A Gaza è “catastrofe umanitaria”. Israele: tra pochi mesi Hamas non esisterà più. Telefonata tra il Papa e Biden

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Entra nell’enclave palestinese un secondo convoglio in due giorni composto da 17 camion. Gli ostaggi di Hamas sono 212. L’Unicef: dal 7 ottobre uccisi 1.661 bambini. Riunione telefonica in serata tra Meloni, Biden, Sunak, Trudeau, Macron e Scholz

AGI – Un secondo convoglio di aiuti con 17 camion è entrato oggi a Gaza dall’Egitto mentre Israele intensifica gli attacchi sull’enclave palestinese.

Ieri erano entrati a Gaza altri 20 camion. Le Nazioni Unite hanno stimato che sono necessari circa 100 camion al giorno per soddisfare le esigenze di 2,2 milioni di abitanti di Gaza data la situazione umanitaria “catastrofica”.

Il Ministero della Sanità di Gaza ha riferito che il numero di rifugiati nella Striscia ha raggiunto 1,4 milioni di persone. Secondo il ministero, 685.000 rifugiati si sono trasferiti a vivere con altre famiglie, 544.000 si sono trasferiti nelle scuole dell’UNRWA, circa 100.000 si sono trasferiti in moschee e chiese e circa 70.000 si sono trasferiti nelle scuole statali.

Intanto continuano gli aggiornamenti dell’esercito israeliano sugli ostaggi catturati da Hamas e detenuti a Gaza: l’ultimo dato parla di 212 persone nelle mani dell’organizzazione fondamentalista palestinese (ieri Israele aveva detto di ritenere che fossero 210 le persone trattenute).

Israele prepara l’incursione di terra

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato che l’incursione di terra a Gaza nella prossima fase della guerra “potrebbe durare mesi”, ma quando finirà “Hamas non esisterà più”.
“L’offensiva di terra deve essere l’ultima manovra a Gaza, per la semplice ragione che dopo di essa non ci sarà più Hamas. Ci vorrà un mese, due o tre, ma alla fine l’organizzazione non ci sarà più”, ha detto il ministro durante una visita al centro di comando dell’aeronautica israeliana a Tel Aviv.

Riunione telefonica tra Meloni, Biden, Sunak, Trudeau, Macron, Scholz

Si è svolta stasera una riunione telefonica del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il Primo Ministro britannico, Rishi Sunak, il Primo Ministro Justin Trudeau, il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, e il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz. La riunione è stata dedicata all’esame dell’evoluzione della grave crisi apertasi dopo l’attacco del 7 ottobre scorso perpetrato da Hamas contro Israele.

La telefonata tra Biden e il Papa

Questo pomeriggio ha avuto luogo una telefonata tra Papa Francesco e il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. La conversazione, durata circa 20 minuti, ha avuto come argomento le situazioni di conflitto nel mondo e il bisogno di individuare percorsi di pace. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede.

Proprio questa mattina, dopo la recita dell’Angelus, il Pontefice ha rilanciato un forte appello per la pace esprimendo il suo dolore per quanto sta accadendo in Israele e in Palestina. “La guerra, ogni guerra che c’e’ nel mondo – penso anche alla martoriata Ucraina – è una sconfitta. La guerra sempre è una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana. Fratelli, fermatevi! Fermatevi!”. Francesco si è detto “molto preoccupato, addolorato” per la “grave situazione umanitaria a Gaza” e per i raid contro “l’ospedale anglicano e la parrocchia greco-ortodossa”. “Rinnovo il mio appello affinché si aprano degli spazi, si continuino a far arrivare gli aiuti umanitari e si liberino gli ostaggi”, ha detto ricordando che venerdì prossimo, 27 ottobre, ha indetto “una giornata di digiuno, di preghiera e di penitenza” e che quel giorno alle 18 in San Pietro si vivrà “un’ora di preghiera per implorare la pace nel mondo”.

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© AFP

Raid a Gaza

Onu: “Situazione catastrofica”

L’Onu ribadisce che la situazione è catastrofica e l’Unicef rileva che dal 7 ottobre sono stati uccisi 1.661 bambini.

Non c’è ancora l’operazione di terra israeliana a Gaza che sembrava ormai imminente, ma l’esercito continua a prepararsi il terreno. Nella notte, dopo aver preannunciato l’intensificarsi degli attacchi, l’aviazione ha bombardato di nuovo la Striscia e fatto “almeno 55 morti” secondo Hamas. Ma ha bombardato anche la Cisgiordania, una moschea nel campo profughi di Jenin, dove “si rifugiava -Israele ne è sicuro- una cellula di Hamas e della Jihad Islamica che pianificava nuovi attacchi”. Ucciso anche il vice comandante della rete di razzi di Hamas.

E mentre Israele si prepara all’invasione di terra, gli Usa dispiegano sistemi di difesa aerea in Medio Oriente. Sabato si è aperto per qualche ora il valico di Rafah ed è entrato un primo rivolo di aiuti, ma i 20 camion autorizzati – ha denunciato l’Onu – sono una “goccia nell’oceano” data la situazione umanitaria “catastrofica” degli oltre due milioni di abitanti, ormai stremati.

