Alexa vuole diventare più intelligente e capire il nostro linguaggio del corpo

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Grazie all’intelligenza artificiale, l’assistente vocale di Amazon potrà interpretare non solo le parole, ma anche i segnali non verbali usando i sensori

AGI – Presto o tardi doveva succedere: Amazon vuole portare l’intelligenza artificiale – quella vera e non quella di un semplice assistente vocale – dentro Alexa. Ad annunciarlo è stato Daniel Rausch, Vice President e responsabile del progetto durante la presentazione in anteprima di un nuovo modello linguistico e una suite di funzionalità di intelligenza artificiale conversazionale che contribuiranno a fornire un Alexa ancora più intuitivo.

“Avendo superato il mezzo miliardo di dispositivi venduti e con decine di milioni di interazioni ogni ora, Alexa è diventata parte della famiglia in milioni di famiglie” ha detto, “Una missione di lunga data è stata quella di rendere una conversazione con Alexa naturale come parlare con un altro essere umano, e con il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, ciò che immaginavamo è ora a portata di mano”.

Il Large Language Model – lo stesso che alimenta Chat-GPT, per intenderci – è stato creato su misura e ottimizzato specificamente per le interazioni vocali e per le cose che Amazon sa che i suoi clienti amano: ottenere informazioni in tempo reale, controllare la casa intelligente e massimizzare l’intrattenimento domestico.

Una novità riguarderà l’interpretazione non solo delle parole, ma anche del linguaggio del corpo e per questo l’input dei sensori in un Echo (la fotocamera, l’input vocale, la sua capacità di rilevare la presenza) è stata fusa con modelli di intelligenza artificiale in grado di comprendere i segnali non verbale.

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Alexa Hub

Per essere veramente utile, Alexa deve essere in grado di agire nel mondo reale e per questo Amazon ha lavorato sulla capacità di Alexa di elaborare sfumature e ambiguità, proprio come farebbe una persona, e di agire in modo intelligente. Ad esempio programmare routine complesse con ordini diversi in un solo comando.

Una delle funzioni più inquietanti, però, riguarda il ‘punto di vista’ di Alexa. A Mountain View hanno pensato di dare una personalità all’assistente vocale che dirà, ad esempio, quali film avrebbero dovuto vincere un Oscar, o scrivere una nota entusiasta da inviare per congratularsi con un amico per la sua laurea. Bisognerà veder se si pronuncerà anche sull’esito delle elezioni.

Anche se l’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa offre infinite nuove possibilità, c’è sempre una zona di rischio: innanzitutto per la privacy.  “Il nostro impegno nel guadagnare la fiducia dei nostri clienti non cambierà” assicura Rausch, “progetteremo la privacy e la sicurezza dei nostri clienti e daremo loro controllo e trasparenza”.

Staremo a vedere, intanto quella che si preannuncia come la più grande integrazione di un’intelligenza artificiale con una suite di dispositivi saprà riconoscere le esitazioni nella nostra voce per non affrettarsi e dare risposte parziali, ma se quando le chiederemo se la nostra squadra ha vinto e, in tal caso, ci risponderà con voce gioiosa, quale sarà l’effetto su quel fenomeno noto come ‘camera dell’eco’ che esalta le nostre convinzioni, ma anche i nostri pregiudizi?

Al di là di questo, le novità di Alexa offriranno anche funzionalità comode nella vita quotidiana: le chiamate audio e video effettuate con il dispositivo potranno essere tradotte in tempo reale, mentre uno strumento utile anche per i non udenti e gli ipoudenti sarà il Call Captioning: la possibilità di vedere le didascalie delle chiamate su Alexa in tempo quasi reale.

Amazon ha presentato anche un nuovo dispositivo: l’Echo Hub, un pannello di controllo montabile per una gestione più semplice dei sistemi di sicurezza e della casa intelligente.

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