Giornata Mondiale del Cuore 2023

Ambiente, Natura & Salute

Di

A cura del dottor Umberto Palazzo 

Giornata Mondiale del Cuore 2023
con il fondatore dell’Istituto Malattie Cardiovascolari dell’Università di Bari, prof. Paolo Rizzon ripercorriamo cinquanta anni di successi della Cardiologia nel Policlinico di Bari

Progettato e costruito in epoca fascista, il Policlinico da decenni è per tradizione ritenuto il riferimento per la sanità pugliese. Questo non solo per le dimensioni che ne fanno il più grande della regione ma anche perché sede della facoltà di Medicina e Chirurgia, luogo dove continuano ad avvicendarsi i migliori maestri per la formazione dei futuri operatori sanitari nelle diverse branche specialistiche. Cinquanta anni fa nell’attuale padiglione Chini cominciava a germogliare una nuova branca specialistica della Medicina Interna, la specializzazione in Cardiologia. Il direttore della ClinicaMedica, prof. Virgilio Chini, non era molto favorevole a spezzettare la Clinica Medica ma dietro le continue insistenze del giovane e promettente prof. Paolo Rizzon nel 1970 approvò la scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Era la necessaria premessa per il destino della scuola barese di Cardiologia che raggiungerà una posizione di assoluto prestigio tra le Università Italiane, con riconoscimenti in ambito scientifico nazionale e internazionale. Erano anni in cui la tecnologia spingeva per l’evoluzione della Cardiologia, il direttore prof. Rizzon imponeva agli specializzandi una preparazione rigorosa affiancata da disciplina e “temute” guardie mediche notturne supplementari. I risultati però non mancarono e scambi culturali con le migliori scuole di Cardiologia anche estere trasferirono a Bari il meglio della pratica medica per le malattie cardiovascolari. Dalla basilare elettrocardiografia affiancata dalla sofisticata fonocardiografia si passò alle prime indagini radiologiche con gli enormi macchinari della sala di Emodinamica (d.ssa Chiddo). L’ecocardiografia diventava monodimensionale prima (prof.ssa Biasco) e transesofagea dopo (prof.Iliceto). Eccezionali passi in avanti anche per gli esami coronarografici con la prima coronarografia nel 1972 ( prof. Di Biase) e sviluppo della nascente angioplastica grazie a abili operatori (prof.ri Gaglione e Bortone) non mancarono innovative valutazioni anche per il circolo artero-venoso con il prof. Ciccone. Negli anni 90 arriva poi l’impianto del primo defibrillatore automatico con cateteri introdotti per via transvenosa (prof.Favale) e l’ablazione transcatetere delle tachicardie parossistiche sopraventricolari (prof.Pitzalis). Anni sicuramente importanti per la professionalità dei cardiologi della scuola barese che dal Policlinico continuano a essere apprezzati con il raggiungimento di posizioni apicali in tante strutture ospedaliere e universitarie.

L’ intervista

Prof. Rizzon, negli anni ottanta lei è stato promotore di una forte innovazione nella Cardiologia. Oggi Giornata Mondiale del Cuore cosa ritiene di consigliare per la Prevenzione delle malattie cardiovascolari e un cuore in salute?

Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 34,8% di tutti i decessi a causa delle scarse risorse disponibili nelle strutture ospedaliere e universitarie, e, soprattutto per la insufficiente Prevenzione Cardiovascolare. E’ inoltre necessaria una maggiore motivazione, soprattutto in giovane età, a praticare un corretto stile di vita a cui il cuore è il primo organo a rispondere in maniera ottimale. La scuola può e deve essere un luogo di formazione per la corretta informazione delle giovani generazioni a cui dobbiamo consegnare un futuro di sana longevità.

Prof. Rizzon, lei che è stato il maestro di tanti cardiologi di successo, che qualità deve avere un giovane medico che affronta la specializzazione in Cardiologia?

I candidati alla possibile ammissione alla Scuola di Specializzazione dovrebbero aver conseguito un tasso elevato di preparazione e in particolare con l’ esame di cardiologia. Idealmente dovrebbero rimanere inalterati entusiasmo e passione che riscontravo tra i primi cultori della cardiologia, anche in questi tempi difficili per la gestione di un sempre più elevato numero di pazienti con malattie cardiovascolari. I posti disponibili per la possibile ammissione alla scuola di specializzazione, mediante concorso nazionale, sarebbero da incrementare, poiché la mancanza di specialisti è sotto gli occhi di tutti e gli specializzandi non possono essere una risposta alle deficienze di organico di strutture ospedaliere pubbliche e convenzionate. La qualità della formazione per la cura delle malattie cardiovascolari, in cui ci siamo sempre distinti a livello nazionale e internazionale, non può essere abbassata nell’interesse di tutti.

In foto :Il Prof. Chini e il Prof. Luisada di Chicago a Bari per un ciclo di conferenze sull’edema polmonare acuto, con i primi “Cultori della Cardiologia”nella Clinica Medica di Bari.
a destra: Calabrese, Cristallo, Rizzon,
Franchini, Biasco, Bacca, Brindicci.

Foto del 1967, fine corso di lezioni di Clinica Medica con il Prof. Chini attorniato da un folto gruppo di allievi alcuni dei quali avrebbero ricoperto sia Cattedre Internistiche (Bonomo, Schiraldi, Dammacco) che specialistiche (Giorgino, Pastore, D’Addabbo, Liso, Schena, Tursi, Capurso, Rizzon).
Nel gruppo anche diversi futuri primari ospedalieri (Colonna, Bacca, Brindicci, Daniele, Bini, Lovreglio, Scardapane, Grimaldi, Proto, Marano, Tannoia)e la Dott.ssa Biasco che seguirà nella carriera universitaria 

In foto :Nel 1971 nacque il reparto di Cardiologia nella foto il Prof. Rizzon con i suoi primi collaboratori:
Biasco, Brindicci, Cristallo, Calabrese, Franchini, Di Biase, Antonelli e altri.

Foto del 2022-Il Prof.Rizzon all’inaugurazione del nuovo allestimento destinato alla *Collezione Rizzon* nel Museo Nazionale Domenico Ridola di Matera

One Reply to “Giornata Mondiale del Cuore 2023”

  1. Andrea Sacco ha detto:

    Straordinario documento storico per la Cardiologia delle nostre Regioni. Bravo Umberto e grazie prof. Rizzon. Andrea Sacco

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