L’operazione segnerà il rilancio diplomatico degli Stati Uniti, pronti a mostrare al mondo arabo la piena solidarietà agli israeliani, ma al tempo stesso è un messaggio di sfida a Iran, Siria e Hezbollah, attori chiave in una regione al centro delle tensioni
AGI – Il viaggio che il presidente Joe Biden farà mercoledì in Israele segnerà il rilancio diplomatico degli Stati Uniti, pronti a mostrare al mondo arabo la piena solidarietà agli israeliani, ma al tempo stesso è un messaggio di sfida a Iran, Siria e Hezbollah, attori chiave in una regione al centro delle tensioni.
L’arrivo di Biden coincide con il conto alla rovescia di un possibile e imminente bagno di sangue a Gaza, dove due milioni di palestinesi sono intrappolati e alle prese con l’emergenza umanitaria, privati di acqua, cibo ed elettricità. La presenza americana potrebbe congelare gli attacchi annunciati da giorni dall’esercito israeliano.
Ora è il momento dei segnali forti della diplomazia, più che quelli sul campo. Il presidente è stato invitato dal primo ministro Benjamin Netanyahu dieci giorni dopo la strage del 7 ottobre in cui sono morti più di 1400 israeliani, uccisi dai miliziani di Hamas. Sono 199, invece, le persone tenute in ostaggio dall’organizzazione paramilitare che controlla la Striscia di Gaza, cioè cinquanta in più di quanti erano state indicate all’inizio.
La risposta di Israele agli attacchi ha già provocato 2808 vittime tra i palestinesi, oltre alla morte di sei esponenti di vertice di Hamas. I feriti sono quasi undicimila. Nel frattempo più di 400 mila palestinesi hanno lasciato il nord di Gaza, destinati a sud dove i centri rifugiati gestiti dalle Nazioni Unite sono al collasso.
Negli ultimi giorni la Casa Bianca ha tentato di convincere l’Egitto ad aprire i varchi a Rafah, per permettere ai palestinesi di lasciare Gaza e di mettersi in salvo, ma il Cairo ha posto come condizione, l’ingresso di aiuti umanitari. Lo stallo è destinato a essere superato, anche perché Biden incontrerà il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, quello palestinese, Mahmoud Abbas e il re di Giordania.
L’annuncio del viaggio, nell’aria da giorni, è arrivato dopo la pubblicazione del primo drammatico video in cui appare un ostaggio, una ragazza israeliana di origine francese, che ha chiesto di essere riportata a casa, segnale di come la situazione potrebbe aggravarsi nelle prossime ore.
Poche ore prima il presidente degli Stati Uniti aveva parlato con il presidente egiziano e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in procinto di partire per il Medio Oriente, dove il leader tedesco farà tappa, nelle prossime ore, in Israele, per poi andare in Egitto.