Nei bombardamenti seguiti al sanguinoso attacco di Hamas in cui sono morte almeno 1400 persone, l’esercito ha martellato Gaza e causato la morte di oltre 4.300 palestinesi, principalmente civili, secondo il governo di Hamas, riducendo ampie aree dell’enclave in cumuli di rovine fumanti. Nel frattempo la popolazione è stremata, perché Israele ha interrotto la distribuzione di cibo, acqua, carburante ed elettricità; e ha raso al suolo o danneggiato almeno il 40% delle abitazioni (dati Onu).

Adesso Israele vuole intensificare i bombardamenti, per ridurre al minimo i rischi per le sue truppe quando inizieranno l’invasione di terra e dovranno fronteggiare la guerriglia urbana scatenata dai miliziani di Hamas, che si nascondono nei 200km di tunnel scavati nei sotterranei di Gaza City. Nella notte ha martellato il sud di Gaza dopo che aveva detto che avrebbe intensificato i suoi attacchi nel Nord del territorio: almeno 11 palestinesi sono stati uccisi nella città di Khan Younis, colpita anche la città meridionale di Rafah, secondo i media palestinesi.

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Civili a Gaza

Sabato notte il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato il suo gabinetto mentre gli Stati Uniti annunciano il rafforzamento del dispositivo militare: invieranno altri sistemi di difesa aerea in Medio Oriente e sposteranno altre truppe. Israele intanto intensifica anche l’evacuazione della zona al confine settentrionale mentre avverte che l’escalation da parte di Hezbollah rischia di “trascinare il Libano in una guerra”.

E la diplomazia arranca: il vertice di pace per Gaza e la “questione palestinese”, organizzato dall’Egitto nella cosiddetta Nuova Capitale Amministrativa alle porte del Cairo, si è concluso senza una dichiarazione finale congiunta dei 34 paesi e organizzazioni internazionali che vi avevano partecipato.

Nonostante la mancanza di consenso al termine dell’incontro, tutti gli ospiti sono stati categorici nel difendere le stesse idee: la coesistenza di due Stati è l’unica soluzione praticabile al conflitto, le vite civili devono essere protette ovunque e gli aiuti umanitari devono poter entrare nella Striscia di Gaza. Le Nazioni Unite sperano che oggi altri aiuti possano entrare nell’enclave palestinese.

La carenza di beni di prima necessità sta spingendo Gaza “sull’orlo della catastrofe”, afferma il Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme) citando la grave carenza di cibo, acqua e forniture mediche nell’enclave. L’agenzia ha dichiarato di aver bisogno urgentemente di 74 milioni di dollari per sostenere l’emergenza a Gaza per i prossimi 90 giorni.

I magazzini dell’enclave costiera hanno riserve alimentari inferiori a una settimana e la capacità di rifornire queste scorte è “compromessa da strade danneggiate, problemi di sicurezza e carenza di carburante”, ha dichiarato il Programma Alimentare Mondiale. Il rapporto cita anche una costante diminuzione di prodotti alimentari come verdure, farina di grano e uova, oltre a un aumento dei loro prezzi.

Hamas, “almeno 55 morti” nei raid notturni su Gaza

Sono almeno 55 le persone rimaste uccise nella notte nei raid israeliani sulla Striscia di Gaza, dove Israele sta intensificando gli attacchi aerei in vista dell’operazione terrestre: lo riferisce Hamas secondo cui sono state distrutti almeno 30 edifici.

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© Mohamed Zaanoun / Middle East Images / Middle East Images via AFP

Gaza, distruzione e macerie

Il Pentagono annuncia dispiegamento sistemi di difesa

Il Pentagono si sta muovendo per aumentare la propria presenza militare in Medio Oriente, ordinando l’attivazione di sistemi di difesa aerea “in tutta” la regione e ha annunciato che anche altre forze statunitensi che potrebbero essere dispiegate a breve.

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha dichiarato, in un comunicato, che si tratta di una risposta alle “recenti escalation dell’Iran e delle sue forze per procura in tutto il Medio Oriente”. Le forze armate statunitensi stanno inviando altri sistemi di difesa missilistica, in particolare, come ha riferito Lloyd Austin sono stati dispiegati “una batteria Thaad (Terminal High Altitude Area Defense) e ulteriori battaglioni Patriot in tutta la regione per aumentare la protezione delle forze statunitensi”.

L’ordine alle truppe di prepararsi al dispiegamento ha lo scopo di “aumentare la loro prontezza e la capacità di rispondere rapidamente in caso di necessità”, ha dichiarato. Sia il Thaad che i Patriots sono sistemi di difesa aerea progettati per abbattere missili balistici corti, medi e intermedi.

“In seguito a discussioni dettagliate con il presidente Biden sulle recenti escalation dell’Iran e delle sue forze per procura nella regione mediorientale, ho dato ordine di compiere una serie di passi aggiuntivi per rafforzare ulteriormente la posizione del Dipartimento della Difesa nella regione”, ha dichiarato Austin in un comunicato.

“Queste misure rafforzeranno gli sforzi di deterrenza regionale, aumenteranno la protezione delle forze statunitensi nella regione e assisteranno la difesa di Israele”, ha aggiunto Austin

Tensioni con Hezbollah, Israele evacua altre 14 comunità

Le autorità israeliane hanno reso noto che è stato deciso di evacuare altre 14 comunità nel nord, al confine con il Libano, nella zona entro cinque chilometri dalla frontiera dove negli ultimi giorni sono state registrati continui lanci di razzi da parte della milizia sciita libanese Hezbollah.

 

FOTO © AFP – Gaza

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