“E’ l’ora della fine, Amen”, la tragicomica pièce di Chiara Benazzi al Teatro Petrolini

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ROMA, 16/17 Settembre 2023 – È un fine settimana di metà settembre. Ormai la città è tornata in pieno ritmo, i locali si riempiono e i contenitori culturali pullulano di artisti che – anche su piccoli palchi e di fronte a un pubblico intimo – sgomitano per esprimersi, per avvicinarsi passo dopo passo alla realizzazione dei propri sogni, per conquistare il loro posto nel mondo. Questa è una fotografia della realtà che vivono i giovani d’oggi, che hanno deciso di dare ascolto alla passione che li anima, nonostante la precarietà, l’incertezza e una società ormai sempre più povera di sentimenti e avida di successo. Certo, perché se diventi qualcuno conti e puoi ritenerti soddisfatto di te stesso, se invece sei talentuoso ma l’occasione giusta ancora non ha bussato alla tua porta sei un fallimento. E questi torbidi pensieri che si insinuano nelle giovani menti, non fanno altro che allontanarli dal coraggio di perseverare, spingendoli sempre più verso la rinuncia.

E quante volte abbiamo desiderato vedere un film che parlasse di noi o uno spettacolo che sviscerasse le ansie e le paure di una generazione ricca di potenzialità? Bene, ci ha pensato Chiara Benazzi che con la sua regia e i testi ha messo su una pièce teatrale tragicomica, “E’ l’ora della fine, Amen”, ospitata nella cornice della sala Fabrizi del Teatro Petrolini (Testaccio), facendo sentire i ragazzi compresi e instillando negli adulti spunti di riflessione.

Grazie ai suoi tre attori emergenti Carlotta Assisi, Barbara Monetti e Matteo Cazzetta ha raccontato la storia di Rebecca, una giovanissima scrittrice alle prime armi, contattata da un noto produttore per scrivere una sceneggiatura. L’adrenalina e l’eccitazione del momento inziale, lascia ben presto spazio non al solito e classico blocco dello scrittore, bensì a una crisi profonda sulle proprie capacità e sulle prospettive future. Sapere di avere tra le mani la possibilità di raggiungere il meritato successo che tutti aneliamo nasconde il rovescio della medaglia più difficile da gestire: il terrore di non essere abbastanza bravi e di bruciare quella che è l’Occasione (con la O maiuscola) che ci cambierebbe la vita.

In un unico atto ambientato all’interno della cameretta di Rebecca, disperata e delirante, si avvia una spasmodica ricerca dell’ispirazione aiutata da dolci, fazzoletti e limoncello della nonna ma anche da chiamate “rassicuranti” e smielate di mamma e papà, che sconfinano nell’incarnazione – immaginaria – dei protagonisti della sua storia, Lucilla e Antonio. I due amanti vengono da lei guidati come burattini, mettendo in scena varie proposte di finali, dai più scontati e palesemente tratti da celebri film ai più irrazionali ed esilaranti. Il processo creativo regala momenti di estrema comicità e innesca un fitto dialogo mentale tra i tre, che insieme cercano di orientare la decisione verso l’una o l’altra opzione.

A ogni tentativo rivelatosi inadatto, l’ansia dello scadere del tempo a propria disposizione per consegnare il testo aumenta e con sé anche i dubbi e le insicurezze. Rebecca non sentendosi in grado di continuare valuta di rinunciare a tutto, di cambiare strada pur di non “mangiare la sua carota”. Quando in ballo è il proprio futuro e le speranze riposte in esso, il pensiero di sbagliare arresta inevitabilmente il coraggio primordiale di ognuno di noi. In fin dei conti, il motivo reale per cui Rebecca non riesce a trovare il coronamento perfetto della sua opera è proprio questo: la paura della fine. Sì, perché il non sapere cosa accadrà una volta che avrà colto l’Occasione, il cadere senza garanzie di riuscire a rialzarsi e il temere che se non andrà bene, non avrà più un’altra chance, logora, fa sentire inermi e convince che sono vani tutti gli sforzi che compiamo per raggiungere i nostri obiettivi. E invece no, non dovrebbe essere così e le due anime della coscienza della scrittrice in erba, passando per visite cliniche e grafici a torta, le ricordano esattamente questo spronandola a non mollare e ad esprimere la sua unicità, vada come vada.

Rebecca troverà il finale perfetto? Il suo lavoro sarà premiato? Come termina lo spettacolo? Sarebbe bello se vi dicessi già tutto, lo so, è rincuorante sapere. Ma niente spoiler, consiglio di andare direttamente voi a scoprirlo.

E tante, tantissime, buone risate!

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