Questa frase tratta da “L’idiota” di Dostoevskij, e pronunciata nel libro dal principe Myskin, viene citata spesso in modo decontestualizzato e pochi ne riescono a cogliere la reale portata.
Una sorta di risposta o riflessione profondamente attuale sulla famosissima frase si è tradotta anni fa nel saggio di Salvatore Settis, calabrese ed archeologo, storico dell’arte, già direttore per più di un decennio della Scuola Normale Superiore di Pisa, “Il mondo salverà la bellezza? ”.
Dove in modo lucido l’autore riflette sulle criticità che caratterizzano la salvaguardia della bellezza paesaggistica italiana.
Questa riflessone è quanto mai attuale ed investe non solo la tutela e la difesa delle bellezze paesaggistiche italiane dalla cementificazione scriteriata, che non ha tenuto in alcun conto l’abbassamento demografico del nostro paese per cui un numero infinito di case è rimasto invenduto, ma anche la tutela della biodiversità italiana unica nel mondo, la preservazione dei monumenti, degli edifici, di intere città storiche che vanno sempre più degradandosi a causa della indifferenza della politica e di quella cronica mancanza di fondi per restaurare e preservare la nostra cultura ed identità.
L’Italia tutta è per le sue connotazioni storico-artistiche un grande museo all’aperto, a questa grande ricchezza accumulata nei secoli dal genio creativo italiano si aggiunge un paesaggio unico ed una grande biodiversità che va tutelata e protetta.
Il mondo intero sembra essere consapevole del fatto che il nostro Paese è uno scrigno prezioso, ma purtroppo pare lo ignorino proprio gli italiani che lasciano degradare, deturpare e crollare la loro storia identitaria e la loro cultura.
La nota frase dello scrittore russo evoca una profonda riflessione sulla relazione tra bellezza e salvezza del mondo di non agevole comprensione ai più. Il potere della bellezza è immenso ce lo ricorda già Platone che vedeva nella bellezza il riflesso del divino e l’uomo ha innato in sé il senso del bello e dell’armonia.
La bellezza civilizza l’uomo ne affina l’animo, ingentilisce anche i suoi modi, apre i suoi occhi alla meraviglia e allo stupore proiettandolo altrove, ma essa si può concretizzare solo in un mondo pacificato nel quale lo spirito sereno dell’uomo contempla l’armonia del creato e lo cura anche con opere grandiose, lo preserva per i suoi figli e le generazioni future.
L’idea che la bellezza possa salvare il mondo può essere interpretata in vari modi. La bellezza ha sicuramente un impatto positivo sul nostro benessere mentale ed emotivo, ispirandoci, innalzando il nostro spirito e motivandoci a cercare la perfezione e l’armonia nelle nostre vite; lo sapevano bene i grandi poeti antichi come Lucrezio che dedica il proemio iniziale del suo poema all’invocazione e alla celebrazione della Bellezza, Venere e non è un caso che viene celebrata come genitrice di tutto ciò che vive, portatrice di gioia e pace: “ …grazie a te la terra industriosa suscita i fiori soavi, grazie a te ridono le distese del mare e il cielo placato risplende di luce diffusa”.
Non è un caso che l’arte e la cultura sono viste come forza motrice, espressioni della bellezza: queste forme creative possono essere fonte di ispirazione, consentendo alle persone di connettersi ai livelli più profondi del loro essere e di trovare significato nelle loro esperienze.
La bellezza si esprime in tante forme che vanno dalla natura, all’arte della parola, della poesia, della pittura, della scultura, dell’architettura e infine della grande musica e del canto.
Eppure la sensibilità verso la bellezza e l’armonia non connota solo il mondo umano, ma anche quello animale, tant’è che il piccolo nato deforme viene abbandonato dalla madre, o addirittura in alcuni allevamenti fanno ascoltare musica classica alle mucche per far produrre più latte. Anche il mondo dei mammiferi come i delfini è profondamente sensibile alla musica.
Quindi la capacità di godere della bellezza non è appannaggio solo dell’uomo.
Purtroppo oggi viviamo in un periodo storico che attraverso i mass media promuove la bruttezza e la deturpazione della bellezza del corpo umano attraverso forme scheletriche, piercing e tatuaggi che alterano le fattezze umane; anche la moda e la musica promuovono la bruttezza e la disarmonia tant’è che i colori e la gioia sono spariti dal mondo dei giovani e la nota cromatica predominante è il nero e il rap che certo non può definirsi musica; viene così promosso uno stato depressivo permanente.
Anche tutte le altre espressioni artistiche oggi promuovono l’alterazione della forme e delle simmetrie che nulla hanno a che vedere con l’idea armonica di bello.
Il mondo, inteso come potere economico e politico, società e cultura ha sicuramente una grande responsabilità nei confronti della bellezza, che deve proteggere, preservare e nutrire, affinché essa possa continuare a esercitare il suo potere positivo, perciò la bellezza non deve diventare appannaggio dei potenti ma deve sempre avere una connotazione democratica per consentire a tutti di poterne fruire.
Preservare la bellezza significa preservare l’ambiente naturale come ci insegna San Francesco d’Assisi che si sentiva creatura tra le creature e non dominatore o padrone, o come insegnano le sagge tribù indiane d’America che non concepivano l’idea, tipica dell’uomo bianco, di comprare e vendere la terra perché la terra è madre ed è l’uomo ad appartenere alla terra e non viceversa. Questa concezione indiana è quanto mai attuale infatti l’uomo è sano se l’ambiente è sano e oggi il nostro mondo in tutti i suoi elementi è violentato e devastato: i mari e gli oceani, immagine di potenza e bellezza, sono pieni di plastica e di inquinanti di tutti i tipi che minacciano la vita di ogni creatura, lo stesso dicasi per la terra, l’aria e le acque.
Nonostante tutta questa devastazione e il proliferare di mali incurabili tra gli uomini, l’avidità e la malvagità umana continuano a devastare e, come diceva il saggio indiano. continuano a pensare di poter mangiare denaro.
Bisogna proteggere la diversità culturale ed artistica e adottare reali pratiche sostenibili per garantire che ogni forma di bellezza persista attraverso le generazioni.
La bellezza non va intesa solo come estetica, l’equilibrio tra la bellezza estetica e l’etica, la giustizia sociale e la sostenibilità potrebbe essere fondamentale per una vera salvezza del mondo.
Ma la bellezza è anche responsabilità individuale, ogni persona ha il potere di creare bellezza nella propria vita e nel proprio ambiente, contribuendo in modo positivo alla collettività.
La nota frase suggerisce un rapporto intricato fra bellezza e mondo, ma è un rapporto vitale e invita a riflettere sul modo in cui entrambi si influenzano reciprocamente e sulla necessità di prendersi cura della bellezza in tutte le sue forme per costruire una vera salvezza per tutto il pianeta.