Un ex Goldman Sachs è il nuovo capo della sinistra greca

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Dopo la batosta alle ultime elezioni, Alexis Tsipras ha lasciato le redini di Syriza a Stefanos Kasselakis. Giovane, bello e ricchissimo, promette di dare una svolta drastica al partito, nella cui vecchia guardia non manca chi lo detesta

AGI – Appena un mese e mezzo fa la sinistra in Grecia sembrava essere allo sbando e ci si interrogava sul futuro di un partito come Syriza, che solo pochi anni fa aveva conquistato la ribalta europea con Alexis Tsipras. Basterebbe questa circostanza a rendere l’idea di come il nome di Stefanos Kasselakis abbia rappresentato un vero e proprio colpo di scena sulla scena politica non solo ellenica, ma europea. Il nuovo leader di Syriza, eletto a furor di popolo appena tre giorni fa, fino al 29 agosto scorso, giorno della sua candidatura, era infatti un perfetto sconosciuto.

Figlio di un armatore e di una dentista, il trentacinquenne Kasselakis ha trascorso gli ultimi 21 anni negli Stati Uniti, dove si era trasferito grazie a una borsa di studio ottenuta giovanissimo, quando aveva fatto parlare di se per le doti fuori dal comune nell’ambito della matematica. Completamente privo di un pedigree famigliare in politica, Kasselakis è un ex trader di Goldman Sachs e fondatore di una compagnia di navigazione che lo ha reso ricco. Appena sei mesi fa è diventato membro di Syriza.

Troppo borghese per i socialisti, troppo liberale per i comunisti

Se la sua esperienza lavorativa mostra un percorso e rivela delle idee molto più liberali che socialiste, la sua esperienza politica è limitata a una partecipazione attiva alla campagna che ha portato all’elezione del presidente americano Joe Biden. Caratteristiche che non lo hanno certamente reso popolare presso i partiti politici della sinistra ellenica. Troppo “borghese” per i social democratici di Pasok, troppo “liberale” per i comunisti del KKE. E il malcontento non è mancato neanche da parte della chiesa ortodossa greca per una omosessualità mai nascosta.

Kasselakis non ha mai fatto calcoli sulla componente religiosa del Paese e per tutta la campagna è comparso al fianco del marito Tyler McBeth. “Oggi hanno vinto la luce e la speranza di tutti, la speranza nei confronti del futuro”, ha detto dopo la sua elezione sul palco a fianco del marito. Sarebbe tuttavia sbagliato pensare che Kasselakis abbia scalato posizioni fino alla vetta di Syriza senza alcun sostegno da parte della politica greca. Uno dei suoi grandi sostenitori è stato l’ex presidente del partito Pavlos Polakis, ma anche l’entrourage di Alexis Tsipras non gli ha fatto mancare appoggio, a partire dal fratello dell’ex leader, Yorgo, che di Kasselakis ha curato la campagna durante le primarie.

Secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo El Pais, lo stesso Alexis Tsipras avrebbe sostenuto Kasselakis da dietro le quinte. Al di là dei proclami di imparzialità, El Pais insiste sul fatto che Tsipras avrebbe spinto per una rottura rispetto alle dinamiche in cui il partito era finito impantanato negli ultimi anni. Una necessità emersa anche nelle recenti elezioni di giugno, quando Syriza ha ottenuto appena il 17,8% dei voti, mentre i conservatori del partito neo democratico andavano al potere con ben il 40,5%. Risultati che hanno costretto Tsipras alle dimissioni. E i primi passi di Kasselakis alla testa del partito sembrano aver già proiettato Syriza verso una nuova dimensione.

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© Nephele Nomikou/ AFP

Stefanos Kasselakis

Un Mitsotakis di sinistra?

