. L’ex premier pentastellato, da tempo “ago della bilancia” in questa commedia politica, è stato accolto come l’alleato naturale del nuovo Pd targato Schlein. Ma quale prezzo dovrà pagare il Partito Democratico per questo tentativo di emancipazione politica?

L’obiettivo dichiarato della segretaria del Pd è quello di spostare costantemente l’asse del partito verso sinistra per rubare voti al M5S e evitare una futura competizione con il leader dei grillini. Ma il rischio principale in questa strategia è l’ulteriore appiattimento del partito verso le posizioni del Movimento 5 Stelle, che già pesca in questa area elettorale, lasciando scoperta l’area centrale del centrosinistra. Le recenti considerazioni di Schlein verso Calenda sembrano essere finalizzate proprio a evitare questa deriva, ma sono davvero una mossa sicura?

Carlo Calenda e Giuseppe Conte sono figure politiche ben note, ma la loro affidabilità come alleati è altamente discutibile. Calenda, un ex “socioliberale” che ha vagato tra diverse fazioni politiche nel corso degli anni, sembra muoversi principalmente seguendo i suoi interessi personali. La sua storia di cambiamenti di partito e alleanze opportuniste solleva dubbi sulla sua coerenza politica.

D’altra parte, Giuseppe Conte, l’avvocato di Volturara Appula, ha dimostrato una notevole flessibilità politica durante il suo mandato come primo ministro. Dopo aver dichiarato che non avrebbe presieduto un altro governo con una maggioranza diversa, è tornato al potere grazie ai voti del Pd, solo per ritirarsi quando ha visto scemare il suo sostegno nelle elezioni. Questa instabilità solleva domande sull’affidabilità di Conte come alleato a lungo termine.

Inoltre, c’è un aspetto esoterico in questa situazione che non può essere ignorato. La filosofia di René Guénon, noto pensatore francese, parla di una realtà metafisica e di una conoscenza trascendentale. Mentre Guénon si opponeva alle correnti “neospiritualiste” e “occultistiche,” è interessante notare come la politica italiana sembri essere coinvolta in un intricato gioco di alleanze e tradimenti che potrebbero essere paragonati a un’interpretazione esoterica.

La ricerca di Schlein per creare un nuovo percorso politico sembra rispecchiare la necessità di un ritorno a una visione “non-umana” delle cose, una sorta di riscoperta delle radici metafisiche dell’azione politica. Tuttavia, il percorso è disseminato di incertezze, opportunismi e compromessi.

In ultima analisi, la Schlein e il suo tentativo di risolvere il rebus degli alleati rappresentano una sfida per il Partito Democratico. La politica italiana è in uno stato di caos, e le alleanze sono più instabili che mai. Forse, come suggerisce Guénon, la soluzione a questa crisi politica potrebbe giacere in una comprensione più profonda della realtà metafisica, ma resta da vedere se i politici italiani saranno in grado di decifrare questo enigma e trovare una via d’uscita dalla tragedia politica in corso.

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