Difendere la patria non è un reato

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Editoriale di Daniela Piesco co-direttore Radici 

Il ministro Valditara vuole inviare nelle scuole degli ispettori per sanzionare chiunque abbia degli atteggiamenti pro- Hamas .

L’ infondatezza della decisione apparirebbe evidente solo se si pensasse al fatto che in questo preciso momento storico le persone non stanno inneggiando ad Hamas e alla lotta armata, ma stanno manifestando, contro l’ ipocrisia dell’ Occidente che ha abbandonato i palestinesi per più di mezzo secolo ,non facendo assolutamente nulla per evitare un regime di apartheid, discriminazione,segregazione e occupazione illegittima da parte d’ Israele.Non è una questione di religione ma è una questione di umanità.Ci sono 2 milioni di persone bloccate nella più grande prigione a cielo aperto del mondo.Chiedono al governo la cessazione della fornitura delle armi all’occupazione militare israeliana.

I giovani,caro ministro,vi stanno spiegando che alla base dell’ ipocrisia c’è la opportunistica convenienza degli Stati uniti, che hanno legami con Israele per avere una qualche minima influenza sul medio oriente ,dopo aver miseramente fallito con l’ invasione dell’ Iraq ,portando solo morte e distruzione.Vi stanno mostrando che Israele costituisce l’ ultima base militare che rimane per mantenere un piede in quelle zone.

I ragazzi scendono in piazza e si riversano nelle vie perché non accettano il fatto che se agli Stati Uniti,che mandano avanti praticamente da soli la Nato,piace Israele, gli altri paesi occidentali debbono obbedire pedissequamente.Non importa se le nazioni unite facciano 200 risoluzioni e non ne venga attesa nemmeno una. E non importano i numerosi crimini contro l’ umanità commessi.

Gli studenti rivendicano la sovranità popolare,il ruolo dell’ Italia nel mondo che non può o deve seguire qualunque posizione che gli Stati Uniti prediligono senza nemmeno farsi una domanda …

I giovani contestano la mancata coerenza nel supportare prima l’ Ucraina e dopo Israele, vivendola come un profondo controsenso ..

Si ribellano all’essere e al fare i bravi cagnolini.

Valditara oltre a navigare nel torto più assoluto pecca di competenze e conoscenze decidendo di sanzionare gli studenti più informati e più coraggiosi degli stessi ministri di un governo che non sa gestire il dissenso, la democrazia ne tantomeno il Paese.

Un paese che è passato da Craxi che parlava alla Camera dei deputati della legittimità della lotta armata palestinese, alla bandiera con la Stella di Davide proiettata su Palazzo Chigi da Giorgia Meloni la quale ha voluto rimarcare, se mai ce ne fosse stato bisogno (avevate qualche dubbio?) da che parte sta l’Italia.

E dunque la storia non esiste, se non come memoria dei vincitori, dei più forti, e bisogna tacere per star quieti, anche correndo il rischio di star con gli oppressori. Si chiama real politik e per farla digerire basta mandare i soliti mantra attraverso i telegiornali.

Eppure non è stato sempre così. C’è stato un tempo in cui, seppur con tante ombre, si provava a distinguere gli oppressi dagli oppressori.

Correva l’anno 1985, era il 6 giugno, quando il presidente del Consiglio in carica, il socialista Bettino Craxi, dopo la famigerata ‘crisi di Sigonella’, parlò alla Camera dei Deputati dei rapporti dell’Italia con i paesi arabi e della questione palestinese.

Le parole di Craxi oggi suonerebbero come quelle di un alieno:

Ebbene se la questione nazionale palestinese esiste, anche l’azione dell’Olp deve essere valutata con un certo metro, che è il metro della storia. Vedete, io contesto all’Olp l’uso della lotta armata non perché ritenga che non ne abbia diritto, ma perché sono convinto che lotta armata e terrorismo non risolveranno il problema della questione palestinese. L’esame del contesto mostra che lotta armata e terrorismo faranno solo vittime innocenti, ma non risolveranno il problema palestinese. Non contesto però la legittimità del ricorso alla lotta armata che è cosa diversa”.

In un passaggio Craxi fa un parallelo con “il padre della patria”, Giuseppe Mazzini, ricordando come la lotta armata sia stata utilizzata anche dai patrioti italiani che volevano liberare il paese dall’occupazione straniera:

Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell’ideale dell’unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassinii politici. Questa è la verità della storia; e contestare a un movimento che voglia liberare il proprio Paese da un’occupazione straniera la legittimità del ricorso alle armi significa andare contro le leggi della storia. Si contesta quello che non è contestato dalla Carta dei principi dell’Onu: che un movimento nazionale che difenda una causa nazionale possa ricorrere alla lotta armata”.

Il solo parlare di “occupazione straniera” riferendosi ai territori occupati, oggi costerebbe la carriera politica ai nostri rappresentanti e una crisi diplomatica con Israele.

Le parole di Craxi solo per ricordare chi eravamo: c’è stato un periodo, nella prima repubblica, in cui nel parlamento italiano si definiva “legittimo” il terrorismo palestinese, provocando contestazioni solo dai banchi del Pri e del Msi. Due partiti marginali e, nel caso del Msi, perennemente all’opposizione.

Molte volte si parla di aggredito e di aggressore ma il diritto internazionale non è statico. Il diritto internazionale ha bisogno di una prospettiva storica. Quindi, è chiaro che oggi siamo inorriditi di fronte alla barbarie di Hamas, però dobbiamo ricostruire storicamente il motivo per cui è nato Hamas.

Quando oggi si parla del sacrosanto diritto di Israele di difendersi, si tende a mistificare la realtà, perché nessuno mette in dubbio questo diritto. Viene messo in dubbio il diritto di Israele di non applicare le risoluzioni Onu, di non rispettare le regole di potenza occupante, di permettere l’attività illecita degli insediamenti dei coloni. Ora, il vero problema è come stabilizzare questi territori e come creare mediazione e pace.

La mediazione è possibile se si riconoscono le cause di un conflitto. Quello che è veramente insopportabile è che l’Europa non riesca a dare un contributo di pace. Mettere la bandiera ucraina o la stella di David è, qualcosa che è privo assolutamente di significato.Sanzionare le coscienze giovanili è esacerbare la situazione .

Il significato dell’Europa dovrebbe essere un altro: stabilizzare delle regioni del mondo e dare un contributo di pace..

(Foto Fernando Oliva)

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