A un primo superficiale sguardo di lui colpisce l’aspetto fisico: biondo, occhi chiari, fisico da atleta, sempre perfettamente pettinato e vestito con eleganza. Tuttavia bastano poche parole a rivelare altro del nuovo leader e della linea che ha in mente. Kasselakis ha riportato entusiasmo, ha ripetuto più volte di essere certo che Syriza tornerà al governo e vuole costruire un partito sul modello dei Democratici Usa, inclusivo e meno ideologico. Una “grande tenda” sotto cui possano “trovare posto e sentirsi a casa” tante anime diverse.

Il neo segretario di Syriza ha sfidato apertamente il premier Kyriakos Mitsotakis accusandolo di aver usato il parlamento per consolidare controllo sui media e instaurare una sorta di egemonia culturale. “Più inglese, più finanza, più expertise” è il motto con cui si è presentato come un “Mitsotakis di sinistra”, come è stato definito da molti. Tuttavia, a Kasselakis va riconosciuto il merito di aver affrontato di petto temi della politica greca che gli stessi gruppi progressisti hanno fatto fatica ad affrontare e che sono rimasti tabu negli anni, allontanando molti elettori. Più volte ha ripetuto che la Grecia è uno stato laico dove vige la divisione tra stato e chiesa. Una circostanza che spiana la strada al riconoscimento dei diritti per la comunità Lgbtq e al matrimonio per gli omosessuali.

Altro tabu sfatato riguarda l’esercito. Stop alla leva obbligatoria, il nuovo segretario di Syriza vuole solo militari professionisti. Kasselakis non si è risparmiato neanche sul caldissimo tema dei migranti, ha ripetuto più volte di essere favorevole allo ius soli e al riconoscimento immediato della cittadinanza per i figli dei migranti nati in Grecia. Una vera e propria ondata di aria fresca, con promesse di un piano economico che permetta di abbassare le tasse sia per i lavoratori del settore pubblico che per le aziende private. Promesse che trovano credibilità nella carriera brillante in ambito finanziario del nuovo leader di Syiriza. Un percorso completamente diverso da quello della maggior parte dei politici ellenici. Promesse che hanno conquistato la gente, ma non hanno spento le polemiche.

Ma per l’opposizione interna è “la morte del partito”

Kasselakis si è infatti conquistato l’attenzione del pubblico attraverso un video diventato virale e che si è poi rivelato decisivo per sconfiggere la principale candidata, Effie Achtisoglou, ex ministro del lavoro di Tsipras. “Siamo alla politica dei social”, ha detto al Guardian lo scrittore greco Dimitris Psarras, legato ai marxisti leninisti. “Ormai è Netflix che comanda e il partito è diventato come una serie. Alla gente non interessa che questa persona non abbia alcuna esperienza politica nè un programma vero”, ha rincarato la dose l’intellettuale. Le critiche non sono mancate neanche dall’interno del partito.

Il parlamentare di Syriza Stelios Kologlou ha definito la leadership di Kasselakis “la morte del partito” e dichiarato che il nuovo leader “cambierà tutto” nonostante sia ” letteralmente spuntato dal nulla”. Da un lato l’ala più a sinistra del partito è orientata verso le dimissioni, dall’altro però Syriza sembra ora avere le carte in regola per attirare attenzioni e voti di anime diverse della società. Gente che negli ultimi anni ha fatto fatica a sentirsi rappresentata e che non crede più nella politica tradizionale.

Le tante critiche e perplessità comunque non sembrano scalfire Kasselakis, che non ha perso la fiducia in se stesso e guarda al futuro e al popolo che lo ha scelto. “Non sono un fenomeno, ma sono la voce della società civile e non vi deluderò mai. Da domani basta con le teorie, da domani si inizia a lavorare”, ha detto appena eletto. A lui il compito di rilanciare un partito che aveva conquistato la ribalta europea per poi perdersi in lotte intestine e dinamiche politiche. Un pantano per districarsi dal quale un non politico con la mentalità da manager rappresenta una alternativa nuova cui affidarsi e Kasselakis sembra avere tutte le carte in regola per riuscire in questo difficile compito.

foto © Nikolas Kokovlis/ AFP – Stefanos Kasselakis

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