Emanuele Guttadauro: Il Capitano Volontario di Guerra

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La notte del 21 luglio 1938, durante un combattimento cruciale, il Capitano Emanuele Guttadauro perse la vita.

La straordinaria vita di Emanuele Guttadauro, dal suo coraggio come volontario di guerra in Spagna alla tragica fine, onorata con la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Emanuele Guttadauro nacque a Terranova di Sicilia il 9 marzo 1899, in un contesto segnato dalla tragica perdita del padre e del fratello in mare durante uno dei viaggi della marineria terranovese verso i porti nord-africani. La famiglia Guttadauro, colpita dalla tragedia, dovette affrontare le sfide della vita con resilienza.

Fin dalla giovane età, Emanuele dimostrò un ingegno eccezionale, distinguendosi come uno studente brillante presso l’Istituto Tecnico di Palermo, dove si diplomò come ragioniere nel 1916, all’età di soli 17 anni. Successivamente, intraprese gli studi universitari presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, specializzandosi in Scienze Economiche e Commerciali.

La sua vita prese una svolta decisiva nel 1917, quando decise di arruolarsi volontario nell’Esercito Italiano durante la Prima Guerra Mondiale. Scelse la divisa dei Bersaglieri e, al compimento del diciottesimo anno di età, si trovò impegnato in combattimenti contro gli austriaci, dove venne ferito in due occasioni. Ottenne il grado di tenente e fu congedato temporaneamente nel 1920.

Dopo aver completato gli studi universitari e conseguito la laurea, Emanuele Guttadauro intraprese una carriera nel settore bancario, lavorando in diverse città italiane, tra cui Milano, Roma e Gela. Durante questo periodo, sposò e formò una famiglia, dimostrandosi non solo un professionista di successo ma anche uno studioso, con numerosi articoli pubblicati sul mercato e sull’organizzazione del credito.

Durante la guerra d’Etiopia del regime fascista, Guttadauro fece domanda per unirsi come volontario alle truppe italiane impegnate nell’azione militare in Africa, ma la richiesta fu respinta. Tuttavia, nel 1938, trovò un’altra opportunità: partire come volontario in Spagna durante la guerra civile. Questa scelta lo portò a lasciare la sua posizione di dirigente di banca a Marsala, la moglie e le quattro figlie, per aderire al conflitto che vedeva contrapposti fascisti e antifascisti.

In Spagna, Guttadauro si unì al 1° Battaglione della divisione “Frecce Azzurre” e condusse missioni audaci per l’esercito di Francisco Franco. Era ammirato dai suoi soldati per la sua dedizione e il suo spirito di fratellanza. Affrontò battaglie intense sull’Ebro, dimostrando un coraggio ineguagliabile. La sua figura divenne leggendaria tra le truppe.

La notte del 21 luglio 1938, durante un combattimento cruciale, il Capitano Emanuele Guttadauro perse la vita. Dopo aver conquistato una posizione strategica, venne colpito mentre proteggeva un compagno, ma la sua eroica azione aveva aperto la strada al successo. La sua morte lasciò una moglie e quattro figlie in lutto, ma il suo coraggio rimase impresso nella storia.

Emanuele Guttadauro fu onorato postumo con la Medaglia d’Oro al Valor Militare, e alla sua famiglia fu assegnato un sovrapprezzo di 800 lire all’anno. Il suo sacrificio rimane un simbolo di dedizione alla patria e al dovere, e il suo nome è scolpito nell’annale degli eroi italiani che hanno dato tutto per le proprie convinzioni.

FONTI:

BENI CULTURALI DI GELA (gelabeniculturali.it)

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