La presidenza Ue: “Lavoriamo a un’ampia maggioranza sul Patto, arriveremo a un accordo in alcuni giorni”. Il ministro degli Esteri italiano vede l’omologa tedesca Baerbock: “Italia e Germania convinti su una soluzione europea”
AGI – “È questione di pochissimo, di giorni. Mancano solo dei dettagli da definire. Delle sfumature che richiedono il tempo necessario”. Così il ministro dell’Interno della Spagna, Fernando Grande-Marlaska, ha cercato da rassicurare in conferenza stampa i giornalisti al termine del Consiglio Affari interni. Si parla del Regolamento sulla gestione delle crisi, l’ultimo passo del Pacchetto per la migrazione e l’asilo.
Ancora da approvare dopo lo stallo in Consiglio per il voto contrario di Germania (oltre ad Austria, Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria ma per ragioni diverse). Il governo tedesco, spinto dai Verdi, ha ottenuto la rassicurazioni richieste. Riguardano – secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche – garanzie per la tutela dei richiedenti asilo, in caso appunto di crisi, con particolare attenzione ai minori, e l’esclusione delle operazioni di soccorso in mare dalla lista di elementi di strumentalizzazione della migrazione. Per Berlino se la Bielorussia favorisce il flusso di profughi iracheni (arrivati nel Paese con visto regolare) attraverso le frontiere con la Polonia è strumentalizzazione ma se navi di Ong soccorrono nel Mediterraneo persone a bordo di imbarcazioni non è da considerarsi tale.
Roma chiede tempo
Due elementi che hanno aperto qualche interrogativo per l’Italia. Da Bruxelles il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha preso tempo prima di esprimersi. Non è intervenuto nella sessione pubblica e non ha parlato con i giornalisti. Ci ha pensato il ministro degli Esteri e vice premier, Antonio Tajani, da Berlino in conferenza stampa con la sua omologa tedesca, Annalena Baerbock.
L’Italia non ha detto “no” alla proposta presentata questa mattina dalla Germania sul Patto d’asilo: Piantedosi “ha preso del tempo per un esame più approfondito dal punto di vista giuridico”, ha spiegato. “Prendere del tempo non vuol dire che si pensa che non si debbano salvare le persone in mare. Noi salviamo persone ogni giorno. Noi siamo contro le organizzazioni che gestiscono i traffici di esseri umani, che come ho detto sono le stesse che trafficano in armi e droga”, ha precisato. “La Germania è un Paese amico – ha insistito il capo della Farnesina – ma l’amicizia non impedisce di sottolineare che ci sono dei problemi che comunque non intaccano l’amicizia storica”.
I prossimi passi
Ora il lavoro torna nelle mani degli sherpa. Gli ambasciatori si riuniranno sul dossier già nei prossimi giorni. L’obiettivo è arrivare il più presto a un accordo per riprendere i negoziati con il Parlamento europeo, congelati da quest’ultimo anche sui dossier Eurodac e screening, proprio per protesta contro lo stallo. “L’Europa ha il più grande, e meglio regolato, mercato unico al mondo; ha la seconda valuta globale di riferimento. Abbiamo comprato i vaccini, abbiamo il Recovery fund; stiamo comprando armi per l’Ucraina ma ancora non abbiamo una politica europea per le migrazioni e l’asilo. Vi è una responsabilita’ collettiva nel riuscire ad averla”, ha esortato il vice presidente della Commissione, Margaritis Schinas, nel suo intervento nella sessione pubblica del Consiglio.
“Abbiamo passato troppi anni, troppo tempo, a combattere e fallire. Ora abbiamo un’opportunità unica per farlo. Non siamo mai stati cosi’ vicini dal farcela. Grazie ai nostri impegni collettivi. Al Parlamento abbiamo un’ampia maggioranza, di famiglie politiche, pronte ad approvare la soluzione. Sarebbe un peccato non dare loro il segnale che permetta di riprendere i negoziati il prima possibile. Se raggiungiamo l’accordo sul Regolamento per la gestione della crisi, abbiamo ottime probabilità di completare il tutto prima delle prossime elezioni europee di giugno. Se così sarà finalmente priveremo i populisti e i demagoghi in Europa che ancora ci accusano che non siamo capaci di risolvere i problemi delle migrazioni”, ha rincarato.